Una buona regola di vita non costringe ma guida; apre gli occhi sulla bellezza della fede; negli eventi imprevisti aiuta a tenere fisso lo sguardo sulla meta; indica la via da percorrere con fede nella propria professione, nei luoghi di lavoro, in famiglia.
Il testo della regola della comunità di Reuilly è ricco di una lunga esperienza vissuta, ascoltata, raccolta. Porta l'impronta di colei che l'ha scritta: una donna che parla a una comunità di donne e introduce un linguaggio caratterizzato da preghiera, umanità e poesia. Un testo, i cui capitoli centrali sono certamente redatti per una comunità specifica, ma che si presta a essere un itinerario di fede e d'impegno al seguito di Cristo per ogni credente.
Presentazione. Introduzione. Ecco la regola di un'esistenza santa. Premesse. I. Voi lo amate, senza averlo visto; e ora, senza vederlo, credete in lui. II. Mettersi volentieri al servizio di tutti. III. Voglio entrare in questa sublime condizione dell'ordine e dell'amore. IV. Se vuoi, vieni! V. E tu fosti mia. VI. Alla luce del suo Amen. VII. Liturgia: molteplice incontro. Epilogo. Indice delle referenze relative ai testi in corsivo.
La COMUNITÀ DI REUILLY è una comunità monastica protestante di diaconesse situata nei pressi di Versailles (Francia): dal 1974 al 1995 è stata retta dalla priora suor Myriam (1925-2010), autrice di questa regola di vita. La costituzione della Comunità delle Diaconesse di Reuilly risale al 1841, per impulso del pastore protestante Antoine Vermeil e di Caroline Malvesin. Sulla scorta dell'esempio delle comunità fondate da san Vincenzo De Paoli, le diaconesse si sono poste l'obiettivo di esercitare la carità, nel servizio della comunità e con l'intento di allacciare un dialogo di fraternità tra le Chiese. "Vegliate e pregate": questo il motto consegnato dalla Malvesin alle sue diaconesse.