Quando la sera del 13 luglio 1949 la Santa Sede ufficializzò il decreto del "Sant'Offizio- di scomunica per i comunisti, fu veramente una sorpresa. Non veniva, infatti, colpita solo la dottrina comunista, da sempre condannata dalla Chiesa, ma anche e soprattutto quanti, scienter et libere, la professavano, la difendevano, la propagavano. E questo accadeva per la prima volta. Diverse furono le interpretazioni date all'epoca e negli immediati anni a seguire. Ma solo ipotesi. Oggi, però, grazie a una mirata ricerca condotta negli Archivi vaticani, del "Sant'Offizio- in particolare, è possibile dare una risposta alle tante domande. Presentando carteggi assolutamente inediti, relativi al pontificato di Pio XII, il volume ripercorre le fasi salienti del "processo- decisionale, svelando protagonisti, retroscena e dinamiche interne del Sant'Offizio e offrendo, al contempo, una prospettiva nuova con cui analizzare sia il contesto storico in cui maturò il "decretum-, sia la fase applicativa di una "scomunica- che, tra reazioni e chiarimenti, incise profondamente nel tessuto sociale italiano. Sia ecclesiastico che laico.
Sospetti, trattative, intrighi, spionaggio, soccorsi umanitari... di uno Stato da proteggere. Il Vaticano, si sa, è uno Stato molto particolare: pochi chilometri quadrati di chiese, palazzi, tesori d'arte e giardini. Nel momento in cui l'Europa è lacerata da contrapposizioni ideologiche violentissime, lo staterello è neutrale e potrebbe attendere, magari in preghiera, la fine della tempesta... Invece no. Il Vaticano è a Roma, nel cuore della capitale di un regime autoritario alleato con la Germania. I rapporti con il regime fascista sono di reciproco sospetto: Mussolini fa spiare i monsignori, i cardinali e il papa stesso. Hitler odia la Chiesa cattolica perché la considera un potere trasversale, che può sempre sfuggire al controllo assoluto dello Stato. Gli Alleati, invece, temono una Chiesa che acquisti troppa autorità morale in anni di sangue e acciaio. Ciascuno ha la sua posizione, e il Vaticano è in mezzo. Dunque, per prudenza, meglio porvi informatori, spie, doppiogiochisti. Meglio vigilare sui suoi confini, anche perché a volte ci scappano dentro prigionieri di guerra inglesi in fuga dai campi di prigionia, seguiti ben presto da giovani tedeschi sbandati. E nel lungo inverno del '43 il Vaticano, oramai circondato dal III Reich, deve affrontare la fase più dura della "tormenta". In questo contesto proprio da dentro le "Sacre Mura" la Legazione inglese, con il supporto del settore 9 del Military Intelligence, opera nell'ombra. A un certo punto abbiamo anche un piano di Hitler per rapire il papa e deportarlo in Germania o nel Liechtenstein e si elabora un contro-piano di "difesa passiva ma energica" che prevede anche il sacrificio di tutti i militari che faranno "scudo col proprio corpo alla Sacra ed Augusta Persona del Sommo Pontefice"... Prefazione di Andrea Riccardi.
Di medicina oggi si parla e si scrive molto. Gli scandali della malasanità e gli avveniristici traguardi della ricerca scientifica, il fascino delle medicine alternative e i misteri delle biotecnologie, le opinioni di esperti, scienziati, medici e guaritori si avvicendano sulle pagine dei quotidiani e nei palinsesti televisivi. Nell’immaginario comune l’esperienza personale, la ‘leggenda’, il tam tam dei media finiscono per delineare un quadro che della medicina spesso coglie solo gli aspetti esteriori, quelli che immediatamente colpiscono e, semplificando, portano a esaltarla o a demonizzarla secondo le circostanze. Per lo più si trascura che, al di là delle mitologie, l’esercizio della professione medica è pratica umana e umani sono i suoi protagonisti: come tali essi partecipano di quotidiani vizi e virtù, si animano di passioni e nobili intenti, ma anche, inevitabilmente, di interessi più concreti e prosaici, meno apertamente dichiarati e tuttavia niente affatto trascurabili. Quale è dunque il vero volto della medicina, al di là delle sue molte maschere? Siamo di fronte a una scienza fredda e neutrale che illude con false speranze, a un cinico mercato della sofferenza? Al «più grande beneficio per l’umanità», come qualcuno afferma rassicurante? Oppure a un teatro complesso e variegato in cui convivono intrecci, scenari, personaggi e comparse multiformi e talora contrastanti? Di questo affollato palcoscenico Cesare Catananti offre una panoramica da dietro le quinte, con l’occhio di chi bene ne conosce le finzioni e gli orpelli, ma anche le potenzialità e i valori. Ci propone un viaggio dal di dentro nel ‘pianeta-medicina’, colto nei suoi aspetti più rilevanti (il rapporto medico-paziente, il ruolo delle industrie farmaceutiche e della ricerca scientifica, le medicine alternative, il potere dell’informazione, i conflitti di interesse, le esasperazioni del ‘modello americano’) con un approccio diretto e puntuale, un’analisi brillante e disincantata, capace di guardare con giusto realismo senza per questo abdicare all’istanza etica. Su di essa infatti, in ultima analisi, la medicina configura il proprio volto autentico, quello della solidarietà di chi si fa prossimo all’umanità sofferente e frantumata del malato, e alle sirene dell’onnipotenza oppone ogni giorno la sapiente ironia dell’antico proverbio: «medico cura te stesso».
Cesare Catananti è direttore sanitario del Policlinico Gemelli di Roma e docente di Storia della medicina all’Università Cattolica di Roma.