Di Antonio Debenedetti si può dire che è scrittore, poeta, critico letterario, giornalista per il Corriere della Sera da una vita. Ma ben più significativo è ricordare che la voce affilata, misuratissima, che troviamo nelle sue opere ha radici profonde, che ci conducono dritti nel cuore del secondo Novecento italiano. Figlio del grande critico letterario Giacomo, cresciuto tra Torino e Roma nel cuore della comunità letteraria dell'epoca - da Moravia e Morante a Giorgio Caproni, maestro e amico - Antonio Debenedetti è uno straordinario tramite fra il passato più nobile delle nostre lettere e il presente. Proprio al presente guardano le prove narrative di Debenedetti, unendo intima partecipazione e distacco. La sua ricerca di essenzialità stilistica si riflette anche nella scelta della misura breve: così che la parte maggiore e più apprezzata della sua produzione è costituita fin dai primi anni dai racconti, di cui in questo volume si trova una selezione a cura dello stesso autore.
Antonio Debenedetti si conferma un maestro indiscusso del racconto italiano.
Sandro Veronesi
Una modella bellissima e misteriosa è vittima di un omicidio involontario. Un terrorista degli anni di piombo fa i conti con il proprio fallimento. Il giovane Abel incontra in chat una donna e un destino spietato. Dal fascismo alla contestazione studentesca, dall’Italia democristiana a quella disorientata di oggi, con il suo paesaggio urbano quasi irriconoscibile, i racconti di questa antologia gettano uno sguardo disincantato su oltre mezzo secolo di storia del nostro Paese. Dalla pagina di Antonio Debenedetti, dallo stile che gli è valso il paragone con i grandi della letteratura novecentesca, affiora una curiosità vorace per l’uomo e le sue contraddizioni – il desiderio, la tenerezza, la solitudine, il rancore, la paura e la perversione. Crudele perché splendidamente a fuoco, la sua scrittura fa pensare, secondo le parole di Alberto Moravia, a “una musica da camera disinteressata e ambigua, che quando finisce si rimpiange che non continui”.