
La tematica delle realtà ultime, che riguardano lo sbocco della vita umana, sta di nuovo interessando la gente come è ovvio che sia. Da sempre l'uomo si è interrogato sul senso della vita e sul mistero della morte. La cultura atea e materialista, oggi dominante, non riesce certo a tranquillizzare le persone affermando che, con la morte, non resta di loro che un pugno di polvere. È illusorio convincere l'uomo di avere una sorte uguale a quella degli animali. E contrario alla retta ragione, ma soprattutto ripugna al cuore. I « Novissimi » — la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso — sono stati per due millenni un tema fondamentale della catechesi e della predicazione.
Il purgatorio, a rigore, non è una « realtà ultima », in quanto termina con la fine del mondo. Tuttavia fa parte della rivelazione cristiana riguardante lo sbocco conclusivo della vita. Il Nuovo Catechismo, confermando la dottrina dei Concili, afferma: « Ogni uomo, fin dal momento della sua morte, riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre » (n. 1022).
Si tratta di verità di fede che non possono venire oscurate, e tanto meno negate. È necessario annunciarle, senza nulla aggiungere e nulla togliere, per-ché ognuno possa riflettere su quale strada sta dirigendo la sua vita. Il purgatorio non è lo stato definitivo dell'esistenza umana, come lo sono il paradiso e l'inferno. Non è neppure uno stato intermedio, perché tutte le anime che vi passano alla fine entreranno nel Regno dei Cieli. Infatti chi si purifica in purgatorio è già sicuro della salvezza.
Il Concilio Vaticano II ha compiuto un atto di grande significato spirituale collocando il purgatorio nel mistero della Comunione dei santi. La purificazione del purgatorio avviene nella preghiera e attraverso l'opera dello Spirito purificatore. Tuttavia le anime si purificano nella sofferenza, come l'oro attraverso il fuoco. E necessario, sull'esistenza e sulla natura del purgatorio, conoscere l'esatto insegnamento del Magistero, all'interno del quale interpretare anche le numerose rivelazioni private.
La conoscenza della dottrina sul purgatorio ha due motivazioni fondamentali. La prima è personale, perché riguarda lo sbocco della propria vita. Se si conoscesse più a fondo l'insegnamento sul purgatorio e sulle pene che le anime soffrono, si farebbe di tutto per evitarlo. La seconda è di carattere affettivo e riguarda in particolare la condizione nella quale si potrebbero trovare i nostri cari o le persone che conosciamo. Al riguardo le curiosità o i tentativi di comunicare con l'aldilà non solo non sono di nessuna utilità, ma sono anche pericolosi. È importante invece sapere che noi, con le nostre preghiere, i sacrifici e le opere di carità possiamo essere di grande aiuto, abbreviando le loro pene. La Chiesa intercede costantemente per i fedeli defunti e ci invita a unirci ad essa in questa grande opera di carità. A che serve rammaricarci perché non abbiamo fatto abbastanza per i nostri cari quando erano in vita, se ora, che hanno bisogno di noi, non li aiutiamo a uscire dall'esilio nel quale si trovano?
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
IL CIELO È LA META A CUI TENDERE
L'umanità oggi si divide in due schieramenti, fra loro diametralmente opposti, sul modo di concepire l'origine e il destino dell'uomo e, conseguentemente, sul valore della vita. Uno schieramento, numericamente minoritario, ma che esercita una egemonia culturale globale, ritiene che l'uomo sia un fenomeno del cosmo, che viene dalla materia e ad essa ritorna. In questa prospettiva la vita è racchiusa nel frammento del tempo, oltre il quale c'è il nulla. È un ritorno al panteismo materialista che vanifica la persona e la riduce al suo corpo mortale.
