Il volume nasce dal desiderio di dialogare con il silenzio, accompagnati dalle riflessioni e dalle esperienze di pedagogisti e filosofi dell'educazione, oltre che dalla voce di chi a vario titolo ha sperimentato la sua ricchezza nella dinamica educativa. Ogni persona è un silenzio, riprendendo un verso del poeta Saramago, perché da esso e in esso si nasce, ad esso poi si ritorna. Inoltre, la persona è silenzio perché non tutto di lei è dicibile, comunicabile, dichiarabile. La ricchezza pedagogica del silenzio è nella gratuità e apparente inutilità della sua presenza, che tuttavia descrive il silenzio come "passività feconda", ovvero capacità di farsi ospitali per far germinare altro da sé. Il silenzio allora è incontro con la propria interiorità, affinando la capacità di attenzione quale forma di conoscenza profonda di sé e dell'altro; inoltre, esso rende possibile l'accoglienza dell'alterità nella sua integrità, manifestandosi nella forma dell'ascolto, e dona alla relazione una profondità, ma anche un respiro aperto. Per questo motivo, adulti ed educatori dovrebbero saper rispondere dei propri silenzi quando esprimono forme di assenza, ignavia o indifferenza; dovrebbero saper tessere "presenze presenti", in grado di accogliere e far risuonare le domande silenziose che accompagnano l'umanità
Nell’ambito degli scritti sul tema dell’adozione, la riflessione di carattere pedagogico ed educativo è rimasta sostanzialmente in ombra. Lo studio di Monica Crotti intende richiamare la prospettiva pedagogica per evidenziare l’inscindibile nesso tra elaborazione teorica di categorie interpretative e concreta attività di sostegno educativo al percorso di costruzione del ‘familiare’. Fin dal titolo scelto, il volume identifica nell’adozione reciproca un imprescindibile principio di pedagogia familiare, dove la relazione genitoriale e filiale nasce e si struttura secondo una logica di partecipazione e responsabilità condivisa. La fiducia nella generatività personale e di coppia si coniuga con un approccio educativo centrato su capacità e risorse della persona umana, pur in situazioni di difficoltà esistenziale. La pedagogia deve vigilare sulla promozione dei diritti dell’infanzia e potenziare pratiche educative valide nella famiglia e per la famiglia, affinché l’adulto recuperi la capacità di prendersi cura della vita nascente, in una società e cultura che spesso operano per il diritto di avere un figlio, dimenticando il valore e i doveri connessi all’essere genitori.
Monica Crotti, laureata in Scienze dell’educazione all’Università Cattolica di Milano, è dottore di ricerca in Pedagogia e collabora con la cattedra di Pedagogia generale e di Pedagogia speciale presso la stessa Università. Autrice di contributi sul personalismo pedagogico di E. Mounier, attualmente si interessa di tematiche legate all’antropologia pedagogica.