Definendosi ripetutamente “Vescovo di roma”, papa Francesco ha compiuto un gesto di grande importanza teologica. in questo volume di Severino Dianich, uno dei più noti teologi italiani, viene evidenziata la necessità di recuperare il ministero pastorale del papa nella chiesa di roma, facendone l’autorevole punto di riferimento per l’autenticità della fede e l’unità di tutte le chiese. Molte difficoltà nell’accettazione del papato sono derivate da una teologia che lo ha considerato esclusivamente come la fonte di un potere di giurisdizione per l’esercizio dell’autorità sulla chiesa universale, obliandone l’aspetto pastorale e sacramentale. L’esasperazione della difesa dell’autorità universale del Papa è anche derivata dalla pressione dei poteri politici, tendente ad assoggettare i vescovi allo stato e a ridurre la chiesa cattolica a una federazione di chiese nazionali.
L'autore
Severino Dianich, nato a Fiume nel 1934, è stato docente ordinario di Ecclesiologia e Cristologia nella Facoltà di Teologia di Firenze. Nella diocesi di Pisa, dove è stato parroco per molti anni, è il responsabile della pastorale della cultura e dell’università. Ha pubblicato, fra l’altro, presso la San Paolo, Teologia del ministero ordinato. Un’interpretazione ecclesiologica (1984); assieme a G. Barbaglio e G. Bof, Teologia. Dizionari San Paolo, (2002); La Chiesa e le sue chiese. Teologia e architettura (2009).
Alla fine del Credo, nel quale sono riassunti i capisaldi della fede cristiana, vengono pronunciate le parole «Credo la Chiesa». Ma qual è il significato di questa formula? Severino Dianich lo svela, in maniera semplice e comprensibile anche a un cinese che vede per la prima volta una chiesa, in questo volume che fa parte della serie “Alle radici della fede”, curata da Enzo Bianchi, e composta da sette libri di commento al Credo scritti da sette grandi autori.
In occasione dell’Anno della Fede, un percorso che conduce il lettore alle radici del Cristianesimo.
A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II si ha l’impressione che ancora oggi la Chiesa non riesca a immaginarsi in una sua forma ideale e, quindi, neanche a darsi con decisione un nome con cui abitualmente chiamarsi. Il lessico risulta affollato di termini: Chiesa, popolo di Dio, Chiesa cattolica, Chiesa uni- versale, universa Ecclesia, Chiesa locale, Chiesa particolare, diocesi, comunità diocesana, “Chiesa che è in...”, parrocchia, comunità parrocchiale, fraternità, comunità religiosa, associazione cattolica, movimento cristiano, ecc. L’idea che ha avuto più vasto e più lungo corso in questi ultimi decenni, per la sua capacità di cogliere la Chiesa nella sua esperienza concreta è stata, indubbiamente, quella di comunità.
E tuttavia il termine “comunità”, che non viene dalle fonti bibliche, come il termine “popolo”, né dalla tra- dizione liturgica come “famiglia”, risulta carico di non poche antinomie. Perché, allora, non pensare ad un altro termine, che ne accolga tutte le istanze positive e le arricchisca di proprie? E se questo nome teologico fosse la “fraternità”?
Destinatari
Sacerdoti, studiosi di ecclesiologia, laici attivi nella Chiesa
Autori
Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, è stato professore ordinario di ecclesiologia e cristologia alla Facoltà di Teologia di Firenze, dove ha diretto un Master in Teologia e Architettura di Chiese. Negli ultimi dieci anni la sua ricerca si è orientata sui problemi della relazione fra espressioni artistiche e riflessione teologica. Della sua vasta bibliografia basti ricordare La chiesa mistero di comunione (Marietti, 1990) e, per le Edizioni San Paolo, La Chiesa e le sue chiese. Teologia e architettura (2009); Per una teologia del papato (2010), La chiesa, una “realtà complessa” tra istituzione e mistero (2010), con Lambertus J. Lietaert Peerbolte Fino agli estremi confini. La missione nella testimonianza biblica e nella fede cristiana (2010) e Chiesa e laicità dello stato (2011).
