"Meretrix Augusta", ovvero prostituta imperiale. Con questo non invidiabile epiteto, il poeta satirico Giovenale tramandò nei secoli l'immagine di Messalina, moglie dell'imperatore Claudio e figura di grande rilievo nella Roma del I secolo. Che cosa si nasconde dietro la leggenda nera che ha infamato il ricordo di questa giovane aristocratica? Non solo Giovenale, infatti, ma molti storici romani - Tacito, Svetonio, Cassio Dione sono i più conosciuti - la descrivono impietosamente come una ninfomane dedita all'appropriazione indebita di tutto, uomini e cose. Quello che suscita sconcerto particolare è una sua supposta bigamia, un legame con il patrizio romano Caio Silio. Che cosa spinge la moglie dell'imperatore, madre di suo figlio Britannico, a comportarsi in questo modo? Questo libro intende fornire una chiave di lettura riguardo a cosa, in realtà, si nasconde dietro questa narrazione su Messalina. Era davvero una adultera e una donna inadatta a coprire il suo ruolo regale o è stata artefice del proprio destino, rendendosi protagonista di una vera e propria congiura politica volta a spodestare il marito?
La donna romana raffigurata dagli scrittori antichi o negli elogi funebri appare una donna ideale, moglie e madre integerrima, dedita alla casa e alla famiglia, sottratta allo sguardo e al contatto con gli estranei. Per contrasto, le donne "facili", di condizione sociale e economica inferiore, e le schiave, sono prive di qualsiasi statuto e considerazione. Attraverso l'uso critico delle fonti disponibili, il volume disegna il profilo variegato della donna nella società dell'antica Roma, cogliendola nelle diverse dimensioni: il diritto e la famiglia, il matrimonio, l'educazione ricevuta e quella impartita ai figli, il quotidiano, l'abbigliamento e la cura di sé, i costumi sessuali, la religione e il lavoro. Ci sono, dunque, molte donne romane: le storie raccontate nell'ultimo capitolo ci parlano di alcune di loro.
La donna romana descritta dagli scrittori antichi o negli elogi funebri appare una donna ideale, moglie e madre integerrima, dedita alla casa e alla famiglia, sottratta allo sguardo e al contatto con gli estranei. Dall'altra parte ci sono le donne "facili", di condizione sociale ed economica inferiore o schiave, puro oggetto sessuale privo di qualsiasi considerazione. Gli stessi scrittori, però, e soprattutto le fonti epigrafiche, archeologiche e giuridiche, ci parlano spesso di donne diverse, ricche e volitive, decise e capaci di farsi strada in un mondo di uomini, donne autosufficienti economicamente, dotate di visibilità e impegnate per la comunità.