La meditazione è diventata una pratica molto diffusa, il rimedio per risolvere qualunque problema, dal sovrappeso alle relazioni di coppia al successo nel lavoro. Gli studi più recenti hanno ormai dimostrato la plasticità del cervello, cioè la sua capacità di modificarsi in base alle emozioni e agli stati mentali, e hanno aperto la strada a tutta una serie di metodi di "training mentale" che si propongono di migliorare la vita emotiva e intellettuale. In questo libro, Goleman e Davidson raccontano il loro interesse più che trentennale per la meditazione e le loro ricerche, spiegando la verità medica su ciò che essa può fare per noi e come trarne il massimo beneficio. Sgombrando il campo dalle distorsioni pseudoscientifiche e dai miti, dimostrano che al di là del benessere mentale la meditazione può portare in primo piano l'altruismo, l'empatia e la compassione, e indicano nuovi percorsi da seguire per sviluppare un addestramento mentale più efficace e duraturo, a beneficio di tutta la società.
Negli ultimi anni la meditazione è passata dall’essere una pratica elitaria a rimedio per risolvere qualunque problema, dal sovrappeso alle relazioni di coppia e al successo nel lavoro. La plasticità del cervello, per cui la struttura di questo organo è influenzata dalle emozioni e dagli stati mentali, è ormai ampiamente condivisa e ha aperto la strada a una serie di metodi di “training mentale” che si propongono di migliorare la vita emotiva e intellettuale.Daniel Goleman e Richard J. Davidson raccontano in questo libro il loro interesse più che trentennale per la meditazione e le ricerche fondamentali che li hanno resi dei luminari rispettivamente nella psicologia e nel neuroimaging, spiegando la verità medica su quello che la meditazione può fare veramente per noi, e come trarne il massimo beneficio.Facendo piazza pulita dei miti popolari e delle distorsioni pseudo scientifiche, gli autori dimostrano che, al di là del benessre mentale, la meditazione può condurre alla modifica permanente dei tratti della personalità, facendo emergere qualità come l’altruismo, l’empatia e la compassione. Per ottenere questo risultato, però, sono necessari alcuni elementi che attualmente mancano nella versione più comune di mindfulness: come il feedback personalizzato e una visione del Sé più ampia di quanto non accada ora. Per questo, basandosi sugli ultimissimi dati ottenuti nel laboratorio diretto da Davidson, gli autori indicano nuovi metodi per sviluppare un addestramento mentale più efficace e più duraturo.
Cosa succede al nostro cervello quando meditiamo? La meditazione può avere un vero effetto terapeutico? E in quali casi? Per rispondere a questi quesiti una delle maggiori autorità spirituali mondiali, Sua Santità il Dalai Lama, e un eminente neuroscienziato, Jon Kabat-Zinn, si sono incontrati in occasione del XIII Mind and Life Dialogue; il risultato delle loro conversazioni, a cui hanno partecipato altre eminenti personalità in campo religioso e scientifico, è in questo libro: un resoconto di come le antiche tecniche meditative tibetane possano unirsi ai risultati delle più avanzate ricerche sul cervello nel campo dello stress. Le loro parole tracciano un'affascinante descrizione dell'enorme potenziale della mente umana, in grado, se ben allenata, di guarire se stessa, e del suo ruolo nel generare un benessere psicofisico globale.
Cosa succede nel nostro cervello quando siamo tristi o euforici, arrabbiati o ottimisti, oppure quando abbiamo a che fare con gli altri? Quali sono le strutture cerebrali alla base della vita emotiva? Fino a non molti anni fa la ricerca psicologica e neuroscientifica non era affatto interessata al "cuore", ma solo alla "testa", ossia alle funzioni cognitive. Negli anni Settanta alcuni studiosi intrapresero una serie di ricerche pionieristiche che avrebbero portato alla nascita delle cosiddette "neuroscienze affettive". Oggi Richard Davidson è riuscito a dimostrare l'intuizione che lo aveva folgorato all'inizio degli anni Settanta ad Harvard: ragione e sentimento non sono polarità inconciliabili, e a ciascuna corrispondono zone e funzioni cerebrali specifiche. Su queste basi Davidson ha elaborato la teoria degli stili emozionali, sei dimensioni emotive che descrivono la personalità di ognuno. Poiché le emozioni si fondano su precise basi neurali, è possibile intervenire sui nostri comportamenti, disfunzionali o meno. Le neuroscienze hanno persino individuato nella meditazione uno strumento molto potente per modificare le strutture cerebrali, sfruttandone la neuroplasticità. A garanzia del valore di queste ricerche, l'equipe di "collaboratori" di Davidson annovera niente meno che il Dalai Lama. Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile come si è pensato per secoli: migliorandone il funzionamento, possiamo vivere meglio con noi stessi e con gli altri.