Nel 1848 la rivoluzione cominciò a Palermo e si diffuse subito in tutta Europa. Folle enormi si radunarono in nome della democrazia e dell'indipendenza nazionale in un flusso inarrestabile che cancellò, in pochi mesi, l'ordine politico che reggeva il continente dalla sconfitta di Napoleone. Alcuni governanti si arresero subito, altri combatterono aspramente, ma ovunque si fecero strada nuovi politici, nuove convinzioni e nuove speranze, portando a cambiamenti significativi e duraturi che continuano a plasmare il nostro mondo: il ruolo delle donne nella società, la fine della schiavitù, il diritto al lavoro, l'indipendenza nazionale e l'emancipazione degli ebrei. Christopher Clark, il grande storico autore del bestseller mondiale "I sonnambuli", descrive il 1848 come la «camera di collisione al centro del XIX secolo». Frutto di una ricerca meticolosa, elegantemente scritto e ricco di descrizioni di figure carismatiche, questo libro offre una nuova interpretazione del 1848. Clark, infatti, evoca questo incredibile fermento di idee nuove, ma anche la serie sempre più spietata ed efficace di contrattacchi lanciati dagli antichi regimi. Nonostante la sconfitta, gli esuli diffusero le idee del 1848 in tutto il mondo e dalle macerie emerse un'Europa nuova e molto diversa.
Da sempre, chi detiene il potere politico cerca di controllare il tempo: c'è stato chi lo ha fatto modificando il calendario, chi utilizzando gli orologi per controllare la vita dei propri sudditi, chi cambiando il fuso orario al proprio paese. Ma, soprattutto, proponendo una propria interpretazione del tempo storico. Quale che sia la forma del potere, infatti, una cultura o un regime adottano una concezione del tempo caratterizzata da «specifiche interpretazioni di ciò che è temporalmente rilevante». Ci saranno così alcuni segmenti del passato che vengono sentiti come vicini e intimamente connessi al presente e altri invece come estranei e remoti. Concretamente Christopher Clark, un gigante della storiografia contemporanea, ci mostra come, rispettivamente, la Prussia di Federico Guglielmo e quella di Federico II, la Germania di Bismarck e quella del Terzo Reich optarono ciascuna per diverse concezioni del tempo e della storia con enormi conseguenze politiche e culturali. Questi casi specifici ci aiutano a comprendere come il tempo non costituisce una sostanza neutra o universale nel cui vuoto si svolge qualcosa chiamato 'storia', bensì una costruzione contingente che ha avuto forme, strutture e trame diverse. Un libro che testimonia una vera e propria 'svolta temporale' negli studi storici, un mutamento di sensibilità paragonabile a quello delle svolte linguistiche e culturali degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Una lettura per tutti coloro che vogliano conoscere e approfondire una di quelle rimodulazioni dell'attenzione mediante cui la disciplina storica periodicamente si rinnova.
1914. Re, imperatori, ministri, ambasciatori, generali: chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo, apparentemente vigile ma non in grado di vedere, tormentato dagli incubi ma cieco di fronte alla realtà dell’orrore che stava per portare nel mondo. L’Europa si avviava inconsapevole al dramma. Non sapeva di essere fragile, frammentata, dilaniata da ideologie in lotta, dal terrorismo, dalle contese politiche. Così l’atto terroristico compiuto con sconcertante efficienza ai danni dell’arciduca d’Austria ha un esito fatale: la liberazione della Bosnia dal dominio asburgico e l’affermazione di un nuovo e potente Stato serbo, ma anche il crollo di quattro grandi imperi, la morte di milioni di persone e la fine di un’intera civiltà.
La mañana del 28 de junio de 1914, cuando el archiduque de Austria, Francisco Fernando, y su esposa, Sofía Chotek, llegaron a la estación de tren de Sarajevo, en Europa reinaba la paz. Treinta y siete días después, el continente estaba en guerra. La contienda tendría como resultado veinte millones de muertos, destruiría tres imperios y alteraría de forma permanente la historia mundial. Sonámbulos revela con todo detalle cómo se desató la crisis que condujo a la Primera Guerra Mundial. Basándose en fuentes primarias, traza los caminos que llevaron a la guerra con una narrativa llena de acción que cubre minuto a minuto todo lo que ocurrió en los centros clave de Viena, Berlín, San Petersburgo, París, Londres y Belgrado. Christopher Clark repasa las décadas de historia que conformaron los acontecimientos de 1914, y analiza los mutuos malentendidos y los gestos involuntarios que hicieron que se desatara la crisis en pocas semanas. Basado en una meticulosa investigación y brillantemente escrito, este libro es un análisis magistral de uno de los dramas más importantes de los tiempos modernos. Ofrece una nueva visión de la Primera Guerra Mundial en la que no se priman las batallas y las atrocidades de la propia contienda, sino los complejos acontecimientos y relaciones que llevaron a un grupo de líderes bien intenciona...
La mattina di domenica 28 giugno 1914, l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e sua moglie Sofia arrivarono in treno a Sarajevo e salirono a bordo di un'autovettura, imboccando il lungofiume Appel, per raggiungere il municipio. Non apparivano affatto preoccupati per la loro sicurezza. Venivano da tre giorni di soggiorno nella cittadina di vacanze di llidze, dove non avevano incontrato che facce amiche. Avevano perfino avuto il tempo per un'imprevista visita al bazar di Sarajevo, dove avevano potuto muoversi senza essere disturbati nelle viuzze affollate di gente. Non sapevano che Gavrilo Princip, il giovane serbo bosniaco che li avrebbe uccisi solo tre giorni dopo, era anch'egli nel bazar, intento a seguire i loro movimenti. Anche l'Europa si avviava inconsapevole al dramma. Non sapeva di essere fragile, frammentata, dilaniata da ideologie in lotta, dal terrorismo, dalle contese politiche. Così l'atto terroristico compiuto con sconcertante efficienza da Gavrilo Princip ai danni dell'arciduca ha un esito fatale: la liberazione della Bosnia dal dominio asburgico e l'affermazione di un nuovo e potente Stato serbo, ma anche il crollo di quattro grandi imperi, la morte di milioni di persone e la fine di un'intera civiltà.