L'altro schieramento, che ha il suo punto di forza nel cristianesimo, concepisce l'uomo a due dimensioni: una terrestre, che riguarda il suo corpo, e l'altra spirituale, che riguarda la sua anima. In questa concezione l'anima non muore col corpo, ma nel momento in cui si separa da esso si presenta al giudizio di Dio per il premio e il castigo eterni. Alla fine dei tempi, i corpi di ognuno seguiranno la sorte delle anime.
La fede cristiana trae la sua forza dalla resurrezione gloriosa di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, che ha sottratto la natura umana dal male e dalla morte e ha aperto la prospettiva di una vita immortale. I cristiani guardano alla vita come a un cammino verso l'eternità. La morte non è la fine di tutto, ma il temine di un pellegrinaggio terreno, che si spalanca sull'eternità.
Un invito a riscoprire la ricchezza del Vangelo e a farne tesoro per il cammino spirituale di tutto l'anno. Padre Livio commenta i brani delle cinquantadue domeniche dell'anno liturgico con il suo stile, corredato di preziosi riferimenti biblici ed esegetici. Uno scrigno da cui attingere indicazioni evangeliche per il vivere quotidiano, per le proprie scelte etiche e per quel progetto di salvezza che coinvolge non solo i credenti, ma tutti gli uomini di buona volontà.
L’uomo non ha mai cessato di cercare Dio, perché un desiderio insopprimibile di felicità tortura il suo cuore. Dio è connaturale all’uomo. Tutto il suo essere, anima e corpo, anela a lui. La storia dimostra che le vittorie dell’ateismo sono effimere, perché la fame di Dio non può rimanere a lungo soffocata. Se è vero che l’uomo cerca Dio, è ancora più vero che Dio è alla continua ricerca della sua creatura, spinto da un amore prodigo e senza confini. Quando lo accusiamo di silenzio, dovremmo piuttosto metterci in ascolto. Dio risponde sempre a coloro che lo chiamano. Nessuno è presente come lui, nell’intimo del cuore, in quelle profondità dove nessuno potrebbe entrare. Anche chi afferma di non credere, ha che fare con lui. La coscienza infatti è la sua voce, che si fa sentire, lo si voglia o meno. Quando uno pensa di averla soffocata, risorge più forte e imperiosa che mai. Nessuno riesce a liberarsi di Dio. Nessuno potrebbe mettere a tacere la sua voce. Chi si illude di averlo fatto, sarà costretto a sentirla quando ormai sarà troppo tardi. Ascoltarlo o disattenderlo, accoglierlo o rifiutarlo: è davanti a questo aut-aut che si decide il proprio destino eterno (dalla Prefazione di padre Livio).
"Il mondo di oggi vive in mezzo a forti tensioni e cammina sull'orlo di una catastrofe", con queste parole la Madonna a Medjugorje, tramite i veggenti, ha cominciato a mettere in guardia l'umanità dai pericoli che incombono sul suo cammino. È per questo che la regina della pace è venuta in quel piccolo paese della ex-Jugoslavia, apparendo ormai 28 anni fa a 6 ragazzi. A essi ha consegnato anche dei segreti - dieci in tutto - che rivelerebbero proprio il futuro prossimo dell'umanità. Dieci segreti, come dieci furono le piaghe d'Egitto: due ammonimenti, un segno - che i veggenti dicono sarà "bellissimo, indistruttibile e non fatto da mani d'uomo" - e infine sette castighi. Questi segreti saranno svelati, a uno a uno, con tre giorni d'anticipo, in modo che al loro verificarsi anche coloro che sono più increduli capiscano che è ora di decidersi per Dio e di cambiare vita, cogliendo le ultime possibilità di salvarsi. Dieci segreti per segnare altrettante tappe di un tempo di prova al termine del quale l'umanità che avrà scelto Dio, dopo molta sofferenza e gravi attacchi alla fede, potrà finalmente abitare il mondo della pace che la Madonna ha promesso.
