
Cosa è giusto non sapere o non dire per tutelare noi stessi e le relazioni in cui siamo immersi? Nella società contemporanea c'è ancora spazio per il segreto? "Non dirlo a nessuno". Chi non ha mai pronunciato questa frase? E quali responsabilità implica per chi custodisce un segreto? Accanto alla capacità di parlare, quella di saper tacere ha avuto uguale importanza nella storia delle società umane: il segreto - imponendo un patto, talvolta anche indesiderato - crea e distrugge gruppi, genera inclusione ed esclusione, plasma comportamenti e relazioni. E oggi, nella nostra società digitale, dove la caccia a verità e informazioni nascoste sembra essere una moda e dove con un clic puoi distruggere identità ed equilibri delle persone, che significato può assumere questa parola?
Speranze e nostalgie, desideri e rimpianti, pregiudizi ed esperienze, di chi si è allontanato dalle proprie origini. Più della metà degli italiani non vive nel posto dove è nato e, spesso, viaggia regolarmente tra più città. Che si parta per studio, per intraprendere carriere, per spirito d'avventura o perché si deve, nella biografia di ciascuno vi sono luoghi lasciati e ritrovati, confronti, tentativi di integrarsi, spaesamenti, ma anche affrancamenti e conquiste. Un insieme di emozioni e vissuti ambivalenti che costituisce la trama di questo confronto tra due sociologi, condotto anche a partire dalle loro esperienze personali: un professore milanese stabilitosi in Calabria e il suo allievo che ha vissuto il percorso inverso. Un piccolo contributo a una «storia intima» d'Italia, un esercizio di empatia per favorire la capacità di ciascuno di immaginare e comprendere l'altro.