Chi è satana? Una figura appartenente a un mondo culturale ormai tramontato o un essere reale, misterioso ma ben presente nella vita degli uomini? Il libro risponde a questa domanda, che oggi in molti - anche cristiani - suscita o un sorriso di distaccata superiorità o, al massimo, qualche brivido di superstizioso timore. Sulla scorta della Bibbia e del Magistero della Chiesa, l'autore illustra la dottrina cristiana sul demonio, richiamando con vigore alla necessità della vigilanza e del combattimento. Satana, l'avversario di Dio e il nemico dell'uomo, è tanto più pericoloso quanto più nascostamente svolge la sua opera, insinuandosi nelle pieghe della vita quotidiana per spingerci al peccato, ridurci in schiavitù e consegnarci alla perdizione eterna. La sua incessante seduzione, presentando il male sotto forma di bene e approfittando della nostra fragilità, costituisce un pericolo gravissimo che occorre smascherare e vincere con una lotta dura e perseverante. L'amor e misericordioso di Cristo, che ha trionfato sul demonio, è nello stesso tempo il sostegno e il premio di questa fatica.
Il perdono è la medicina di cui l’intera umanità ha bisogno. Ma chi la può offrire se non Colui che è Amore e Misericordia? Questa medicina è stata donata dall’alto della Croce a quelli stessi che avevano commesso il più vergognoso dei delitti. Il dono di Gesù crocifisso per gli uomini di tutti i tempi è in primo luogo il perdono dei peccati.
Il perdono di Dio libera il cuore guarendolo dal veleno del serpente omicida. La dittatura della violenza e della vendetta viene abbattuta. I lupi si trasformano miracolosamente in agnelli. Ogni cuore deve fare la sua battaglia, dalla quale dipenderà il suo destino ultimo. Chi chiede perdono a Dio e perdona i fratelli si salva. Gesù Cristo è lo spartiacque della storia. Con lui è nato un popolo nuovo, governato dalla legge dell’amore. Un cuore che accoglie il perdono divino e lo dona agli altri è il miracolo più grande che si ripete in ogni momento sulla terra. Il perdono è il futuro dell’umanità. È l’unica strada percorribile, è il vessillo della speranza (Padre Livio Fanzaga).
Una de las tres preguntas claves de nuestra existencia es ¿para qué estamos en este mundo? o ¿cuál es nuestro destino? Sin la visión del Cielo que lo aguarda, el hombre es como un gusano de seda encerrado en el capullo y muere de asfixia. Dar testimonio de la vida eterna, que Jesús Resucitado ha traído al mundo, es la mayor obra de misericordia que puede hacerse a los hombres de hoy, que corren de acá para allá como hormigas alocadas en el gran hormiguero del mundo. Descubrir la belleza inefable del Paraíso y desear que tome el mando de nuestro corazón; entender que no hemos venido al mundo para la tierra, sino para el Cielo. Así podemos pregustar la alegría sin fin, que es la meta de nuestra vida.
Con linguaggio semplice e di grande scorrevolezza, i commenti festivi di padre Livio accompagnano il lettore dentro il messaggio del vangelo della domenica (anno B). Una lettura sapienziale e spirituale dei testi che avvicina i fedeli ai contenuti principali offrendo piste per ulteriori approfondimenti. Sono spunti accessibili per il lettore veloce di oggi, che toccano la vita e ridestano alla speranza. L'intento è educare, confortare e dare forza, facendo risuonare la Parola di Gesù, che anche agli albori del Terzo Millennio non smette di affascinare gli uomini di buona volontà.
"Insieme a quello della vita, la fede è il più grande dono che una persona possa ricevere. Infatti l'uomo per vivere ha bisogno di ideali in cui credere e di obiettivi nobili da raggiungere. Ha bisogno di dare un senso alla sua giornata, che gli permetta di lottare contro tutte le difficoltà che incontra. L'esistenza umana è una lunga navigazione in un mare perennemente in tempesta. Non è possibile affrontarla senza una meta da raggiungere, che ricompensi delle fatiche affrontate. La fede cristiana è una luce divina che illumina la vita e che ne rivela la bellezza e la grandezza. È un dono che Dio offre a tutti i suoi figli, così come fa risplendere il sole su ogni angolo della terra. Con la luce degli occhi l'uomo può vedere le cose sensibili. Con quella dell'intelligenza risalire dal visibile all'invisibile. Con la luce della fede sciogliere l'enigma che lo riguarda e diventare capace di rispondere agli interrogativi che lo assillano. Questo libro si propone di aiutare a riscoprire la fede come cammino esistenziale. Il mondo oggi ha bisogno di uomini di fede, che aiutino l'umanità a trovare Dio e con lui il valore e la gioia della vita". (Padre Livio)
Le apparizioni della Madonna a Medjugorje sono un evento straordinario cresciuto in intensità nell'arco di oltre trent'anni. Il piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina è divenuto un centro di pellegrinaggi e di preghiera che richiama milioni di persone da ogni parte del mondo. I messaggi della Madonna vengono diffusi ovunque in tempo reale, grazie ai moderni mezzi di comunicazione e costituiscono la più capillare forma di evangelizzazione oggi presente nella Chiesa cattolica. Nonostante sia passato molto tempo e le apparizioni siano ancora in corso, tutto ciò che la Madonna ha realizzato fino a oggi è soltanto una preparazione a ciò che dovrà accadere. Il piano della Regina della Pace, iniziato a Fatima, sta entrando in questi anni nella fase decisiva. La Madonna è presente con la sua persona e la sua parola per aiutare la Chiesa e l'umanità a superare una crisi che potrebbe diventare fatale. Questo libro rappresenta lo sforzo di raccogliere, per quanto è possibile, il tesoro di insegnamenti che Maria ha donato al mondo in questi anni, perché possa essere un viatico corroborante di speranza per il cammino che ci attende.