Il giudizio universale e la dannazione eterna sono apocalissi che l'uomo contemporaneo ha rimosso dalla propria coscienza e che la stessa Chiesa Cattolica spesso fatica ad ammettere. Si tratta di un tema che è sempre più trascurato, anche dalla predicazione, quasi che l'Inferno sia colpito da una sorta di congiura del silenzio: un silenzio che contrasta con la necessità di recuperare la prospettiva dell'eternità e della salvezza. Stabilito che l'Inferno esiste ed è eterno, bisogna precisare a quali condizioni ci si vada: morendo in stato di peccato mortale e senza pentimento. Le condizioni per la perdizione eterna sono espresse con chiarezza dal Magistero della Chiesa cattolica, tuttavia di nessun'anima si può dire con certezza che sia all'Inferno, forse neppure di Giuda, il Traditore. Dopo aver trattato delle pene infernali, l'inchiesta sull'Inferno prosegue esaminando la concezione degli Inferi e della perdizione eterna nella Sacra Scrittura e nella dottrina cristiana dai primi secoli al concilio di Trento. Si presentano quindi le diverse visioni dell'Inferno avute da santi e mistici cristiani, fino a quella straordinaria esperienza che è il viaggio nell'Aldilà compiuto in anima e corpo da Jakov e Vicka, due dei veggenti di Medjugorje, accompagnati dalla Regina della Pace. Un viaggio nella tradizione teologica e nella devozione popolare che smuove la coscienza e lascia il segno.
La profezia di Gesù riguardo alle sue parole si va realizzando lungo il corso dei secoli. Due millenni dopo che sono state pronunciate, sono più vive e attuali che mai. Quali altre parole potrebbero essere paragonate a quelle di Gesù? Parole semplici, che tutti possono comprendere. Parole vive, pronunciate dal Risorto, dal Vivente, che è sempre presente in mezzo a noi. Ma sono pochi i cristiani che se ne rendono conto. Nel loro cuore pare essersi spenta la fiducia nella potenza del vangelo.
Queste pagine vogliono risvegliare la speranza e rendere consapevole una generazione stanca e incredula che, senza il lievito quotidiano delle parole di Gesù, il mondo non sopravvivrebbe.
L'autore
Padre Livio Fanzaga, nato a Bergamo nel 1940, ordinato sacerdote fra i Padri Scolopi nel 1966, si è laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) e in filosofia presso la Cattolica (Milano). Per anni si è impegnato nella pastorale giovanile
in una parrocchia di Milano. Nel 1987 assume la direzione dei programmi di Radio Maria. Attualmente è direttore della medesima emittente, ormai divenuta un network di dimensioni internazionali.
Abusi sessuali, corruzione morale, scandali finanziari... La crisi che ha investito la Chiesa ha assunto ormai una tale portata da minacciare non solo la credibilità della divina istituzione, ma la sua stessa sopravvivenza. Eppure, questo tempo di prova non giunge inatteso. La Madonna lo aveva predetto a Medjugorje con parole chiare. La Regina della Pace è infatti presente da oltre trent'anni - con le sue apparizioni, nel villaggio della Bosnia Erzegovina ormai famoso in tutto il mondo - per rinnovare il cuore del popolo di Dio, restituendo il vigore della fede, la forza morale e il coraggio di seguire l'ispirazione dello Spirito Santo. Quello Spirito che non smette mai di soffiare, oggi come duemila anni fa, generando una nuova Pentecoste che, sotto la guida di Maria, trasformerà la Chiesa aiutandola ad affrontare il tempo dei segreti ormai imminente.
