Dopo quattro lunghi viaggi in Vespa attraverso 134 paesi, dopo più di 250.000 chilometri in sella alle sue due ruote, nel 2004 Giorgio Bettinelli decide di iniziare una nuova vita in Cina. Compra una casa sulla riva sinistra del Mekong, si sposa. Sembra l'avvio di una stagione della vita più sedentaria, o almeno più tranquilla. E invece il demone del movimento è di nuovo in agguato. Il quinto viaggio comincia nel maggio del 2006. Questa volta è un viaggio in un paese solo, ma toccherà tutte le trentatré realtà geografiche che compongono l'immenso mosaico cinese: un All China Tour su due ruote in cui con ironia, con affabilità, con annotazioni puntuali, Bettinelli fa immergere il lettore nel grande punto interrogativo rappresentato dalla Cina di oggi. Dai minuscoli villaggi di provincia agli immensi cantieri cittadini, dalle strade sconnesse ai modernissimi snodi autostradali, dai deserti sconfinati agli shopping malls all'occidentale. Sono diciotto mesi, 39.000 chilometri, per incontrare nuovi ricchi e contadini, burocrati e donne bellissime, vecchi e giovani, per sentire qualcosa degli infiniti sapori e colori, suoni e silenzi che cadenzano la vita di tutti i giorni nei territori dell'antico Impero Celeste. Per conoscere cosa c'è davvero dentro il nuovo miracolo cinese.
In questa raccolta di articoli comparsi su riviste quali "Gourmet" e "Rolling Stone" e su quotidiani come il "Los Angeles Times", Bourdain guarda il mondo da questa sua nuova situazione di "esiliato" dalle cucine. Gran parte degli articoli è sui toni del precedente "Kitchen Confidential": la fauna di desperados multietnici che popola le cucine di New York, le bevute dopo il turno serale, le atmosfere chiassose e sanguigne, l'epico attaccamento dei cuochi alla loro vita sfasata. Gli scritti sulle cucine di New Mothafuckin' York City sono quelli in cui Bourdain dà il meglio di sé: si va dalla guida ai migliori "deli" di New York, con tanto di indirizzo, descrizione dei piatti e del servizio; all'elogio dell'immigrazione clandestina, di messicani, ecuadoriani e caraibici, che fornisce così tante valide braccia al mondo della ristorazione, molto meglio degli studentelli bianchi, freschi di scuola professionale; alla spiegazione del gergo di cucina.
Affermata scrittrice e giornalista, Anna Quindlen ha nutrito fin da bambina una vera e propria passione per la lettura, che l'ha portata a conoscere le opere più svariate della letteratura mondiale, dai classici del Settecento e dell'Ottocento agli autori impegnati che operarono tra le due guerre, fino agli scrittori della tradizione più moderna. Ed è grazie a queste sue letture che ha sviluppato un amore per quella che, secondo lei, è una città fondamentale e un punto di riferimento essenziale per chiunque si interessi di letteratura: Londra. In questo libro ritrae una città letteraria poi ripercorsa dalla conoscenza personale: dalla città di Patricia Wentworth a quella di dickensiana memoria fino a quella ritratta da Virginia Woolf.
Giornalista in pensione, rimasto vedovo con i figli ormai grandi e indipendenti, Ollivier decide di realizzare un sogno che ha tenuto a lungo nel cassetto, percorrere a piedi la mitica Via della Seta da Istanbul fino a Xi' Changan. Viaggiatore attento e curioso, Ollivier si trasforma in narratore e intrattiene il lettore con una prosa semplice e garbata ma di grande effetto. Dopo "La lunga marcia" e "Verso Samarcanda", in questo terzo volume l'autore narra la parte più impegnativa del suo viaggio, l'ultimo tratto a piedi verso la Cina.
