Spaziando dal bombardamento della Moneda, alla guerra d'Argentina, ai campi di morte delle montagne guatemalteche, Cooper racconta le esperienze di due decenni in America Latina. Nel Salvador schiacciato dalla dittatura militare, a Managua subito dopo le elezioni che decretarono la fine del governo sandinista, e a Panama, alla fine del 1989, a pochi giorni dall'invasione statunitense. Marc Cooper, non facendo mistero della sua propensione per la sinistra, si muove sui fronti di guerra come se praticasse una bizzarra forma di turismo, attento a ciò che vede e sente, scoprendo "la verità acquattata in qualche angolo remoto e malsano".
Marc Cooper viveva in Cile all'epoca del golpe militare che ha sovvertito il governo di Salvador Allende, per il quale lavorava come traduttore. A venticinque anni dagli avvenimenti che lo hanno costretto alla fuga, Cooper torna in Cile, descrive un paese che è solo in apparenza democratico, osserva con uno sguardo memore del passato una società che ha subito fortissimi traumi, ancora non rimarginati. "Io e Pinochet" racconta i momenti decisivi del governo di Allende, il terrore del golpe, la delusione di una pseudodemocrazia fino all'arresto di Pinochet.