L’attuale scenario del mondo vede l’umanità in preda all’angoscia per il proprio futuro. In questo contesto di paura e incertezza, padre Livio Fanzaga ci invita a rileggere la storia del mondo come parabola di provvidenza e di salvezza: dalla Creazione al peccato originale, dalla Incarnazione, morte e Resurrezione di Gesù al ritorno glorioso di Cristo. Un ritorno preparato da segni grandiosi – lo sconvolgimento delle potenze naturali, la persecuzione della Chiesa, lo scatenamento del Male e l’impostura anticristica – annunciati dalle profezie bibliche, dai discorsi evangelici apocalittici di Gesù, dalle visioni di santi e mistici cristiani e dalle apparizioni mariane degli ultimi duecento anni. Dopo aver smantellato a una a una tutte le false profezie – dai millenarismi di varia natura fino alle apocalissi dei Maya e dei Testimoni di Geova – padre Livio giunge all’ultimo capitolo, dedicato a Medjugorje, richiamando l’estremo appello alla conversione della Regina della Pace a una umanità che guarda al futuro con timore: Cristo sta per tornare e darà compimento alla storia spalancando all’uomo le porte dell’eternità.
Di Padre Livio
Questo libro vuole essere una risposta a un interrogativo che molti si pongono: quali sono le verità della fede che un cristiano deve credere per conseguire la vita eterna? Nell’esposizione del «Credo» viene illustrata, con chiarezza e semplicità, la dottrina cattolica, facendo costante riferimento alle fonti della divina Rivelazione e al magistero vivo della Chiesa, in particolare a quello straordinario dono di Dio che sono i documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica.
In un momento contrassegnato da dubbi, da ripensamenti e persino da confusione riguardo al patrimonio della fede, occorre che il cristiano abbia la certezza su ciò che è necessario credere. È a partire da una chiara identità cristiana che saranno possibili un’efficace testimonianza di fronte al mondo e un dialogo fruttuoso con le religioni non cristiane.
L'autore
Padre Livio Fanzaga, nato a Bergamo nel 1940, ordinato sacerdote fra i Padri Scolopi nel 1966, si è laureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) e in filosofia presso la Cattolica (Milano). Per anni si è impegnato nella pastorale giovanile in una parrocchia di Milano. Nel 1987 assume la direzione dei programmi di Radio Maria. Attualmente è direttore della medesima emittente, ormai divenuta un network di dimensioni internazionali. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato i seguenti volumi: Decidersi per Dio. Catechesi per giovani (2001); Maria Madre di misericordia. All’angosciosa disperazione del mondo contemporaneo Dio dona Maria come sorgente viva di gioia e di speranza (2002); Le virtù teologali. Fede, speranza, carità (2003); Cittadini del cielo. Catechesi per giovani (2004); «Credo». Le verità fondamentali della fede (2005); Cristianesimo controcorrente. Pensieri sul destino dell’uomo (2005); Le virtù cardinali. Prudenza, giustizia, fortezza, temperanza (2010); Ragioni per vivere ragioni per credere. Catechesi per giovani (2012); Maria nel cammino di santità. Commento al «Segreto di Maria» di san Luigi Maria da Montfort (2011); Fa’ posto a Dio. Lettere di direzione spirituale (2011); «Scrivo a voi giovani perché siete forti». Lettera alla gioventù che crede nella vita (2012).
Per vivere in pienezza il cristianesimo è utile seguire le orme di chi è più avanti nell'esperienza di fede. In questo modo si procede più speditamente ed è più facile scansare le "pietre d'inciampo" che il demonio sparge a piene mani dinanzi ai passi dell'uomo. Nel percorso tracciato da padre Livio in questi fitti dialoghi con Saverio Gaeta, la vita cristiana emerge come la risposta a quella vocazione all'infinito che risiede nel cuore di ogni uomo. La lotta fra il bene e il male, fra le sollecitazioni delle virtù e le tentazioni dei vizi, viene presentata come la vera sfida che chiunque deve affrontare per poter giungere alla salvezza eterna. Lungo questo itinerario, i dieci comandamenti, i sacramenti e la preghiera sono alcune delle principali risorse sulle quali il credente può contare. Da ciò scaturisce il desiderio di essere a propria volta testimoni dell'amore di Gesù, incarnandolo nell'annuncio della parola di Dio e nell'azione caritatevole in favore del prossimo.