Tutti noi dovremmo considerare il fatto che in Italia la gestione della morte, evento che riguarda seicentomila persone all'anno - e in ultima istanza, tutti - viene lasciata nell'incertezza e nell'ipocrisia. Anzi nell'unica certezza che la nostra volontà rischia di non venire rispettata. A meno che non combaci con quella di chi ha prodotto la legge sul fine vita, che incombe sulle nostre teste come una spada di Damocle dopo essere stata approvata alla Camera. Se i legislatori avessero guardato un po' più in là dell'opportunismo politico e si fossero messi a considerare la realtà dei fatti, si sarebbero accorti che sono molti, quasi il 70% secondo il Censis, gli italiani che vogliono avere la possibilità di decidere quando interrompere le terapie. Non sono questioni di poco conto il desiderio di mantenere la dignità fino alla fine, di poter stabilire dove e come morire, quanta sofferenza sopportare, quali confini dare a ciò che chiamiamo vita, e la sicurezza che le nostre disposizioni al riguardo verranno rispettate. Sono anzi questioni che andrebbero affrontate senza strumentalizzazioni. Con la verve del polemista, il rigore dei dati, e il calore di un vero medico curante - e ricorrendo al supporto di autorevoli voci, da Umberto Veronesi a Eugenio Scalfari e Ignazio Marino - Paolo Cornaglia Ferraris disegna il quadro della situazione attuale, riepiloga le motivazioni di laici e cattolici sul fine vita, e smaschera le ipocrisie di un sistema che rendendo arduo il morire, rende difficile perfino vivere.
Cercare un buon medico non è cosa facile. Ma anche essere un 'buon paziente' non è facile. Questa guida insegna molte cose: come si cerca un medico al quale potersi affidare serenamente; come scegliere quello di base; quando rivolgersi allo specialista; quali domande fare e cosa è ragionevole attendersi; come esporre i propri sintomi; come interpretare i buoni consigli di farmacisti, omeopati, erboristi e... parenti.
Cornaglia Ferraris descrive le situazioni, gli attori e i registi delle strategie palesi e occulte che stanno rivoluzionando il mondo della sanità. Veniamo così a sapere, ad esempio, che alcuni servizi sanitari, troppo costosi per essere erogati a spese dello Stato, rischiano di passare sotto il monopolio della mano privata. Gli sprechi e le inefficienze hanno dato il colpo decisivo a questo processo, che ormai appare irreversibile. Ma la sanità, come interesse pubblico fondamentale, potrà ancora essere garantita, o la salute sarà un privilegio di chi potrà pagare?
Un libro di denuncia sulla malasanità da parte di chi ha svolto da medico, per venticinque anni, numerosi compiti assistenziali e di ricerca, sempre nel settore pubblico. Gli episodi riportati hanno carattere esemplificativo e sono stati scelti dall'autore perché emblematici di un sistema che da decenni conosce un progressivo degrado culturale e morale. La vittima più comune di questo degrado è stato il comune senso di solidarietà umana, civile e sociale, radice dell'etica e della deontologia medica.
Un anno dopo "Camici e pigiami" un secondo libro dello stesso autore sulla sanità italiana. Il libro completa il precedente e tenta di rispondere soprattutto a una domanda: in seguito all'introduzione della nuova legislazione sanitaria che cosa sta davvero cambiando nello scenario italiano? Dopo avere introdotto i temi forti della riforma, l'autore analizza i comportamenti di chi gestisce, insegna e opera nella sanità. L'ultimo capitolo offre alcune ipotesi di lavoro che consentiranno a medici e infermieri di riflettere sul necessario rapporto fiduciario con i pazienti. In appendice un commento sul decalogo del Tribunale per i diritti del malato e un estratto dello statuto dell'Associazione culturale Camici & Pigiami.