Descrizione dell'opera
«La fede e la carità formano un'unica e identica realtà, essendo ambedue dono divino, dovendo ambedue operare nel medesimo individuo e nella medesima comunità, dovendo ambedue crescere contemporaneamente e impegnare e coestensivamente tutto l'uomo» (dall'Introduzione).
A sette anni dalla morte dell'autore, vengono riproposte le sue Letture bibliche sulla fede. Attraverso di esse, Federici intendeva offrire, dopo la pubblicazione delle Letture bibliche sulla carità, un ulteriore sussidio di spessore - complementare al primo e concepito come un unico contesto con esso - per la catechesi biblica e liturgica, al fine di aiutare gruppi e singoli ad accedere sempre meglio alle fonti. Come per il volume precedente lo stile è quello della spiegazione, che è insieme meditazione.
Sommario
Introduzione. I. «E lo seguono perché conoscono la sua voce» (Gv 10,4b). La fede umana. 1. La fede umana interpersonale. 2. La spiegazione evangelica. II. «E credette nel Signore» (Gen 15,6). L'Antico Testamento. 1. «Tornate da me e io tornerò da voi» (Ml 3,7). 2. «Se non credete non sopravvivrete» (Is 7,9). 3. «E credette nel Signore» (Gen 15,6a). 4. «E credette il popolo e ascoltarono» (Es 4,31a). 5. «E quanti sperano nel Signore rinnovano le forze» (Is 40,31). 6. «Senza fede è impossibile piacere» (Eb 11,6a). III. «Annunciate la morte del Signore» (1 Cor 11,26b). Il Nuovo Testamento. 1. «Convertitevi e credete nell'evangelo» (Mc 1,15b). A. Il Nuovo Testamento. B. La liturgia. C. La spiritualità. D. L'ecumenismo. 2. «Credo - Aiuta la mia incredulità!» (Mc 9,24). Premessa. A. «Abbiate la fede di Dio!» (Mc 11,23). B. I personaggi evangelici. C. Dopo la Pasqua Pentecoste. D. La fede efficace. E. Fede e sacramenti. F. La fede fruttuosa. G. Fede: crescita, adempimento, consumazione. 3. «"Signore è Gesù" nello Spirito Santo» (1 Cor 12,3b). 4. «Annunciate la morte del Signore finché non venga» (1 Cor 11,26). IV. «Se confessi… che Signore è Gesù» (Rm 10,9a). Le espressioni della fede. Premessa. 1. «Ascolta, Israele» (Dt 4,6a). A. I «Credo» storici pasquali dell'Antico Testamento. B. La liturgia. 2. «Se confessi… che Signore è Gesù» (Rm 10,9a). A. La Parola. B. La liturgia. Indice dei riferimenti biblici.
Note sull'autore
Tommaso Federici (1927-2002) conseguì le lauree in giurisprudenza e in lettere orientali antiche, il diploma di paleografia presso l'Archivio di Stato di Roma e la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. Al Pontificio Ateneo S. Anselmo portò a termine il dottorato in teologia con una tesi dal titolo: La Liturgia, dono divino della libertà. Fu il primo interprete delle iscrizioni accadiche delle tavolette conservate al Museo Barracco di Roma. Insieme a studiosi come E. Lanne, M. Lohrer, B. Neunhauser e A. Nocent fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Docente di teologia biblica alla Pontificia Università Urbaniana, fu consultore delle Congregazioni per il culto divino e per le Chiese orientali, e degli allora Segretariati per i non credenti e per l'unità dei cristiani, in particolare nella sezione per il dialogo con l'ebraismo. Ricoprì, inoltre, l'incarico di pro-segretario della Pontificia commissione per la neo-Vulgata. Nel nome di Tommaso Federici si è costituita una Fondazione per proseguire la sua opera culturale e teologica. Le EDB hanno pubblicato Cristo Signore Risorto amato e celebrato. II. La scuola di preghiera cuore della Chiesa locale (2005) e Letture bibliche sulla carità (2008).
Descrizione dell'opera
A cinque anni di distanza dalla morte dell’autore, vengono riproposte le sue Letture bibliche sulla carità. Attraverso di esse, Federici intendeva offrire un sussidio di spessore per la catechesi biblica e liturgica sulla carità. Lo stile è quello della spiegazione, che è insieme meditazione.
La disposizione della materia in due parti, che riguardano l’amore di Dio e l’amore degli uomini, traccia uno schema preciso dell’opera. La carità è azione esclusiva di Dio Padre, Figlio e Spirito: essa appare come l’amore esclusivo che il Padre ha per il Figlio nello Spirito. E appare come l’amore comunicato dal Padre mediante il Figlio nello Spirito agli uomini, i quali nella fede ricambiano tale amore con Dio e lo scambiano con gli altri uomini.
Nella seconda parte i testi dell’Antico e del Nuovo Testamento inducono a comprendere che la carità è, e deve essere, un atteggiamento fondamentale della vita del fedele verso Dio, verso se stesso, verso il prossimo, verso il mondo. Tuttavia essa non è condizione propria dell’uomo, ma grazia gratuita da chiedersi continuamente a Dio.
