La cristologia è una scienza che ha molti inizi ma un solo principio, Gesù. Duchi ne studia un aspetto fondamentale: il legame di quest'uomo con Dio, e viceversa. Attraverso la disamina di tre autori (Louis Billot, Karl Rahner e Roger Haight), il saggio valuta quanto abbia ancora senso parlare di unione ipostatica delineando due paradigmi sistematici tra loro conflittuali. La natura di quel legame spiega perché Gesù, il Cristo salvatore, sia il canone che rivela la verità di Dio, dell'uomo, del mondo.
Tra i possibili modi di rendere omaggio alla lezione di un grande teologo quale H.U. von Balthasar, si è scelta la strada di verificare la fecondità di alcune intuizioni centrali che strutturano la Trilogia, ovvero l'estetica teologica (Gloria), la Teodrammatica e la Teologica, mettendole in relazione con problematiche attuali della riflessione credente. Contributi: Von Balthasar e la sua estetica teologica (Nicola Gardusi); Sacrificio ed Eucaristia tra verità di Dio e salvezza dell'uomo. Contributi a partire dalla Teodrammatica (Alberto Cozzi); La fede di Gesù, forma e mediazione cristologica della verità di Dio (Simone Duchi).
Il volume ripropone la dissertazione dottorale difesa presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Nel tentativo d'incoraggiare un nuovo consenso teo-logico propone la formula visio fidei come sintesi delle istanze enucleate nel percorso di ricerca: anziché per i-renico concordismo o progressiva limatura d'antiche concorrenze la permanente validità delle ragioni raccolte dalle parti è garantita proprio accogliendo la loro composizione: libera e liberante attestazione della verità divina, la visio Dei di Gesù accade nella e come fede, la stessa di cui Gesù è autore e perfezionatore quale mediatore definitivo della rivelazione di Dio. A motivo del legame tra incidenza ontologica, psicologica, sote-riologica ed escatologica del tema, il provato legame di Gesù con Dio identifica pure senza confusione né sepa-razione l'essere d'entrambe, la realtà di Dio e dell'uomo. Avverato in Cristo secondo l'eterno volere di Dio che così si pensa e in vista di ciò dispone ogni cosa, mediante lo stesso Cristo, Verbo incarnato, quel medesimo legame è condiviso in una visione di fede che, iniziata in terra a giustificazione della nostra ottica di peccatori, si compirà nella gloria della salvezza eter-na.
Che la libertà impeccabile di Cristo non sia un ossimoro, è una convinzione di cui parte un'indagine irradi smentite: se Gesù potesse venir meno alla volontà del Padre, non sarebbe impeccabile (e quindi non sarebbe Dio: se peccasse, il Figlio di Dio peccherebbe), ma se è impeccabile e non può che eseguire il progetto salvifico divino, comunque gli sia noto, dove sta il merito nel compiere in obbedienza quel che non ha la scelta di fare? Contemplando la persona del Crocifisso Risorto, la teologia può imparare ancora una volta, come sempre, a sorprendersi del suo Signore.