Fin dal loro apparire, nel 1534, i Paradossi di Sebastian Franck suscitarono sconcerto per la loro radicalità: ad avere la forma del paradosso sono la teologia stessa e la Scrittura, un paradosso in conflitto con tutto ciò che il mondo crede. Di qui l'andamento dialettico dell'opera: il vero Cristo, il Cristo interiore, lo Spirito, non ha bisogno delle Chiese storiche, ovvero non ha bisogno di libri, cerimonie, culti. Il Nuovo Testamento stesso è pensato da Franck non come un libro, una legge, bensì come lo Spirito santo che parla all'uomo interiore, all'uomo completamente distaccato. Affermazioni che nella loro paradossalità, anche stilistica, riprendono temi della mistica speculativa di Meister Eckhart e inaugurano quella corrente della cultura europea che va sotto il nome di "pensiero religioso liberale". Non a caso Pietro Martinetti ebbe a scrivere: "Sebastian Franck è la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno. Egli ha un intuito profondo della realtà: anche nella storia religiosa sa gettare uno sguardo penetrante, sicuro, sereno, obiettivo. Egli solo ha saputo sottrarsi, restando cristiano, alla schiavitù del biblicismo, che egli rimprovera anche agli anabattisti, e resistere al sogno di restaurare il cristianesimo apostolico [...] Non dobbiamo perciò meravigliarci se egli rimase solo.".
Con testo tedesco a fronte
A cura di Marco Vannini
DESCRIZIONE: Sebastian Franck da Strasburgo indirizza questa Lettera all’anabattista Johannes Campanus nel 1541, nel contesto della lotta confessionale tra cattolici e riformatori, scenario di reciproca persecuzione: pagine che rappresentano un vero e proprio manifesto della fede spiritualista e della tolleranza religiosa. Opponendosi alle pretese esclusivistiche delle varie confessioni, con le loro teologie, Franck sostiene l’assurdità di voler ricostituire la vera chiesa, giacché seguaci di Cristo sono soltanto coloro che – in ogni tempo e in ogni luogo, anche senza neppure conoscere la Scrittura – hanno ascoltato e ascoltano la voce dello Spirito, che parla nel profondo dell’anima.
COMMENTO: Pagine inedite di un classico di mistica speculativa, Sebastian Franck, in cui risuonano i capolavori di Meister Eckhart e del suo allievo Giovanni Taulero. Scritta nel 1531, la Lettera qui presentata è anche uno squarcio sulla riforma culturale del luteranesimo, con la sua apertura all'interpretazione personale delle Scritture. In gioco è il valore della Bibbia: può avere un significato assoluto?
SEBASTIAN FRANCK (1499-1542) – “la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno”, secondo Piero Martinetti – seppe coniugare due aspetti: quale discepolo di Erasmo una perizia filologica da umanista, in quanto seguace di Taulero e della Teologia tedesca la profonda esperienza spirituale del mistico. Non si riconobbe in nessuna delle chiese del tempo, né cattoliche né riformate, vivendo un’esistenza raminga e perseguitata, ma mantenendo vivo quel principio della libertà dello spirito destinato nel tempo a dare i suoi frutti. Il suo capolavoro, i Paradossi, è stato pubblicato da Morcelliana nel 2009, a cura di Marco Vannini.
MARCO VANNINI, studioso di mistica speculativa, ha già curato per Morcelliana le opere di Daniel von Czepko, Sebastian Franck, Valentin Weigel, Meister Eckhart. Sempre presso Morcelliana ha pubblicato Introduzione alla mistica (2000), tradotto in varie lingue.
COLLANA: Il Pellicano Rosso (Classici del pensiero religioso liberale) n. 148