Adone il seduttore per eccesso di potenza sessuale è condannato all'impotenza. Marcel Detienne, storico e antropologo della Grecia antica, risale alla nascita del mitico personaggio dall'albero della mirra per delineare l'opposizione tra il bellissimo giovane e la terribile dea Demetra, tra gli aromi e il grano, tra quel che rappresentano gli uni e l'altro: eccitazione e norma, vanità e utilità. Adone è dotato di un'esuberante vitalità ma a lui si associano giardini sterili, fatti bruciare al sole della canicola, feste disordinate, che esaltano lo sfogo sfrenato della passione, provocato dai profumi al colmo dell'estate e pervertitore dell'istituzione matrimoniale. Così è tutto un ordine celeste e sociale che viene sconvolto. Come osserva Claude Lévi-Strauss,"la scrittura di insolita grazia" di Detienne non cessa di rivelare i legami del mito di Adone con altri miti apparentemente "primitivi", imperniati sulla seduzione erotica e le sue più varie manifestazioni, aprendo inedite prospettive alla ricerca antropologica.
In Grecia la verità ha lo stesso ruolo che nei nostro sistema di pensiero? Copre il medesimo contenuto semantico? Non sono domande di pura curiosità, La Grecia si impone alla nostra attenzione per due motivi: innanzi tutto esistono rapporti stretti tra la civiltà greca antica e la ragione occidentale; la concezione di una verità obiettiva e razionale, caratteristica dell'Occidente, è nata infatti storicamente dal pensiero greco. Inoltre, nel tipo di ragione elaborato dalia Grecia a partire dal VI secolo, una certa immagine della Verità - il concetto di Atetheia - occupa un posto fondamentale nella riflessione filosofia di ogni tempo. In queste pagine Detienne guida il lettore attraverso il mondo della Grecia micenea e arcaica fino alle radici della nozione di verità, quando essa - prima di diventare un bene accessibile a tutti - era ancora circonfusa da un'aura sapienziale e coincideva con la parola del maestro: il "poeta ispirato" o l'"indovino profeta" o "il 'mago" o il "re di giustizia".
I Greci hanno inventato la libertà, la filosofia e la democrazia e dunque, si sostiene, sono all'origine della civiltà odierna. Ma è davvero così? Capovolgendo questo luogo comune, Marcel Detienne, storico e antropologo della Grecia antica, mostra come il vincolo che collega la cultura occidentale al pensiero dei Greci non vada cercato in una presunta "identità" tra gli antichi e gli uomini moderni. Al contrario, è opportuno e più produttivo sforzarsi di capire le differenze: proprio la riflessione su questa distanza consentirà di conoscere il senso che il passato e la sua eredità hanno.
L'abilità dell'artigiano, il colpo d'occhio del navigante, l'intuito diagnostico del medico, la preveggenza del politico: questa la "metis", l'intelligenza pratica, non-speculativa, che per i greci informava tutti gli aspetti della vita concreta. Relegata nel limbo della non-scienza dalla rivoluzione culturale platonica, la "metis" riacquista in quest'opera ormai classica il giusto posto che le spetta nella storia della civiltà e della mentalità elleniche.