Questo volume ripercorre l'esperienza di Carlo Cartari (1614-1697), Prefetto per un quarantennio dell'Archivio pontificio di Castel Sant'Angelo. Per quei lunghi anni Cartari tenne un diario della sua vita d'archivio che costituisce un documento di straordinaria importanza. Le "scritture preziose, che in esso archivio si conservano", scrive, "sono il fondamento dello Stato di Santa Chiesa, tanto spirituale quanto temporale": si tratta di documenti che riguardano non solo lo Stato Pontificio ma anche la vita della stessa Chiesa cattolica. Un mondo di informazioni ordinato, classificato, custodito. Informazioni cui gli uomini del potere e dello Stato - dai cardinali, alle Congregazioni, al Pontefice - debbono ricorrere per poter prendere decisioni amministrative e politiche, piccole e grandi. E' Cartari, uomo d'archivio, uno dei loro interlocutori più importanti: colui che consapevolmente seleziona il materiale che di quelle decisioni sarà alla base. La storia dell'archivio s'intreccia dunque con la storia politica e dell'azione di governo e documenta come la pratica archivistica abbia costituito un riflesso della storia delle istituzioni e delle concezioni del potere nell'età dell'assolutismo.
Orietta Filippini, dottore di ricerca in Discipline storiche, si occupa di storia religiosa dell'età moderna e storia dell'archivistica in età moderna. Tra le sue pubblicazioni, "La coscienza del re. Juan de santo Tomás, confessore di Filippo IV di Spagna (1643-1644)" (Olschki, 2006) e "'Sì per servizio della Sede Apostolica come per cautela di lui stesso'. L''offizio d'archivista' per Carlo Cartari, prefetto dell'archivio papale di Castel Sant'Angelo nel XVII secolo" (Ecole Française de Rome, 2007).