É passato un anno dall'elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio; un anno che ha segnato una svolta epocale, permettendo alla Chiesa di riaffermare i propri valori fondanti e dare risposte concrete in un momento in cui essi parevano sminuiti e depotenziati dalla crisi e dai profondi cambiamenti sociali di questo ultimo difficile decennio. Il nuovo papa, con il vigore e l'immediatezza che lo caratterizzano, con la capacità di ascoltare tutti ma di decidere da solo, ha raccolto questi valori e queste risposte e li ha offerti a laici e credenti, arricchiti dalla nuova visione che lui stesso dà del proprio apostolato: un percorso di fede attiva, di condivisione, di accoglienza e di esaltazione dell'umanità. È giusto dunque parlare di un 'effetto Bergoglio', di un processo di trasformazione che ha toccato i cattolici e moltissimi laici, riguadagnandoli al confronto e alla fiducia verso la Chiesa. In questo libro, padre Livio Fanzaga e Saverio Gaeta individuano in tale processo dieci parole chiave, dieci concetti che stanno davvero 'cambiando il mondo': un decalogo semplice e profondo in grado di trasformare la realtà attraverso la pratica. Raccolte e commentate in forma di intervista, di libera discussione tra uomini di fede, le dieci parole Trinità, Fede, Chiesa, Diavolo, Gioia, Misericordia, Morale, Preghiera, Solidarietà, Vita cristiana - offrono un'occasione unica per approfondire la svolta impressa da papa Francesco in questo primo anno di pontificato.
Il mondo è attanagliato da una crisi economica, ma ancor più morale e spirituale, che rende il presente un tempo difficile, carico di inquietanti interrogativi sul futuro. In questo tempo di smarrimento e apprensione, mentre profeti di sventura e amanti del catastrofismo si oppongono a ingenui e superficiali ottimisti, occorre una chiave di lettura del presente che sia autentica, affidabile e capace di delineare lo scenario che va maturando dinanzi ai nostri occhi. Solo così è possibile rispondere alle domande che con sempre maggior apprensione si pongono credenti e non credenti: dove andremo a finire? Che ne sarà del pianeta? Quale orizzonte ci attende? E soprattutto: siamo forse giunti alla fine del mondo? Se sì, chi ci potrà salvare? Per rispondere a queste e tante altre domande, padre Livio, direttore di Radio Maria, conduce un attento esame del contesto contemporaneo, per interpretarne lo sviluppo futuro alla luce della Parola di Dio, del Magistero della Chiesa e dei messaggi che la Regina della Pace offre da oltre trent'anni a Medjugorje. Si profila un tempo di pace all'orizzonte, sempre più vicino, ma difficile da raggiungere; un tempo che ogni anima potrà raggiungere solo in spirito di autentica conversione a Cristo e al suo Vangelo.
Questo libro è la trascrizione di un ciclo di quella Catechesi giovanile che Padre Livio da molti anni tiene nella sede di Radio Maria a Erba. L'argomento di questo ciclo è la tentazione: un argomento verrebbe da dire inattuale, se consideriamo il silenzio in cui è relegato dalla pastorale ordinaria e in particolare dalla formazione giovanile. Ben consapevole di quanto sia grave e pericoloso questo oblio, Padre Livio sceglie il tema della tentazione e lo illustra compiutamente negli aspetti dottrinali e in quelli concreti. Sul piano teologico, mette in evidenza la centralità di questa tematica nella vicenda dell'uomo singolo e nella storia della salvezza; sul piano della vita personale, fa riferimento all'esperienza universale della tentazione, del peccato, dell'infelicità che ne deriva e del pericolo mortale che esso rappresenta per il nostro destino eterno. Ma nella fede tutto si tiene, e questi temi si ampliano a una visione totale e rasserenante della nostra condizione: perché non si può parlare del mistero angoscioso del male, di satana e dell'impero delle tenebre, senza parlare dell'amore misericordioso di Dio, del destino di felicità eterna che Egli non smette di offrirci.
