Data di pubblicazione: Dicembre 2006
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€ 13,00
Non è possibile dubitare che le cose del mondo nel quale abitiamo – le pietre, i monti, i laghi, le stelle, le piante, gli animali, il sangue... – ci si mostrino, ci si manifestino. Le distinguiamo, infatti, le osserviamo, ne parliamo in continuazione, le usiamo, le trattiamo in modo diverso a seconda di come esse, appunto, diversamente si manifestano.
Ma, d’altra parte, non è possibile neppure dubitare che tutte queste cose, prese sia singolarmente sia collettivamente, in un certo modo sfuggano alla nostra osservazione e alla nostra conoscenza. Molte strutture da cui esse sono costituite e molte leggi da cui sono guidate nei loro comportamenti rimangono ignote. Quanto più la scienza attraverso i secoli è riuscita a manifestarle, tanto più si è accorta e ha dimostrato, soprattutto in questi ultimi tempi, che vi sono dei limiti invalicabili in questa radicale impresa.
Nasce allora il fondamentale problema: questa mancanza di manifestazione, che accompagna tutte le cose e tutti i viventi a cui esse si manifestano, è una loro mancanza di essere o è soltanto il nascondimento di parte del loro essere? L’analisi condotta in questo libro del modo nel quale avvengono questa manifestazione e questa perdita porta decisamente alla seconda alternativa. Manifestazione e nascondimento delle cose e dei viventi appaiono allora come i problemi che stanno alla base della loro vita e della loro morte, avvolti però in una nuova luce. E in una nuova luce si presentano anche gli strumenti sovrani che accompagnano e promuovono il cammino verso la loro soluzione: la scienza, la filosofia, la religione.
Angelo Crescini, dopo la laurea in Matematica-fisica e in Filosofia, e la licenza in Teologia, ha conseguito la libera docenza in Filosofia teoretica e in Storia della scienza.
Dal 1954 al 1968 ha insegnato matematica e fisica al liceo scientifico Gaspare Bertoni di Udine. Dal 1968 al 1990 ha insegnato Filosofia della scienza all’Università di Trieste.
L’intento principale delle sue numerose pubblicazioni è stato l’avvicinamento e la mutua comprensione e integrazione delle tre dimensioni fondamentali della cultura umana: scientifica, filosofica e religiosa.
Non è possibile dubitare che le cose del mondo nel quale abitiamo – le pietre, i monti, i laghi, le stelle, le piante, gli animali, il sangue... – ci si mostrino, ci si manifestino. Le distinguiamo, infatti, le osserviamo, ne parliamo in continuazione, le usiamo, le trattiamo in modo diverso a seconda di come esse, appunto, diversamente si manifestano.
Ma, d’altra parte, non è possibile neppure dubitare che tutte queste cose, prese sia singolarmente sia collettivamente, in un certo modo sfuggano alla nostra osservazione e alla nostra conoscenza. Molte strutture da cui esse sono costituite e molte leggi da cui sono guidate nei loro comportamenti rimangono ignote. Quanto più la scienza attraverso i secoli è riuscita a manifestarle, tanto più si è accorta e ha dimostrato, soprattutto in questi ultimi tempi, che vi sono dei limiti invalicabili in questa radicale impresa.
Nasce allora il fondamentale problema: questa mancanza di manifestazione, che accompagna tutte le cose e tutti i viventi a cui esse si manifestano, è una loro mancanza di essere o è soltanto il nascondimento di parte del loro essere? L’analisi condotta in questo libro del modo nel quale avvengono questa manifestazione e questa perdita porta decisamente alla seconda alternativa. Manifestazione e nascondimento delle cose e dei viventi appaiono allora come i problemi che stanno alla base della loro vita e della loro morte, avvolti però in una nuova luce. E in una nuova luce si presentano anche gli strumenti sovrani che accompagnano e promuovono il cammino verso la loro soluzione: la scienza, la filosofia, la religione.
Angelo Crescini, dopo la laurea in Matematica-fisica e in Filosofia, e la licenza in Teologia, ha conseguito la libera docenza in Filosofia teoretica e in Storia della scienza.
Dal 1954 al 1968 ha insegnato matematica e fisica al liceo scientifico Gaspare Bertoni di Udine. Dal 1968 al 1990 ha insegnato Filosofia della scienza all’Università di Trieste.
L’intento principale delle sue numerose pubblicazioni è stato l’avvicinamento e la mutua comprensione e integrazione delle tre dimensioni fondamentali della cultura umana: scientifica, filosofica e religiosa.