Con uno scavo deciso don Flori dilata a livello profondo e universale ogni singolo episodio dell'ultima settimana del Cristo. Partendo da un nucleo centrale, egli si muove a cerchi concentrici, facendo in modo che ogni evento e atteggiamento del Cristo e delle persone che gli stanno accanto, abbracci l`atteggiamento dell'uomo di ogni epoca, convinto che il movimento del cuore dell'uomo, sostanzialmente e a livello profondo, è sempre identico nel suo porsi davanti al Mistero. Nel dramma di quelle ore don Flori legge l'intero dramma dell'umanità, obbligata a raffrontarsi e confrontarsi col mistero del proprio dolore e destino, col proprio agognare e con la propria agonia, col Mistero fatto carne, reale dell'Uomo-Dio che si è fatto carico del destino di ogni uomo e dell'intera realtà cosmica.
Una parola contemporanea, che esce dal silenzio e che ha molto da dire all'uomo e al credente di oggi. Uno scavo inesausto e inesauribile, un dettato forte e originale, una riflessione inedita e sorprendente. Dal suo eremo di silenzio e di avvistamento don Flori, come un solitario profeta, ha guardato insieme il cuore dell'uomo e quello di Dio nel loro conflittuale e nostalgico relazionarsi. Ansia di bellezza e di totalità, di santità e verità, di Poesia. Senza premura di sistematicità e senza smarrirsi nelle secche di un raziocinio fine a se stesso, coniugando fede viva e ragione appassionata, don Flori offre una visione a tutto tondo dell'uomo, ma presenta anche la fede cristiana nella sua esigenza e nel suo splendore: non basta essere cristiani, occorre essere evangelici.