Benedetto XVI ha affermato che "la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal culto della liturgia che talvolta viene addirittura concepita: etsi Deus non daretur". A questa formula, che riassume l'itinerario di secolarizzazione della società contemporanea, il Papa ha opposto quella etsi Deus daretur, che contiene una visione del mondo fondata sul principio del sacro. Espressione per eccellenza del sacro è la liturgia, la preghiera pubblica della Chiesa, atto di culto non del singolo uomo, ma della comunità dei battezzati, riuniti attorno al Santo Sacrificio dell'Altare. Questa liturgia non è solo la trasmissione della parola di Dio all'uomo, e la sua santificazione attraverso i Sacramenti; essa è anche e innanzitutto un insieme di forme sensibili che elevano l'uomo verso Dio e lo aiutano a glorificarlo e a rendergli il culto dovuto.
Le istituzioni e i governi europei hanno in corso un complesso negoziato per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Molti dubbi e perplessità sono stati sollevati negli ultimi anni su questa trattativa. I fautori dell’adesione sostengono che la Turchia sarebbe un alleato naturale dell’Occidente contro il fondamentalismo islamico. Ma la Turchia di oggi non è più quella secolarista di Kemal Atatürk. Le elezioni del 2002 hanno visto la vittoria, confermata nel 2004, del «partito del velo» del premier Recep Tayyip Erdogan e del presidente Abdullah Gül, che provengono dalle file degli islamisti radicali. D’altra parte, il Trattato di Lisbona attribuisce agli Stati europei dell’Unione un peso politico proporzionale a quello demografico. La Turchia, che si avvia a raggiungere gli 85 milioni di abitanti, sarebbe il Paese più popolato e quello che avrebbe il maggior numero di rappresentanti nel Parlamento europeo. Mentre l’Europa rinuncia alle sue radici cristiane, la Turchia presenta un’identità politico-religiosa estremamente forte e la sua richiesta di ingresso nella UE non è stata avanzata per rinunziare a tale identità, ma per imporla. Con o senza Erdogan, la Turchia si affermerebbe come il Paese leader del mondo islamico all’interno delle istituzioni europee, dove giocherebbe un ruolo da protagonista. L’eventuale ingresso della Turchia in Europa costituirebbe un beneficio o un’irreparabile catastrofe per il nostro continente? Questo volume solleva il problema e lancia l’allarme. La Turchia è un grande Paese, situato in un’area strategica del pianeta. La sua posizione geopolitica, il suo peso demografico, il suo potenziale economico, e anche la bellezza del suo territorio e l’ospitalità dei suoi abitanti, ne fanno un possibile «partner» e certamente non un «nemico» dell’Europa. Il rapporto di partnership è tuttavia diverso dall’inserimento a pieno titolo nelle istituzioni pubbliche europee. Il problema che vogliamo sollevare nel presente studio è questo: un’eventuale entrata della Turchia nell’Unione Europea – vista dal primo ministro turco Erdogan come «un incontro di civiltà» – costituirebbe un beneficio o una catastrofe per il nostro continente? Si tratta di una questione che vogliamo esaminare in maniera approfondita e senza pregiudizi perché tocca direttamente il nostro avvenire e quello dei nostri figli.
ROBERTO De MATTEI insegna Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma, dove presiede il Corso di Laurea in Scienze storiche. È presidente della Fondazione Lepanto e direttore della rivista «Radici cristiane». Tra le sue più recenti pubblicazioni ricordiamo: Pio IX (2000, tradotto in portoghese e inglese); La sovranità necessaria (2001, tradotto in francese e in portoghese); Guerra santa. Guerra giusta (2002, tradotto in inglese e portoghese); La Biblioteca delle Amicizie (2005); De Europa. Tra radici cristiane e sogni postmoderni (2006); Finis Vitae, a sua cura (ed. inglese 2006; ed. italiana 2007); La dittatura del relativismo (2007, tradotto in croato, polacco e portoghese).
La "Amicizia Cristiana", poi "Cattolica", fondata dall'ex-gesuita Nikolaus Albert von Diessbach a Torino tra il 1779 e il 1780, si propose di combattere, attraverso la diffusione dei "buoni libri", il processo di secolarizzazione della società che aveva investito l'Europa nel XVIII secolo. La Biblioteca delle "Amicizie" continuamente arricchita e aggiornata di libri suddivisi in più classi e categorie, secondo le materie e i "bisogni delle anime", comprende oltre un migliaio di titoli a carattere teologico, filosofico, spirituale, storico, letterario, diffusi a migliaia di copie in tutti gli strati sociali non solo in Italia, ma addirittura al di là dell'Oceano. L'autore ci presenta il catalogo della Biblioteca.