Per la prima volta in oltre trent'anni, grazie a una fonte istituzionale mai ascoltata in precedenza, è possibile indicare il luogo dove sarebbe stata portata la famosa agenda rossa di Paolo Borsellino. Non solo: abbiamo delle indicazioni su cosa vi fosse scritto. Ma i dubbi e le ombre affrontati in questo libro non si fermano qui. L'attentato in via D'Amelio fu davvero condotto solo con un'autobomba? Perché la borsa del giudice ucciso è stata restituita ai familiari con mesi di ritardo, senza verbale di riconsegna e, soprattutto, stranamente vuota? E quali carte conteneva il giorno dell'attentato, che sembrano scomparse agli albori delle indagini? Servendosi di nuovi documenti e testimonianze, l'autore delinea il contesto di isolamento e delegittimazione vissuto da Borsellino nelle settimane precedenti la sua morte, e individua una concreta pista d'indagine sulla scomparsa dei documenti in possesso del giudice. Dopo questo libro, sarà possibile svelare finalmente quella che Fiammetta, la figlia del magistrato, ha definito "la verità della menzogna" su una delle stragi più spaventose dell'Italia repubblicana. Chi è il traditore nel nido di vipere? Quante bombe sono esplose il 19 luglio? Cosa aveva scoperto Paolo Borsellino indagando sul movente dell'attentato di Capaci? Un'inchiesta destabilizzante riscrive la storia della strage del 19 luglio 1992 attraverso documenti inediti, nuovi testimoni mai ascoltati in un'aula di tribunale e una rilettura delle fonti processuali.
Ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, don Pino Puglisi è stato la prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa. Come ha dichiarato Papa Francesco: "è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto". "Don Puglisi parla ancora alla coscienza del nostro tempo. Nuovi e interessanti elementi vengono da uno studio come quello di Vincenzo Ceruso, che con finezza si è chinato sulla vita di Puglisi per scrutarne l'ordito. Le pagine di questo volume danno al lettore un ritratto a tutto tondo del parroco di Brancaccio, un uomo pieno di vita, di sogni e di domande. È stato un cristiano vero, un siciliano non autoreferenziale né complessato. Questo libro ci aiuta a capire meglio la storia dell'uomo Puglisi, che emerge in tutta la sua affascinante grandezza". Dalla Prefazione di Andrea Riccardi.
Il nome della Comunità di Sant’Egidio è noto in tutto il mondo come un nome di pace, dal Mozambico al Pakistan, dalla Siria al San Salvador. La vita quotidiana della Comunità, fondata a Roma da Andrea Riccardi, è intessuta di amicizia con i poveri: la distribuzione di cibo a coloro che vivono per strada, la visita ad un anziano in istituto, l’accoglienza ai rifugiati attraverso i corridoi umanitari. Qual è il segreto di questo movimento ecclesiale, nato nel clima incandescente del ‘68, all’indomani del Concilio Vaticano II? Preghiera, poveri, pace: così papa Francesco ha sintetizzato il cammino di Sant’Egidio. Attraverso documenti inediti e testimonianze dirette, il libro ricostruisce la storia di questa rivoluzione cristiana.
Don Giuseppe Puglisi, per tutti Pino, fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 nel quartiere palermitano di Brancaccio, dove era nato e cresciuto. L'impegno, il carisma, la vita esemplare fanno sì che "don Puglisi parli ancora alla coscienza del nostro tempo" come scrive il ministro Andrea Riccardi nella prefazione. "Le pagine di questo volume" continua Riccardi, "danno al lettore un ritratto a tutto tondo del parroco di Brancaccio, un uomo pieno di vita, di sogni e di domande, un cristiano vero, un siciliano non autoreferenziale né complessato", una figura che merita di essere compresa ed emergere "in tutta la sua affascinante grandezza".
Don Giuseppe Puglisi, per tutti Pino, fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 nel quartiere palermitano di Brancaccio, dove era nato e cresciuto. L'impegno, il carisma, la vita esemplare fanno sì che "don Puglisi parli ancora alla coscienza del nostro tempo" come scrive il ministro Andrea Riccardi nella prefazione del volume. "Le pagine di questo volume" continua Riccardi, "danno al lettore un ritratto a tutto tondo del parroco di Brancaccio, un uomo pieno di vita, di sogni e di domande, un cristiano vero, un siciliano non autoreferenziale né complessato", una figura che merita di essere compresa ed emergere "in tutta la sua affascinante grandezza".