La sconfinata produzione di Aldo Capitini - filosofica, pedagogica, politica e letteraria - costituisce una miniera inesauribile di riflessione e discussione: impregnata di una appassionata freschezza intellettuale, travalica il suo tempo offrendo spunti estremamente attuali. La sua personale religiosità si costruisce sull'idea di fondo che il Tutto lega l'Uno con ogni Altro, in quella che egli definisce "Unità-amore"; un Uno che è tuttavia libero in questa scelta di comunione e apertura, che si percepisce a un tempo spontanea e necessaria soprattutto nei confronti degli ultimi, degli oppressi e dei dimenticati. Lo studioso Roberto Fantini ripercorre con acutezza la visione religiosa e filosofica di Capitini, analizzandone il pensiero e la storia e illuminando la figura, non a tutti nota, di questo rilevantissimo teorico della nonviolenza e della nonmenzogna, che sfidò apertamente il Fascismo mantenendo una decisa indipendenza culturale.
Odisseo - come aveva ben intuito l'Alighieri - non può accettare di rinchiudersi dentro le sponde della sua isola. Non esistono porti che possano accogliere e placare la sua ansia di avventura, il suo vorace desiderio di indagare. Odisseo continua il suo andare, metà vagabondo dei mari, metà pellegrino dell'anima. Nel suo cuore riaffiorano frantumi di ricordi, echi del passato, fantasmi della sua inquieta esistenza. Con loro, il vecchio Odisseo impara a dialogare, senza smettere mai di gettare lo sguardo verso i confini dell'Essere. E il suo viaggio diventa, così, un lirico paradigma del viaggio di noi, uomini del presente, che abbiamo in odio le gabbie del dogma e l'ottusità della paura. Il suo viaggio diventa un navigarsi dentro, un volare oltre... Un viaggio che il lettore è invitato a fare, sospinto da una bruniana ansia di infinito per approdare al sentimento dell'Unità della Vita cantato da tutti i grandi mistici.