Il cambiamento climatico nel nostro pianeta non sta solo modificando a breve e a lungo termine l'ambiente, sta anche inducendo gravi problemi di salute mentale, che dipendono dai contesti, dalla vulnerabilità dei gruppi e dall'impatto di tale cambiamento sulle varie realtà territoriali. Sul versante individuale, tratti temperamentali, come la meteorosensibilità, predispongono a veri e propri disturbi mentali, mentre l'ampia esposizione mediatica contribuisce a creare nuove condizioni patologiche, come l'ecoansia. Scenari inquietanti, che rendono necessarie nuove strategie per contrastare questo fenomeno e nuove risorse terapeutiche per affrontarlo.
Dagli anni '80 il mondo non è più lo stesso. La società ha incontrato dei cambiamenti radicali e due generazioni almeno sono rimaste intrappolate nell'interregno tra due ere: la Modernità e ciò che viene dopo. Le cose si trasformano, ciò che conoscevamo viene ritirato dal giro, le piste dei nostri genitori, come le lunghe autostrade del Sud, finiscono sull'erba; non un ingegnere, non un capomastro, non un saggio sull'altopiano dove siamo finiti; ove batte un vento globale che non muove le pale eoliche. Circondati da voci, echi e sussurri, la sensazione è di svanire nel caos. Perché non ci hanno avvertiti? Così vaghiamo "privi di categorie", in questo arcipelago di scorie (o detriti), con strumenti relazionali che funzionano ad intermittenza, mentre solo i dubbi sono costanti. Questo testo parla del nostro mondo, come se fosse un figlio che non riconosciamo, un amante sbucato dal passato, un colpo di vento che ha condotto le nubi ed eclissato il futuro.