Carmelo Torcivia, nato a Palermo nel 1959, è docente di Teologia Pastorale nella Facoltà Teologica di Sicilia e di Introduzione alla Teologia alla Lumsa-Facoltà di Giurisprudenza di Palermo. Nella diocesi di Palermo, dove prima ha diretto la pastorale giovanile diocesana e poi è stato cappellano dell’università, è rettore della chiesa di Santa Maria della Catena e fondatore- responsabile della comunità ecclesiale “Kairòs”. Ha pubblicato La Chiesa oltre la cristianità 2005 (EDB); “Chi è l’uomo, Signore?”. Viaggio alla scoperta del cuore (Pozzo di Giacobbe) e La Parola edifica la comunità. Un percorso di teologia pastorale (2008)
Il dibattito intorno al rapporto tra Chiesa e laicità dello stato occupa un vasto spazio sui giornali e nei talk show televisivi, e genera vivaci dibattiti e scontri polemici.
La forma della Chiesa, determinata dalle condizioni della sua esistenza in una società secolarizzata, democratica e strutturata in uno stato laico, non sembra però godere di una abbondante letteratura nell’ambito teologico.
In questo volume, Severino Dianich affronta consapevolmente questa tema così scomodo e tenta valutazioni e suggerirmenti che intercettano alcune linee dell’attuale politica ecclesiastica in Italia; convinto che, in una situazione in cui la missione della chiesa nei paesi di antica tradizione cristiana sta attraversando una crisi che coinvolge la stessa permanenza nella fede di molti battezzati e la proposta della fede in Gesù ai non credenti, sia un dovere della riflessione teologica studiare il problema sul piano fondamentale, quello della "forma evangelici" come carattere essenziale della missione della chiesa.
Destinatari
Un libro destinato a laici e religiosi.
Autore
Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, è stato professore ordinario di ecclesiologia e cristologia alla Facoltà di Teologia di Firenze, dove ha diretto un Master in Teologia e Architettura di Chiese. Negli ultimi dieci anni la sua ricerca si è orientata sui problemi della relazione fra espressioni artistiche e riflessione teologica. Della sua vasta bibliografia basti ricordare La chiesa mistero di comunione (Marietti, 1990); La Chiesa e le sue chiese. Teologia e architettura (San Paolo, 2009); Per una teologia del papato (San Paolo, 2010), La Chiesa. Una «realtà complessa» tra istituzione e mistero (San Paolo, 2010).
Punti forti
La costante attualità del tema avvalorata dall’importanza dell’autore.
Questa fortunata opera di Severino Dianich è stata ripubblicata più volte dal 1975 ad oggi.
Per questa nuova edizione l'autore l'ha completamente rivisitata e riscritta, giudicando che l'idea originaria oggi poteva risultare ancor più interessante, a partire dai suoi studi degli ultimi anni, che sono venuti a confermarla ed arricchirla di nuove e positive conseguenze.
è l'idea che tutta la struttura della chiesa trovi la sua ragion d'essere nel semplice avento che le dà origine: il credente, grazie al dono divino della comunione, comunica la sua fede ad un interlocutore che lo accoglie, dando così vita ad una relazionalità nuova, fondata sulla fede.
L'opera fu giudicata a suo tempo "uno strumento prezioso" per le scuole di teologia e per la catechesi di alto livello: "Il suo valore non è tanto nella mole delle pagine-scriveva Tullio Citrini - bensì nell'intelligente intreccio dei temi", per cui è "degna di essere definita geniale".
