Questa è una raccolta di testimonianze. A firmarla, alcuni dei più apprezzati scrittori internazionali, che hanno raggiunto il centro caldo del conflitto israelo-palestinese, Gaza e la Cisgiordania, per raccontare le esistenze di chi da cinquant'anni, all'ombra del muro, affronta l'occupazione. Mario Vargas Uosa e Dave Eggers, Colum McCann e Colm Tóibín, Jacqueline Woodson e Geraldine Brooks, tra gli altri, restituiscono al lettore le storie e le esperienze di chi vive oggi tra Israele e Palestina; le code interminabili ai checkpoint, le strade bloccate o aperte solo ai coloni, gli arresti e i fermi ingiustificati e senza garanzie, le barriere culturali che segnano la quotidianità dei rapporti tra israeliani e palestinesi. Contributi che nascono dalle giornate che ciascun autore ha trascorso nei territori occupati; un viaggio collettivo, mosso dall'esigenza di sposare letteratura e impegno civile, di dare forma alla materia più urgente e difficile da raccontare: la guerra di ogni giorno. Un impegno promosso dall'associazione Breaking the Silence, formata da ex soldati israeliani che dal marzo 2004 hanno scelto di combattere, da civili, in difesa dei diritti del popolo palestinese. A Michael Chabon e Ayelet Waldman, tra le penne più brillanti della letteratura contemporanea, il compito di realizzare il progetto, contattare i colleghi scrittori, invitarli a prestare ascolto e prendere posizione. Perché per capire davvero un conflitto che dura ormai da oltre mezzo secolo, la cronaca della violenza e della distruzione non può bastare: occorre entrare nelle case delle persone e calcare le strade riarse della terra degli ulivi, parlare e farsi raccontare. E poi, raccontare ancora.
Cosa sarebbe successo se, come aveva proposto Roosevelt, l'Alaska, e non Israele, fosse diventata dopo il 1945 la patria degli ebrei? Nell"'Alyeska" di Michael Chabon si parla yiddish e l'agente Meyer Landsman si imbatte nel cadavere di un campione di scacchi eroinomane. Mentre nelle strade di Sitka, la capitale, si sfidano gangster ortodossi e rabbini in attesa di un Messia che riporti il popolo eletto a Gerusalemme, Landsman deve risolvere il caso con l'aiuto di un cugino metà ebreo e metà eschimese e del suo capo, nonché ex moglie.
Agosto 2004. Archy si prende cura di un neonato non suo per allenarsi ad accudire il primo figlio in arrivo. L'amico e socio Nat rimugina sui presagi di sventura che aleggiano attorno al loro negozio di dischi, il Brokeland Records, tempio dei vinili usati tra Berkeley e Oakland. Le loro mogli Gwen e Aviva, ostetriche a cui si deve l'ingresso nel mondo di un migliaio di concittadini, raggiungono una paziente per un parto difficile in una casa di legno affacciata sul canyon. Julie, figlio quindicenne di Nat e Aviva, si innamora di Titus, venuto dal Texas e dal passato di Archy. Attorno a loro, una ragazza etiope con occhi da cerbiatta e dita che odorano di spezie, un impresario di pompe funebri abituato a immaginare una lapide appropriata per ogni persona che incontra, un campione di kung fu che negli anni Settanta era stato una gloria del cinema nero, un anziano musicista con un pappagallo intelligente e sboccato appollaiato sulla spalla e perfino, in un carneo, il futuro senatore e presidente Obama. Mentre l'ex campione di football Gibson Goode, quinto uomo di colore più ricco d'America, percorre sul suo dirigibile nero e rosso i cieli della California settentrionale, pronto a sbarcare in Telegraph Avenue, a pochi isolati dal Brokeland, con uno dei suoi giganteschi megastore...
Dopo grandi romanzi come Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay , con cui ha vinto il premio Pulitzer, Michael Chabon si cimenta qui in un’impresa del tutto nuova, un libro diverso e forse il più vero che abbia mai scritto. Tra queste pagine, senza peli sulla lingua e con una straordinaria capacità di aprire squarci di senso nuovi nella realtà di ogni giorno, il grande scrittore reinventa la propria storia di figlio, di marito e soprattutto di padre, dando vita a una sorta di appassionata autobiografia che quasi si fa romanzo. In un formidabile intreccio di storie, Chabon evoca un’infanzia in cui ha goduto di libertà precluse ai bambini di oggi, il divorzio dei genitori, la vertiginosa commedia dell’adolescenza, la scoperta della cultura pop, la fine di un matrimonio sbagliato, l’incontro con la compagna della sua vita; e rivive quei momenti attraverso le esperienze dell’irresistibile quartetto di figli che con la moglie si trova a crescere ed educare, sapendo fin troppo bene che un padre altro non è che “un uomo che fallisce ogni giorno”. Uomini si diventa è un manuale poco pratico di paternità, un timido manifesto sul maschio di oggi, ma anche una vita ricostruita per frammenti, la vera storia di un grande inventore di storie.
Cosa sarebbe successo se, come aveva proposto Roosevelt, l'Alaska, e non Israele, fosse diventata dopo il 1945 la patria degli ebrei? Nell"'Alyeska" di Michael Chabon si parla yiddish e l'agente Meyer Landsman si imbatte nel cadavere di un campione di scacchi eroinomane. Mentre nelle strade di Sitka, la capitale, si sfidano gangster ortodossi e rabbini in attesa di un Messia che riporti il popolo eletto a Gerusalemme, Landsman deve risolvere il caso con l'aiuto di un cugino metà ebreo e metà eschimese e del suo capo, nonché ex moglie.
Storie di ordinaria follia, di quotidiano imbarazzo, di irresistibile vanità. In nove racconti, Chabon coglie con ironia i momenti cruciali della vita di esseri umani normalissimi e paradossali: un bambino che crede di essere un lupo mannaro; una coppia in crisi che ritrova una parvenza di serenità grazie a un demenziale agente immobiliare; una donna vittima di uno stupro che si scopre incinta e decide di tenere il figlio, imprimendo al proprio matrimonio una svolta sorprendente; un ottico fallito, che decide di rapinare la nonna dell'ex moglie, e assiste impotente a un evento che lo libera dalla sua disperazione; la vicenda di un archeologo che, in un crescendo di mistero e di orrore, scopre i terribili segreti di una cittadina e dei suoi abitanti.
Nella campagna inglese del 1944 un uomo di quasi novant'anni - il grande Sherlock Holmes, secondo alcune voci - sembra più interessato ad accudire le sue api che alla guerra che devasta l'Europa. Poi, in un giorno d'estate uguale a tanti altri, incontra Linus Steinmann: un bambino di soli nove anni a cui le crudeltà della Germania nazista hanno tolto la famiglia e la voce. Linus è muto, e il suo unico compagno di viaggio è un pappagallo grigio africano, da cui non si separa mai. Ma qual è il significato della litania di numeri che l'uccello recita in continuazione, per giunta in tedesco? Qualcuno è pronto a scommettere che si tratti di un misterioso codice usato dai nazisti.