La mela è una di quelle "incredibili mele e pere dipinte da Cézanne" che Woody Allen, in Manhattan, mette tra le dieci cose per le quali vale la pena di vivere. L'accendino è quello di Delitto per delitto: secondo gli esperti un Ronson, modello Adonis, personalizzato. A metterli assieme, la mela di Cézanne e l'accendino di Hitchcock, è stato Godard, in "Histoire(s) du cinema". E questo per dirci che sono ben pochi quelli che conservano memoria della mela di Cézanne in confronto a quanti ricordano l'accendino di Delitto per delitto. Da qui prende le mosse questo libro dedicato alle cose che vediamo nei film, e ai film come luoghi in cui gli oggetti quotidiani sono diventati, almeno nel nostro immaginario, quello che sono. Non solo di caffettiere, panchine e spremiagrumi si tratta, ma anche di una goccia di pioggia su una foglia, della fiamma di un fuoco acceso in riva al mare, di un fossile incastonato in una roccia... Antonio Costa si occupa dunque di ciò che "arreda" il mondo in cui si svolgono le storie, di ciò che sta attorno ai personaggi: delle cose con cui i personaggi entrano in contatto e delle cose che in vario modo entrano nella storia. E se ne occupa da vari punti di vista: narrativo, plastico, simbolico. Indaga cioè sul rapporto tra le cose e le forme cinematografiche: sul perché possiamo dimenticare certi particolari della trama dei film di Hitchcock, ma non dimenticheremo mai determinati oggetti degli stessi film: una chiave, un bicchiere di latte, un accendino...
È il 20 settembre 1905. Davanti a Porta Pia si proietta "La presa di Roma" diretto da Filoteo Albertini. Nasce così il cinema italiano. Evento pubblico che chiama in causa memoria storica, coscienza civile e passioni contrapposte: dai tempi eroici del muto all'ibridazione dei media, l'autore ci spiega cosa è stato il cinema nel nostro paese e cosa oggi ancora è. Ne evidenzia i caratteri originali - attraverso la tipologia dei generi, degli attori e delle opere - e le linee di tendenza, tratteggiando un profilo dell'industria cinematografica come capitolo importante nella storia della formazione dell'identità italiana.
L'opera presenta e discute le relazioni fra cinema e arti visive, intrecciando la prospettiva teorico-metodologica con quella storica. Le dinamiche dell'interazione e degli scambi tra differenti modi di rappresentazione e di fruizione vengono affrontate dal punto di vista teorico-metodologico. La prospettiva storica è stata scelta per studiare i momenti fondamentali dell'interazione fra settori diversi, in particolare le avanguardie storiche e le neoavanguardie.