Tutta l’esperienza religiosa nasce dal tentativo dell’uomo di inserirsi nel reale, nel sacro, per mezzo di atti fisiologici fondamentali, da lui trasformati in cerimonie e riti. Scrive Eliade: “Siccome il rito consiste sempre nella ripetizione di un gesto archetipico, compiuto in illo tempore (ai primordi della “storia”) dagli antenati o dagli dèi, si tenta di “onticizzare”, per mezzo della ierofania, gli atti più banali e insignificanti. Il rito coincide, per la ripetizione, col suo “archetipo”, il tempo profano è abolito. Trasformando tutti gli atti fisiologici in cerimonie, l’uomo arcaico si sforza di “passare oltre”, di proiettarsi oltre il tempo (del divenire), nell’eternità”. “Attraverso i simboli il mondo si rivela e tramite il mito e il rito “il mondo ‘parla’ all’uomo”.