Alla ricerca del divano mai avuto e di una bellissima ex amante, mezza lappone. Sulle tracce di una zia ginnasta che volteggiò alle Olimpiadi di Helsinki. In giro da quasi vent'anni per una Stoccolma sempre diversa, sempre in quella settimana di dicembre. Muove da qui la "Fiesta" boreale di Ennio Cavalli (caporedattore alla Rai, autore di poesie e di romanzi per ragazzi), la sua "corrida" di renne e premi Nobel, tra navi rompighiaccio e miti vichinghi, sotto il sole di mezzanotte. Il Grand Tour scandinavo attraversa Islanda, Svezia, Lapponia, Finlandia, Danimarca, Norvegia, gli arcipelaghi delle Àland e delle Lofoten, si sposta a Bornholm, "l'isola delle aringhe", tocca la Germania dei fratelli Grimm...
Archeologia e astronomia, storia e leggenda, dettagli intimi e affari pubblici, reperti risalenti a 500.000 anni fa e fosse comuni di trent'anni fa sono un tutt'uno in questo appassionante libro. Partito per il Norte Grande cileno con un "profondo pregiudizio verso i deserti in genere", Dorfman scopre tutto il fascino di questa regione e, col suo racconto preciso e suggestivo, riesce a coinvolgere il lettore e a farlo partecipe del suo viaggio. Ariel Dorfman, narratore, scrittore di teatro, giornalista e poeta, fu costretto all'esilio dopo il golpe militare del 1973. Attualmente vive fra gli Stati Uniti e Santiago del Cile. È considerato uno dei più importanti autori cileni viventi.
Partendo dal frutto tentatore del giardino dell'Eden fino ad arrivare al divino foie gras, una maliziosa e divertente carrellata di cibi proibiti che hanno definito le varie culture nel mondo. Associando ciascuno dei piatti tabù a uno dei sette peccati capitali, l'autore ci mostra che, quando un piacere primario come il cibo viene criminalizzato, la storia che ne nasce è a dir poco sorprendente. Ricco di storie incredibili e dei racconti di viaggio dell'autore in luoghi esotici, "Nel giardino del diavolo" è un libro singolare che coniuga l'amore per il cibo e la curiosità per la cultura ed esprime un grande amore per l'arte del viaggiare.
"L'intera storia d'Italia - e gran parte di quella Europea - sembra concentrarsi in questa terra singolare e affascinante" scrive Francine Prose in questo resoconto di un viaggio attraverso la terra, la storia e il presente contraddittorio della Sicilia. Cattura i luoghi e le genti proponendo un racconto denso di vita quotidiana e un'esplorazione attenta del passato. Dallo splendore dell'anfiteatro greco di Siracusa alla fantasia del barocco seicentesco di Noto, dal piacere del girovagare tra le botteghe, allo sfarzo del carnevale di Acireale: appare immediatamente chiaro come questa terra mediterranea abbia potuto stregare chiunque l'abbia visitata nel corso dei secoli.
Si va in Grecia per visitarne le antiche rovine, si va in Turchia per visitare la Hagia Sophia e in Russia per vedere il Cremlino e la Piazza Rossa, ma Alexia Brue comincia il suo lungo viaggio con un obiettivo diverso: visitare i bagni turchi di tutto il mondo. Dalla Russia alla Finlandia, passando dalla Grecia alla Turchia al Giappone, Alexia Brue si immerge letteralmente in ogni hammam, sauna, banja e onsen trovandone di volta in volta di deludenti e di assolutamente sublimi. E, attraverso la sua esperienza, ci introduce al mondo nascosto e perduto del bagno pubblico, alla sua cultura, alle sue atmosfere, ai rituali e agli accoliti che condividono la sua ossessione.
In una terra immensa e misteriosa come nessuna, madre e figlia si scoprono guida una all'altra in un viaggio che mescola i grandi cicli della natura e della vita. Trascorrono dodici giorni navigando lungo lo Enisej, da Krasnojarsk a Dudinka, passando per molte città. Un viaggio dentro e fuori la storia, quella immensa della Russia e quella personale, unite dalla corrente di un fiume che più di altri ha raccolto i protagonisti, le speranze, i drammi del popolo russo. Sullo Enisej nel XVII secolo i cosacchi costruirono le prime città della conquista siberiana. E ancora sullo Enisej nel 1897 fu esiliato Lenin, nel 1904 Stalin e in era sovietica, migliaia di prigionieri. Ma a fine viaggio, è bello sentire che in Siberia si nasce e si torna a vivere in due.