Nell’uso comune della lingua italiana parlare di “missione” assume diversi significati. Questo volume muove dalla consapevolezza che, dietro un tema che tanta massificazione mediatica ha oggi così inflazionato, sussiste ancora una fecondità di non poco rilievo, se è vero che – come amava ripetere Giovanni Paolo II – «la chiesa o è missionaria, oppure non è più nemmeno evangelica».Viene analizzato anzitutto il concetto di missione a partire dall’attualità del fenomeno religioso nell’età contemporanea. Una particolare attenzione viene dedicata al concilio Vaticano II e agli sviluppi post-conciliari. La riflessione condotta prepara poi il campo per una ricerca sulle radici storico-bibliche del tema, per gettare infine uno sguardo più consapevole e maturo verso le forme della missione di ieri, di oggi e di domani.
Destinatari
lCristiani desiderosi di formazione, catechisti, gruppi e movimenti.
Gli autori
Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, è stato professore ordinario di ecclesiologia e cristologia alla Facoltà di Teologia di Firenze, dove ha diretto un Master in Teologia e Architettura di Chiese. Negli ultimi dieci anni la sua ricerca si è orientata sui problemi della relazione fra espressioni artistiche e riflessione teologica. Della sua vasta bibliografia basti ricordare La chiesa mistero di comunione (Marietti, 1990); La Chiesa e le sue chiese. Teologia e architettura (San Paolo, 2009); Per una teologia del papato (San Paolo, 2010), La chiesa, una “realtà complessa” tra istituzione e mistero (San Paolo, 2010).
Bert Jan Lietaert Peerbolte, studioso olandese di Nuovo Testamento, ha ultimato i propri studi teologici in Groningen e Leiden, dove ha conseguito il dottorato nel 1995. Ha insegnato presso l’Università di Utrecht (1999-2000) e la Kampen Theological University (2000-2008). Da settembre 2008 è docente ordinario di Nuovo Testamento presso la Vrije Universiteit di Amsterdam. Il suo campo di ricerca comprende gli studi paolini, il libro dell’Apocalisse e il giudaismo antico. Con San Paolo ha pubblicato il saggio Paolo il missionario.Alle origini della missione cristiana (2006).
Lo studente che intende applicarsi seriamente e raggiungere un buon risultato lavora molto di più di un operaio o un impiegato medio. Questo aspetto della vita di chi studia spesso non viene considerato nella sua vera portata. Studiare da adulti – tale è l’esperienza universitaria – deve essere considerato un vero e proprio lavoro, duro e gratificante insieme, nel quale ogni giorno si è messi alla prova e chiamati ad affinare la propria efficienza. È la fatica con la quale ci si guadagna il pane che si mangia ed è il dovere di cui ci si sente responsabili davanti a Dio e alla società. L’autore sottolinea come studiare significhi rendersi “discepoli”, sottoponendosi a una “disciplina”, perché non c’è acquisizione di sapere senza ordine, senza regole, senza impegno, senza ascesi. Il discorso sulla vita spirituale del cristiano non può prescindere da tutto ciò. Il testo prosegue la collana di formazione per giovani universitari, avviata con A. Matteo, Onora la tua intelligenza. Lettera a un giovane studente; E. Salmann, Scienza e spiritualità. Affinità elettive; R. Repole, Il gusto del pensiero. Lettera a un giovane studente e M.P. Gallagher, Una freschezza che sorprende: il Vangelo nella cultura di oggi.
Descrizione dell'opera
«Questo è un libro di teologia di tipo speciale, perché ha un'ambizione, quella di offrire una seria riflessione teologica sulla chiesa, che tutti, anche coloro che mai hanno fatto studi di questo tipo, possano capire facilmente. [...] La ricerca teologica, infatti, non è destinata ad accumularsi nelle biblioteche, bensì ad animare le idee dei credenti e a dialogare con tutti gli uomini che si interrogano sul senso della vita» (dalla Presentazione).
