Un campanellino che tintinna nel totale silenzio della penombra di un'anonima chiesa, mentre un prete sconosciuto, di spalle, sussurrando parole latine antiche di millenni, alza un pezzetto rotondo di bianco pane azzimo. E, nella mia dimensione tutta immanente ed autonormata, figlia di una terra rosso fuoco, di un evo iper relativista e super edonista, di una scuola paradigmaticamente gramsciana e di un'indole idealista e ribelle, fanno irruzione l'eterno e il sacro, il Vero, il Bello, il Giusto. E la rivoluzione sociale diventa polvere al cospetto di quell'unica e reale: tornare a casa, nella casa dell'anima. Perché che vita est militia super terram può anche essere abbastanza intuitivo. Molto meno scontato è, invece, capire da quale parte militare...