Un imprescindibile e attualissimo saggio che ripercorre la storia della paura dalle origini alla modernità, per capire il presente in cui viviamo. Delumeau analizza in queste pagine le paure più recondite dell'uomo: il demonio, lo straniero, la morte e l'ignoto, ma non solo – la paura della massa, del mare, del passato e delle tenebre, della guerra e della fame. E, soprattutto, la paura del male, che assume le sembianze dei musulmani, degli ebrei, dei disperati e dei miserabili, delle donne-streghe e delle eresie. Da questa appassionante esplorazione, emerge un costante e inesorabile malessere che da sempre contraddistingue l'Occidente come il ”paese della paura”.
In questo volume Jean Delumeau, storico tra i più conosciuti e apprezzati, tratta l’idea di paradiso e delle sue rappresentazioni nel cristianesimo occidentale. L’opera è divisa in due parti: la prima ripercorre il tentativo, durato vari secoli, di localizzare il luogo fisico del paradiso terrestre dal quale, secondo il racconto della Genesi, vennero cacciati Adamo ed Eva. La seconda affronta la tematica del punto di vista della trascendenza.
L’ampia documentazione presente nel volume è funzionale a una meditazione, su base storica, del tema della speranza. Il cristianesimo ha sempre contrapposto alle incomprensioni e ai conflitti del mondo l’anelito a un avvenire d’amore e di comunione. Il paradiso è il luogo del riconoscimento e dell’amore dei nostri cari davanti a Dio. Questa speranza ha saputo resistere al crollo di popoli e di civiltà ed è insita nella fede cristiana nella resurrezione, ma è anche presente nel cuore di ogni uomo.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Jean Delumeau. Nato nel 1923, storico della mentalità religiosa in Occidente, ha indagato in modo particolare sui temi della paura, del bisogno di sicurezza, del perdono e del paradiso. La sua vasta opera è stata tradotta in numerose lingue.Tra i suoi libri ricordiamo: Quel che resta del Paradiso (Mondadori, 2001) e Il peccato e la paura. L’idea di colpa in Occidente dal XII al XVIII secolo (Il Mulino, 2006). Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato La confessione e il perdono. Le difficoltà della confessione dal XIII al XVIII secolo (1992).
Oggetto del libro è la vistosa ipercolpevolizzazione che prese piede nella sensibilità diffusa dopo il Medievo; Delumeau ne scorge l'origine negli ideali ascetici, nel comptemptus mundi, nel tetro senso del peccato e della fragilità umana che dall'ambiente monastico medievale si allargano nella società ben oltre la sfera religiosa grazie a quella che l'autore definisce una "pastorale della paura", ossia una pervasiva pedagogia attuata dalle prediche, dai libri di edificazione, dall'iconografia macabra; una pedagogia del resto parallela a una terrificante serie di calamità e orrori bellici che punteggiarono e atterrirono quei secoli e dovettero apparire altrettante punizioni in cerca di una colpa.
Nella vasta produzione di Delumeau vi è anche un notevole filone di libri di riflessione sui principali problemi del cristianesimo attuale. Tra questi rientra il presente volume, che riprende, aggiorna e mette meglio a fuoco le posizioni dell'autore, spesso originali e provocatorie, su alcuni temi come: il rapporto con la scienza, specialmente riguardo all'origine del mondo (caso, creazione, evoluzione) e alla bioetica; il peccato originale e il problema del male; la storicità dei vangeli; il dialogo ecumenico interreligioso e altro; L'intento fondamentale è quello di mostrare come le critiche al cristianesimo, e al cattolicesimo in particolare, siano spesso ingiustificate e ingiuste. Questo però lontano da ogni spirito apologetico, senza falsi compiacimenti o indulgenze.
Destinatari
Il volume è rivolto a chi cerca un aiuto per rispondere a interrogativi su temi quali l'origine del mondo, la presenza del male, la storicità dei vangeli, il dialogo ecumenico.
Autore
Jean Delumeau ha insegnato storia moderna fino al 1970. Direttore dell'École Pratique des Hautes Études fino al 1974, è professore onorario al Collège de France. Durante la sua lunga carriera, è stato insignito della Legion d'onore e del dottorato honoris causa dalle università di Porto, Liegi e Bilbao. È tra i più noti studiosi della storia del cristianesimo.
Oggetto del libro è la vistosa ipercolpevolizzazione che prese piede nella sensibilità diffusa dopo il Medievo; Delumeau ne scorge l'origine negli ideali ascetici, nel comptemptus mundi, nel tetro senso del peccato e della fragilità umana che dall'ambiente monastico medievale si allargano nella società ben oltre la sfera religiosa grazie a quella che l'autore definisce una "pastorale della paura", ossia una pervasiva pedagogia attuata dalle prediche, dai libri di edificazione, dall'iconografia macabra; una pedagogia del resto parallela a una terrificante serie di calamità e orrori bellici che punteggiarono e atterrirono quei secoli e dovettero apparire altrettante punizioni in cerca di una colpa.