La tematica delle realtà ultime, che riguardano lo sbocco della vita umana, sta di nuovo interessando la gente come è ovvio che sia. Da sempre l'uomo si è interrogato sul senso della vita e sul mistero della morte. La cultura atea e materialista, oggi dominante, non riesce certo a tranquillizzare le persone affermando che, con la morte, non resta di loro che un pugno di polvere. È illusorio convincere l'uomo di avere una sorte uguale a quella degli animali. E contrario alla retta ragione, ma soprattutto ripugna al cuore. I « Novissimi » — la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso — sono stati per due millenni un tema fondamentale della catechesi e della predicazione.
Il purgatorio, a rigore, non è una « realtà ultima », in quanto termina con la fine del mondo. Tuttavia fa parte della rivelazione cristiana riguardante lo sbocco conclusivo della vita. Il Nuovo Catechismo, confermando la dottrina dei Concili, afferma: « Ogni uomo, fin dal momento della sua morte, riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre » (n. 1022).
Si tratta di verità di fede che non possono venire oscurate, e tanto meno negate. È necessario annunciarle, senza nulla aggiungere e nulla togliere, per-ché ognuno possa riflettere su quale strada sta dirigendo la sua vita. Il purgatorio non è lo stato definitivo dell'esistenza umana, come lo sono il paradiso e l'inferno. Non è neppure uno stato intermedio, perché tutte le anime che vi passano alla fine entreranno nel Regno dei Cieli. Infatti chi si purifica in purgatorio è già sicuro della salvezza.
Il Concilio Vaticano II ha compiuto un atto di grande significato spirituale collocando il purgatorio nel mistero della Comunione dei santi. La purificazione del purgatorio avviene nella preghiera e attraverso l'opera dello Spirito purificatore. Tuttavia le anime si purificano nella sofferenza, come l'oro attraverso il fuoco. E necessario, sull'esistenza e sulla natura del purgatorio, conoscere l'esatto insegnamento del Magistero, all'interno del quale interpretare anche le numerose rivelazioni private.
La conoscenza della dottrina sul purgatorio ha due motivazioni fondamentali. La prima è personale, perché riguarda lo sbocco della propria vita. Se si conoscesse più a fondo l'insegnamento sul purgatorio e sulle pene che le anime soffrono, si farebbe di tutto per evitarlo. La seconda è di carattere affettivo e riguarda in particolare la condizione nella quale si potrebbero trovare i nostri cari o le persone che conosciamo. Al riguardo le curiosità o i tentativi di comunicare con l'aldilà non solo non sono di nessuna utilità, ma sono anche pericolosi. È importante invece sapere che noi, con le nostre preghiere, i sacrifici e le opere di carità possiamo essere di grande aiuto, abbreviando le loro pene. La Chiesa intercede costantemente per i fedeli defunti e ci invita a unirci ad essa in questa grande opera di carità. A che serve rammaricarci perché non abbiamo fatto abbastanza per i nostri cari quando erano in vita, se ora, che hanno bisogno di noi, non li aiutiamo a uscire dall'esilio nel quale si trovano?
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
IL CIELO È LA META A CUI TENDERE
L'umanità oggi si divide in due schieramenti, fra loro diametralmente opposti, sul modo di concepire l'origine e il destino dell'uomo e, conseguentemente, sul valore della vita. Uno schieramento, numericamente minoritario, ma che esercita una egemonia culturale globale, ritiene che l'uomo sia un fenomeno del cosmo, che viene dalla materia e ad essa ritorna. In questa prospettiva la vita è racchiusa nel frammento del tempo, oltre il quale c'è il nulla. È un ritorno al panteismo materialista che vanifica la persona e la riduce al suo corpo mortale.
L'altro schieramento, che ha il suo punto di forza nel cristianesimo, concepisce l'uomo a due dimensioni: una terrestre, che riguarda il suo corpo, e l'altra spirituale, che riguarda la sua anima. In questa concezione l'anima non muore col corpo, ma nel momento in cui si separa da esso si presenta al giudizio di Dio per il premio e il castigo eterni. Alla fine dei tempi, i corpi di ognuno seguiranno la sorte delle anime.
La fede cristiana trae la sua forza dalla resurrezione gloriosa di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, che ha sottratto la natura umana dal male e dalla morte e ha aperto la prospettiva di una vita immortale. I cristiani guardano alla vita come a un cammino verso l'eternità. La morte non è la fine di tutto, ma il temine di un pellegrinaggio terreno, che si spalanca sull'eternità.