Lo studio sulle forme dell'abitare parte dal presupposto che tra il corpo e lo spazio vi sia una relazione di coappartenenza e si attivi una comunicazione che diviene fortemente significativa nella casa, luogo dell'identità e della memoria, dell'esperienza personale e intersoggettiva. L'autrice analizza i modelli abitativi che accompagnano la borghesia in ascesa dell'Ottocento e quella avanzata del Novecento; essi, infatti, restituiscono fedelmente e processualmente il "volto" dell'individuo e della classe sociale di appartenenza. Nella casa del borghese si collocano e si cristallizzano i valori in cui egli si identifica e che caratterizzano la sua vita privata e pubblica: razionalità, ordine, solidità familiare, relazione con Alter, definizione dei ruoli e condivisione dello status. Quello della casa è un bisogno individuale e collettivo che mobilita e contiene dinamiche fisiche, psichiche, antropologiche, sociali e culturali: l'abitazione garantisce - a livello simbolico e materiale - la "fissità" necessaria ad allontanare il senso di spaesamento e sradicamento che caratterizza l'individuo-flâneur contemporaneo.
Questo libro ripercorre la storia della sociologia visuale, area disciplinare complessa e relativamente giovane, che si occupa da alcuni decenni dell'universo delle immagini. Nata negli Stati Uniti, la visual sociology è scienza di osservazione e di analisi con un campo operativo assai vasto, che spazia dalla fotografia al film; il sociologo visuale è colui che prende in esame materiali già esistenti (sociologia sulle immagini) o che si avvale di tecniche di analisi ormai consolidate, per divenire "costruttore" di icone (sociologia con le immagini).