Sommario
Introduzione. I. «Dio è carità» (1Gv 4,8.16). 1. L’Agapêtós, l’«Eletto-Diletto». 2. «Affinché il mondo conosca che io amo il Padre» (Gv 14,31). 3. «E lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”» (Ap 22,17). 4. «Tanto Dio ha amato il mondo» (Gv 3,16). 5. «Ti fidanzerò a me nella fedeltà» (Os 2,22). 6. Il dono divino della libertà: la liturgia. II. «Da questo tutti conosceranno (Gv 13,35). 1. L’amore dopo la conversione. 2. L’Antico Testamento. 3. «La pienezza della Legge è la carità» (Rm 13,10b). 4. «Adesso restano fede, speranza e carità» (1Cor 13,13). 5. La seconda generazione cristiana. 6. La carità e la liturgia romana antica. Indici.
Note sull'autore
Tommaso Federici (1927-2002) conseguì le lauree in giurisprudenza e in lettere orientali antiche, il diploma di paleografia presso l’Archivio di Stato e la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. Al Pontificio Ateneo S. Anselmo portò a termine il dottorato in teologia con una tesi dal titolo: La Liturgia, dono divino della libertà. Fu il primo interprete delle iscrizioni accadiche delle tavolette conservate al Museo Barracco di Roma. Insieme a studiosi come E. Lanne, M. Lohrer, B. Neunhauser e A. Nocent fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Docente di teologia biblica alla Pontificia Università Urbaniana, fu consultore delle Congregazioni per il culto divino e per le Chiese orientali, e degli allora Segretariati per i non credenti e per l’unità dei cristiani, in particolare nella sezione per il dialogo con l’ebraismo. Ricoprì, inoltre, l’incarico di pro-segretario della Pontificia commissione per la neo-Vulgata. Le EDB hanno pubblicato il suo volume Cristo Signore Risorto amato e celebrato. II. La scuola di preghiera cuore della Chiesa locale (2005). Nel nome di Tommaso Federici si è costituita una Fondazione per proseguire la sua opera culturale e teologica.
A tre anni di distanza dalla morte dell’autore, vede la luce il secondo dei volumi da lui programmati sotto il titolo comune di Cristo Signore Risorto, amato e celebrato. Nella Prefazione al primo tomo della serie, edito nel 2001 dall’Eparchia di Piana degli Albanesi, egli così si esprimeva: l’opera «si propone 1) come avvio al contatto e alla frequenza della lettura motivata del formidabile complesso formato dai testi biblici e liturgici della Chiesa celebrante; a offrire più contenuti alla vita di preghiera; alla lectio divina personale da condurre sul Testo biblico; 2) come sussidio: per l’omelia mistagogica celebrativa; per la mistagogia ai fedeli, in specie nella ‘scuola di preghiera’ parrocchiale, dove esiste».
Con le espressioni «scuola di preghiera» e «mistagogia», egli propone una catechesi che ha per oggetto il rito/liturgia (parole e gesti), una catechesi da intendere non solo come istruzione, ma anche come preghiera. Per Federici la Chiesa esiste solo in quanto diocesi e parrocchia e in quanto celebrazione, il vescovo deve essere anzitutto un catecheta/pastore e parimenti il parroco; ogni parrocchia deve avere la scuola della preghiera come luogo permanente di formazione alla fede, per tutti. Chi ha conosciuto Tommaso Federici ne ritrova nel volume il ritratto umano e spirituale: persona dalla fede intensa e dal sentire forte, dal pensare in due direzioni – Bibbia e Chiesa delle origini – con accostamenti improvvisi, amori ed esclusioni nette.
Sommario
Avvertenza. Presentazione (mons. V. Apicella). 1. Cristo Signore risorto nello Spirito Santo, l’orante e il maestro. 2. Lineamenti della «scuola dell’amore di Dio» o «di preghiera» della diocesi e della parrocchia. 3. Realtà della preghiera. 4. Cristo Signore risorto, il contenuto unico della preghiera e della lettura continue. 5. Forme della preghiera della Chiesa. 6. La lectio divina dei fedeli. 7. La preghiera nelle occasioni dell’esistenza. 8. La divinizzazione dei fedeli. Conclusione. Indici.
Note sull'autore
Tommaso Federici (1927-2002), laureatosi in lettere orientali antiche, è stato il primo interprete delle iscrizioni accadiche delle tavolette conservate al Museo Barracco di Roma. Dopo la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico e il diploma di paleografia presso l’Archivio di Stato si laureò in giurisprudenza all’Università di Sassari, per affiancare il padre notaio. Determinanti gli incontri, al Pontificio Ateneo S. Anselmo, con p. Vagaggini e p. Marsili, con i quali portò a termine il dottorato in teologia con una tesi dal titolo: “La Liturgia, dono divino della libertà”. Insieme a studiosi come E. Lanne, M. Lohrer, B. Neunhauser e A. Nocent fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Docente di teologia biblica alla Pontificia Università Urbaniana fu consultore delle Congregazioni per il Culto Divino e per le Chiese Orientali, e degli allora Segretariati per i non credenti e per l’unità dei cristiani, in particolare nella sezione per il dialogo con l’ebraismo. Ricoprì, inoltre, l’incarico di pro-segretario della Pontificia commissione per la neo-Vulgata.
Nel nome di Tommaso Federici si è costituita una Fondazione per curare «la conservazione, la sistemazione e la prosecuzione dell’opera culturale e teologica del suo titolare, la pubblicazione degli inediti» ed eventuali riedizioni.