In ogni congresso del Partito popolare italiano fu sempre riservato spazio alla questione scolastica, divenuta nei primi anni Venti uno dei principali temi di scontro politico. In essa - in particolare nell'istruzione professionale, campo in cui i cattolici furono all'avanguardia - don Luigi Sturzo vedeva uno strumento privilegiato per l'elevazione delle classi subalterne e uno spazio di libertà da difendere dall'invadenza dello Stato. Nella scuola insomma andavano a incontrarsi le principali battaglie del popolarismo: l'autonomia municipale, il sostegno alle classi più povere, la difesa della libertà religiosa. Questo libro mette in luce il maturare di tale consapevolezza nella vicenda biografica e negli scritti di don Luigi Sturzo, dagli anni in cui fu prima studente e poi insegnante di seminario, fino a quando, ormai anziano, intervenne a proposito del dibattito in corso all'Assemblea costituente, passando per il periodo della segreteria del PPI e per il lungo tempo trascorso in esilio. Pochi tra i suoi biografi hanno ricordato che tra il 1912 e il 1917 era stato presidente regionale della "Nicolò Tommaseo" siciliana, l'associazione dei maestri cattolici, e che fu a capo del Segretariato "Pro Schola" dell'Unione popolare e membro del Consiglio provinciale scolastico di Catania, maturando così una diretta conoscenza dei problemi della scuola italiana.
Le "ultime trincee" del primo conflitto mondiale furono le scuole, nelle quali lo Stato italiano si impegnò, con alterni risultati, per controllare la cultura, le opinioni, la vita materiale delle famiglie e delle comunità nei territori acquisiti. Questa ricerca sull'istruzione nelle nuove provincie nazionali all'indomani della Grande Guerra fornisce elementi di comprensione su passaggi storici fondamentali, tra la fine dell'Italia liberale e l'avvento del fascismo: la prima guerra mondiale come "prova di maturità" per l'Italia; la questione dei confini; l'organizzazione delle scuole in Trentino e nella Venezia Giulia; l'eredità della scuola austriaca; l'educazione degli insegnanti; il rapporto tra scuola, religione e cultura popolare. Nella terza parte, molto più di un'appendice, si presentano episodi della vita politica e sociale della Venezia Tridentina e della Venezia Giulia ricostruiti da fondi d'archivio: vicende emblematiche vissute dai protagonisti di ogni decisione politica: i cittadini, il popolo, i maestri, anche i più umili.