Niccolò Cusano scrive questo breve trattato nel 1453 per accompagnare il dono ai monaci benedettini del monastero tedesco del Tegernsee di un dipinto, raffigurante il volto di Cristo, che dava l'impressione di seguire con lo sguardo l'osservatore. A partire da questa immagine egli tratta del tema della visione di Dio in una duplice direzione: quella dello sguardo con cui Dio guarda all'uomo e quella dello sguardo con cui l'uomo guarda a Dio. Ben presto la riflessione filosofico-teologica cede il passo a una preghiera di singolare bellezza e profondità, intonata sul tema del rapporto filiale cui Dio chiama l'uomo. È il mistero della filiazione divina, la quale ha in Cristo, vero uomo e vero Dio, la propria forma e il fondamento della propria possibilità. La singolarità dell'approccio di Cusano a questo tema fa di quest'opera un episodio particolarmente interessante della letteratura teologica della prima età moderna, oltre che uno dei frutti maturi della tradizione mistica tedesca. Dal punto di vista letterario, inoltre, essa costituisce uno dei testi più affascinanti e ricchi della produzione latina del suo tempo.
Questo libro raccoglie quattro grandi testi teologici del filosofo - "Il Dio nascosto", "La ricerca di Dio", "La filiazione di Dio" e "Quattro prediche" che esprimono il paradosso fondamentale della ricerca mistica. La ricerca di Dio è uno dei tratti peculiari e distintivi della condizione dell'uomo sulla terra, una sorta di aspirazione naturale e legittima al felice compimento del destino del genere umano. Ma le vie percorse nella sua ricerca non possono essere quelle consuete dell'indagine razionale, che è circoscritta all'ambito del finito e di ciò che è valutabile per mezzo dei sensi e dell'esperienza.
Collocandosi tra medioevo ed età moderna, Niccolò Cusano consegnò al suo tempo travagliato da gravi conflitti in seno alla Chiesa e allo Stato un cristianesimo rinnovato, con particolare attenzione alle nuove esigenze culturali.