Scrivere di teologia facendosi capire da tutti non è una cosa facile. Pur impegnato da molti anni nello studio e nell'insegnamento specialistico, l'autore ben riesce nel suo felice intento: con stile agile e mai banale, egli spiega che cos'è la chiesa, le forme della sua missione e il suo rapporto col mondo.
Sommario
Presentazione. 1. Cosa dice la gente. 2. Vista dal di dentro. 3. Cristiani di altre chiese. 4. Un fatto: nasce la chiesa. 5. Le cose che ci vogliono. 6. Forme di chiesa. 7. Le strutture di base. 8. Chiesa e mondo: un rapporto difficile. 9. Tra il passato e il futuro. 10. Meditazione conclusiva.
Note sull'autore
SEVERINO DIANICH, nato nel 1934, è stato docente di ecclesiologia alla Facoltà Teologica di Firenze e, per molti anni, parroco di Caprona, nella diocesi di Pisa. La sua opera più importante in materia è il Trattato sulla chiesa, Queriniana, Brescia 2005, scritto assieme a Serena Noceti. Presso le EDB ha curato, con T. Verdon, La Trinità di Masaccio. Arte e teologia (2004) e, con G. Cioli e V. Mauro, Spazi e Immagini dell'Eucaristia (2007).
Della chiesa si parla, tanto, da sempre. Gli slogan si rincorrono: chiesa si è, non si fa; Cristo sì, chiesa no; libera chiesa in libero stato; Dio è gratis, la chiesa no. Alla pletora di luoghi comuni si affianca la critica, serrata e più o meno ragionata e ragionabile, delle “scomodità” ecclesiastiche di ieri, di oggi, di sempre. La chiesa dà a pensare. Parlarne è già un modo per approcciare quell’una complexa realitas (Lumen Gentium 8) in cui la tradizione del pensiero, ad ogni latitudine, ha sempre individuato la doppia fraseologia dell’istituzione e del mistero.
Il volume intende sintonizzarsi su quel particolare “linguaggio” misterico e istituzionale che è la presenza del “noi” della chiesa nel mondo e nella storia, soffermandosi sull’immagine della chiesa “corpo di Cristo” (D. Harrington) e sulla dimensione teologica (S. Dianich).
Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, ha insegnato in diverse università ed è stato professore ordinario di ecclesiologia e cristologia alla Facoltà di Teologia di Firenze, dove ha diretto un Master in Teologia e Architettura di Chiese. Negli ultimi dieci anni la sua ricerca si è orientata sui problemi della relazione fra espressioni artistiche e riflessione teologica. Della sua vasta bibliografia basti ricordare La chiesa mistero di comunione (Marietti); La Chiesa e le sue chiese.Teologia e architettura (San Paolo); Chiesa in missione ed Ecclesiologia. Questioni di metodo e una proposta (Paoline). Daniel Harrington, gesuita, è nato ad Arlington, nel Massachusetts, e ha completato i suoi studi a Boston.Tra i suoi titoli di studio figurano un grado onorario conferito nel 2009 dal Boston College e un dottorato conferito da Harvard in lingue e letteratura del Vicino Oriente. Dal 1972 al 2008 è stato docente di Nuovo Testamento presso la Weston Jesuit School of Theology. General editor di New Testament Abstracts, è autore assai prolifico. Ha infatti all’attivo la pubblicazione di più di quaranta volumi.
Questo libro mette sulla carta con chiarezza interrogativi che ogni persona pensante vede sorgere in sé, quando gli si propone la figura di Gesù appeso sulla croce come salvatore degli uomini e datore di senso della storia. Troppo clamorosa è la contraddizione fra lo strazio di un uomo crocifisso e la convinzione che egli possa essere il messia atteso da Israele e segretamente sospirato da ogni uomo. Eppure qui sta il nocciolo di tutto il cristianesimo. Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, è stato docente di Teologia in diverse Facoltà teologiche italiane e presidente dell'Associazione Teologica Italiana.