Papini voleva essere protagonista, agognava sempre ad un ulteriore sviluppo, dedicò la sua intera esistenza alla realizzazione di un'opera perfetta, fu costantemente dilaniato fra la coscienza della situazione reale e l'illusione di potersi nuovamente reinserire nel gioco, a tratti parlò perfino come un messia che auspicava di educare le nuove generazioni, probabilmente, per una serie di errori e scelte nefaste, in ciò fallì. Né profeta, né l'autore dello scritto perfetto, ma protagonista senz'altro, e protagonista meritevole di essere restituito al contesto storico-culturale che non lo vide spettatore passivo, ma "coscienza critica" dei fermenti, delle mode, delle tendenze e delle varie istanze da cui lo stesso contesto trae la sua fisionomia.
Agli inizi del Novecento, la città di Firenze fu il centro di un frenetico processo di rinnovamento della cultura italiana, che non mostrerà subito i suoi risultati, né sarà in grado di propagandare in maniera adeguata le sue acquisizioni con decisivo vigore. Qui idee, gruppi e conventicole nacquero sia con precisi obiettivi e consapevolezza di mezzi, che con ingenuità e avanzata goffaggine: ci si unì, si litigò, si tornò insieme, si pubblicarono riviste e ci si scontrò nelle riviste. Tutto fu mosso dall'entusiasmo dei giovani redattori, sostenuti da alcune centinaia o poche migliaia di lettori e abbonati, accomunati da un'idea di cultura militante, aggiornata, in grado di confrontarsi con i problemi di una società che fino a quel momento non aveva lasciato molti spazi agli intellettuali.
L'esperienza di "Icone oniriche" nasce dal desiderio di raccontare con codici diversi temi nati da discussioni verbali intense all'interno di quello che si è spontaneamente costituito come gruppo di lavoro. Icone oniriche è divenuto quindi un grande "gioco d'azione comunicativa" in senso wittgensteiniano, un gioco di ruoli e di scambio di ruoli tra chi produce segni e chi li interpreta. Le tappe dell'itinerario poetico/iconico dell'opera si collocano nell'alveo di un discorso a più voci e percorrono un continuum analitico che va da un massimo di contatto con la realtà, le pagine intense della sezione Diario civile, fino al massimo dell'apertura alla dimensione conoscitiva del sogno rappresentato dalla sezione Icone oniriche, passando per gli spazi indagativi di Fil di lama.