Italia figlia benedetta della Provvidenza, o piuttosto Italia incorreggibile pecora nera del Vecchio Continente? Da quando è nata tra alti clamori sconvolgendo l'equilibrio geopolitico europeo - la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte. "Fin dal principio, la nazione italiana è stata difficile da definire e ancora più difficile da costruire; e malgrado gli sforzi di poeti, scrittori, artisti, pubblicisti, rivoluzionari, soldati e politici di vario colore, la fede nell'ideale dell'Italia non ha avuto lo sviluppo auspicato da tanti patrioti. È d'altronde possibile che l'insistenza con cui il progetto di 'fare gli italiani' è stato perseguito fino alla seconda guerra mondiale abbia finito col risultare controproducente, contribuendo a erodere la credenza nei valori nazionali collettivi. Al principio del nuovo millennio, l'Italia continua ad apparire un'idea troppo malcerta e contestata per poter fornire il nucleo emotivo di una nazione, o almeno di una nazione in pace con se stessa e capace di guardare con fiducia al futuro." Christopher Duggan ricostruisce oltre due secoli di storia italiana, dalla deludente invasione napoleonica di fine Settecento ai nostri giorni.
Esprimere gratitudine, avanzare una supplica, dimostrare la propria fede, chiedere favori o un aiuto economico, ma anche esprimere al proprio leader ammirazione incondizionata, fino al desiderio amoroso o all’adorazione religiosa. Durante il ventennio migliaia di italiani impugnarono la penna per scrivere al loro capo carismatico. Per tanti il culto del Duce non fu soltanto il prodotto della propaganda ma un attaccamento profondamente sentito. Christopher Duggan ricostruisce il ventennio dagli albori dello squadrismo sino alla caduta del regime, attraverso una documentazione fatta di lettere e diari privati inediti, resoconti giornalistici, programmi radio, canzoni popolari. La straordinaria relazione intimache moltissimi italiani intrattennero con Mussolini racconta una storia emotiva dell’Italia fascista che corre sotterranea e parallela lungo i binari degli avvenimenti storici.
Esprimere gratitudine, avanzare una supplica, dimostrare la propria fede, chiedere favori, in un ventaglio inesauribile di circostanze e occasioni. Per il compleanno e l'onomastico del Duce; con la richiesta di un incontro; dopo che aveva pronunciato un discorso importante; quando un membro della sua famiglia era malato, o si voleva che facesse da padrino a un figlio; in occasione degli anniversari del fascismo o di una crisi internazionale; perfino quando lo scrivente aveva fatto un sogno significativo. Durante il ventennio migliaia di italiani impugnarono la penna per scrivere al loro capo carismatico. I mittenti erano di tutte le estrazioni sociali ed età. Erano soldati, contadini, massaie, bambini, preti, studenti, artigiani. Molti scrivevano per chiedere un aiuto economico, ma in moltissimi per esprimere al loro leader ammirazione incondizionata, fino al desiderio amoroso o all'adorazione religiosa: per tanti il culto del Duce non fu soltanto il prodotto della propaganda ma un attaccamento profondamente sentito. Christopher Duggan ricostruisce il ventennio dagli albori dello squadrismo sino alla caduta del regime, attraverso una documentazione fatta di lettere e diari privati inediti, resoconti giornalistici, programmi radio, canzoni popolari. La straordinaria relazione intima che moltissimi italiani intrattennero con Mussolini racconta una storia emotiva dell'Italia fascista che corre sotterranea e parallela lungo i binari degli avvenimenti storici.
Italia figlia benedetta della Provvidenza, o piuttosto Italia incorreggibile pecora nera del Vecchio Continente? Da quando è nata tra alti clamori sconvolgendo l'equilibrio geopolitico europeo - la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte. "Fin dal principio, la nazione italiana è stata difficile da definire e ancora più difficile da costruire; e malgrado gli sforzi di poeti, scrittori, artisti, pubblicisti, rivoluzionari, soldati e politici di vario colore, la fede nell'ideale dell'Italia non ha avuto lo sviluppo auspicato da tanti patrioti. È d'altronde possibile che l'insistenza con cui il progetto di "fare gli italiani" è stato perseguito fino alla seconda guerra mondiale abbia finito col risultare controproducente, contribuendo a erodere la credenza nei valori nazionali collettivi. Al principio del nuovo millennio, l'Italia continua ad apparire un'idea troppo malcerta e contestata per poter fornire il nucleo emotivo di una nazione, o almeno di una nazione in pace con se stessa e capace di guardare con fiducia al futuro." Christopher Duggan ricostruisce oltre due secoli di storia italiana, dalla deludente invasione napoleonica di fine Settecento ai nostri giorni.
«I patrioti italiani, che un paio di secoli fa cominciarono a sognare di trasformare una penisola attraversata da nettissime linee di divisione politiche e culturali in uno Stato unitario, sapevano che si sarebbe trattato di un compito enormemente difficile. Che si riuscisse a realizzare questo Stato nel 1861, appena quattordici anni dopo che il principe di Metternich aveva sprezzantemente parlato dell'Italia come di una mera 'espressione geografica', apparve agli occhi di molti contemporanei poco meno di un miracolo.»
Da quando è nata tra alti clamori – mandando all'aria l'equilibrio geopolitico europeo – la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte, un amalgama esplosivo che la rende, ancora oggi, un autentico vaso di Pandora.
Christopher Duggan segue la lunga scia tracciata dall'idea di 'nazione' dall'Unità di Mazzini, Garibaldi e Cavour fino al principio del nuovo millennio e rintraccia quel filo rosso del destino italico che ha spinto verso l'unificazione un paese segnato da contraddizioni apparentemente insormontabili.
La lettura di queste pagine, dense e scorrevolissime, è illuminante per la sagacia con la quale l'autore sa individuare e isolare alcune insistenti linee di tendenza che, dai primi moti risorgimentali, arrivano fino ai giorni nostri.
Corrado Augias, "il Venerdì di Repubblica"
Un bel libro da cui esce il profilo storico di un'Italia con un senso precario della nazione e dello Stato.
Guido Gentili, "Il Sole 24 Ore"
La storia firmata da Christopher Duggan dà sicuramente da pensare e da penare. Un libro di fascinosa leggibilità, che diventa racconto dell'idea di Italia.
Alessio Altichieri, "Corriere della Sera"
Christopher Duggan ha uno stile brillante e colto e l'occhio dell'osservatore esterno, non velato dalla diatriba ideologica che da sempre condiziona ogni sforzo di elaborare una narrazione unitaria del paese più diviso d'Europa.
Mauro Calise, "Il Mattino"
Un saggio brillante, che spiega sia il successo ottenuto dal movimento nazionale nel costruire l'Italia, sia la lunga serie di smacchi politici che è seguita.
David Gilmour, "The Spectator"
Un'indagine esaustiva che abbraccia due secoli di storia italiana. Un vero piacere per la lettura.
"The Daily Telegraph"