Fino a oggi nessuno storico aveva provato mai a seguire i garibaldini, ad uno ad uno, oltre la soglia dei loro vent'anni: ritrovandone le tracce disperse, quasi pedinandoli nella vita spesso lunga e spesso travagliata che succedette alla loro formidabile giovinezza. È quanto ha voluto e saputo fare Eva Cecchinato.
Sergio Luzzatto, "Corriere della Sera"
La storia di Garibaldi, dei garibaldini trasformisti o sconfitti copre decenni della storia d'Italia, riguarda anche la 'zona grigia' del popolo e il ruolo della chiesa e, tra fascismo e antifascismo, arriva fino a noi, figli ignoranti.
Goffredo Fofi, "Internazionale"
Eva Cecchinato riesce in un'impresa che ha del miracoloso. La scommessa è quella di far convivere monarchici e repubblicani, moderati ed estremisti, conservatori e rivoluzionari: tutti l'un contro l'altro impegnati nell'improbabile assemblarsi di un'Italia unita che cambia volto e connotazione a seconda delle parti che la evocano.
Giorgio Boatti, "Tuttolibri"
Popolani e borghesi, nobili e artigiani, analfabeti e letterati, spretati, donne, spiriti liberi e politici navigati: il mondo garibaldino era un mosaico composito di aspirazioni, passioni, ideali, percorsi di vita. Il libro ricostruisce la parabola delle camicie rosse, dalla nascita Regno d'Italia fino al 1915, con particolare attenzione alle fasi cruciali del primo decennio post-unitario accompagnate da fratture e conflitti a volte feroci. Ma mette in luce anche un carattere che al garibaldinismo era intrinsecamente legato, l'internazionalismo. A questa dimensione sovranazionale si collega la vicenda dei volontari del 1914 in Francia, che anticipa la scelta di campo dell'Italia nella Grande Guerra. Nel racconto appassionante di Eva Cecchinato, itinerari individuali e collettivi contribuiscono a dare un volto a un simbolo vivo e al tempo stesso ingombrante.