A marzo una rivoluzione ‘democratica’ costringe lo zar Nicola II ad abdicare. In aprile gli USA fanno il loro ingresso nel conflitto mondiale, a maggio tre pastorelli vedono una ‘Signora’ biancovestita a Fatima in Portogallo, a luglio nasce la Jugoslavia e ad agosto Benedetto XV pronuncia le sue parole contro ‘l’inutile strage’ che da quattro anni sta insanguinando l’Europa e il mondo. A settembre diverse città si rivoltano contro la guerra, ad ottobre a Parigi viene fucilata Margaretha Zelle, danzatrice nota come Mata Hari, e contemporaneamente le truppe italiane vengono travolte a Caporetto. A novembre, mentre i bolscevichi conquistano il palazzo d’inverno, la Dichiarazione di Balfour apre la strada alla creazione dello stato d’Israele e a una nuova organizzazione del Medio Oriente. A dicembre in Italia quasi duecento deputati danno vita al Fascio parlamentare per la difesa nazionale… Il racconto, attraverso la griglia dei dodici mesi, delinea un quadro assai mosso, nel quale l’autore suggerisce inediti accostamenti fra eventi diversi, ma anche efficaci riferimenti al presente, che per tanti versi ha raccolto l’eredità pesante di quell’anno, senza saper scioglierne i nodi.
Una storia delle idee (soprattutto) politiche sviluppatesi in Italia in centocinquant’anni di Unità, scritta da uno dei più autorevoli, conosciuti e appassionati studiosi di Storia delle dottrine politiche. Uno strumento per capire il presente, dove il rigore dell’approccio storico si coniuga a una scrittura pienamente godibile. D’Orsi segue le idee nel loro tragitto, cercandole non solo nei trattati e nella pubblicistica, ma anche in una più vasta produzione letteraria, drammaturgica, artistica, cinematografica: si delinea un percorso che dalla creazione delle idee da parte degli intellettuali giunge alla loro divulgazione da parte di giornalisti e insegnanti, fino all’ingresso nel senso comune. Il libro ricostruisce le biografie dei singoli intellettuali e dei gruppi di cui fanno parte (facoltà universitarie, riviste, movimenti culturali, partiti politici…), descrivendo con efficacia i loro incroci e i rapporti con la società, il potere e il mercato.
Ripercorrendo i principali temi della teoria, della filosofia e della metodologia storica, nonché le vicende, i filoni e le figure della storia della storiografia, il testo sostiene ed afferma la capacità della storia di assicurare, con un ragionevole grado di certezza, la conoscenza dei fatti che essa studia. Storia come scienza, e storico come figura professionale nella cui fisionomia entrano l'amore per la conoscenza e il metodo, le competenze tecniche e l'onestà intellettuale.
Che cos'è stata la Torino culturale tra le due guerre? La tradizione positivistica e la razionalità che si ispira all'illuminismo, scontri e incontri nell'accademia, la cultura produttivistica e la civiltà della fabbrica, il razionalismo e il futurismo, il mecenatismo e i dibattiti fra artisti e critici, la battaglia tra innovatori e tradizionalisti. Sfilano in queste pagine non soltanto i grandi nomi, ma anche personaggi meno noti, e altrettanto affascinanti, compresi anche quanti per necessità, per opportunismo o convinzione hanno pagato pegni di varia entità al regime mussoliniano, magari veleggiando tra indipendenza e adesione. Una storia ricca davvero quella della Torino fra le due guerre.