La chiesa cattolica si appresta a divenire la sovrastruttura religiosa della società occidentale, per questa via, dell’economia globalizzata. Questa vocazione universalistica discende dal fatto che i pontefici si autopongono come vicari di Dio, in quanto tali, sovrani del mondo. L’assolutismo pontificio e quello della oligarchia capitalistica, il loro universalismo sembrano avviarsi verso una progressiva integrazione, qualitativamente non diversa da quella che ebbe luogo tra la Chiesa stessa e l’oligarchia latifondista romana, prima e feudale poi. Si prospetta così, vichianamente un ricorso storico, un neofeudalismo capitalistico, un secondo Medioevo. Il saggio descrive lo stato attuale di questo percorso convergente al fine di scongiurarne la compiuta attuazione.
Questo libro affronta un problema di grande attualità: quello dell'immigrazione. Evitando i classici schemi dell'accoglienza indiscriminata, così come quelli xenofobi, l'autore inquadra il fenomeno nel contesto del sistema capitalistico della produzione che influisce sull'area del Primo Mondo inducendone la destrutturazione. La soluzione proposta dall'autore si trova nella moralizzazione dell'economia mediante il ritorno alla preminenza del jus naturale, ossia dell'unico sistema di valori comune a tutti gli uomini pur nella conservazione delle loro diversità.