La crisi economica mondiale ha posto l'Unione europea di fronte alla più importante crisi della sua storia, una crisi che è insieme economica, demografica, ecologica, politica e istituzionale. E che vede proprio l'Unione trascinata sul banco degli imputati, accusata di aver portato alla debolezza dell'euro, di aver provocato la recessione imponendo l'austerità, di aver marginalizzato l'azione politica. Oggi molti guardano all'Europa unita con scetticismo e non sono pochi quelli che predicano un ritorno agli Stati-Nazione. Ma è davvero questa la via d'uscita dalla crisi? Daniel Cohn-Bendit e Guy Verhofstadt, due profondi conoscitori dell'Unione europea e dei complessi meccanismi delle sue istituzioni, sono convinti di no. Anzi: i problemi che attualmente affliggono il Vecchio Continente (crisi economica, immigrazione dai paesi del Terzo Mondo, disoccupazione, depauperamento delle risorse) potranno trovare una soluzione soltanto attraverso il potenziamento del progetto di integrazione e l'adozione di un modello federale, retto da istituzioni sovranazionali che facciano capo a un Parlamento europeo. A chi pensa che sia stato l'euro ad aver mandato in rovina il bilancio delle famiglie, gli autori rispondono che, l'unione monetaria è l'unica via per ruscire dall declino degli Stati europei nel contesto dell'economia mondiale, trainata dalle potenze emergenti, come Cina, India, Brasile, Russia, Messico. Con un'intervista di Jean Quatremer.
Il manifesto politico del leader di Europe Ecologie, rivoluzionaria sorpresa in Francia nelle ultime elezioni europee, pubblicato con una prefazione dell'autore scritta appositamente per l'edizione italiana. Daniel Cohn-Bendit, ex leader del Maggio francese, è il portavoce di una visione sociale utopistica, ma anche un deputato europeo realista, che ben conosce regole e meccanismi delle istituzioni. Questa commistione di realismo e utopia gli conferisce tutta l'autorità per affermare che il cambiamento è possibile, a condizione che sia radicale. La convergenza delle tre grandi crisi ecologica, finanziaria e sociale - ci obbliga a rimettere in discussione tout court le nostre abitudini, i nostri consumi, le nostre ideologie. Se urge rivedere il nostro modo di pensare, se è più che mai necessario riscrivere i concetti di democrazia, economia, regolamentazione finanziaria, è parimenti indispensabile permettere al cittadino di prendersi tutto lo spazio che gli compete nel cambiamento sociale. Mostrando la vivacità di un leader, la libertà di tono di un anticonformista e l'audacia di un riformatore sociale, Cohn-Bendit propone un nuovo modo di fare politica, e soprattutto una nuova prospettiva per la sinistra.