Questo saggio intende affrontare il tema del diaconato basandosi sulle fonti bibliche, patristiche e liturgiche, precisando le caratteristiche di tale ministero alla luce del concilio Vaticano II. Ciò che emerge dall'analisi è un diaconato chiamato a servire là dove la Chiesa sperimenta le proprie fragilità e insufficienze, là dove c'è da riparare l'infedeltà o l'inadeguatezza. Il diaconato è il ministero che aiuta la comunità cristiana a crescere nella fedeltà al Vangelo. Un ministero che non può essere descritto per quello "che può fare" ma per quello "di cui si preoccupa". Un servizio "liquido" perché si adegua, più di ogni altro, alle necessità che la Chiesa vive per la sua missione. Il testo presenta in appendice due approfondimenti, uno biblico-teologico e l'altro liturgico, per chi è interessato a un'analisi più attenta delle ragioni che hanno portato l'autore alle sue conclusioni.
Nella storia dei concili la ricezione del loro magistero è una fase oggi considerata attentamente. Essa trova nei libri liturgici una delle sue espressioni più significative. Anche l’insegnamento del Vaticano II sul ministero ordinato vive, nella riforma dei riti di ordinazioni, un importante momento della sua ricezione. Per individuarne i criteri ispiratori e quindi la teologia, questo saggio analizza, in modo diacronico e sincronico, l’iter di revisione dei riti di ordinazioni, iniziato negli ultimi mesi del Concilio, e conclusosi (editio typica) nell’agosto 1968. Il rapporto esistente tra lex orandi e lex credendi trova qui un interessante equilibrio tra la liturgia come fonte e la liturgia come frutto dell’insegnamento della Chiesa. Le scelte operate dal gruppo di lavoro sui riti di ordinazione (Coetus XX), in sinergia con il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia e nel costante dialogo con la Sede Apostolica, sono un importante contributo per la teologia del ministero: esso è interpretato come servizio alla Chiesa, nella comunione tra vescovo, presbiteri e diaconi. Questo affinché la Chiesa possa essere apostolica anche grazie al carisma della successione, trasmesso sacramentalmente al vescovo unito al presbiterio e con i diaconi. Sarà così possibile, anche alla luce della editio altera (1989), trovare indicazioni preziose per interpretare il ministero oggi.
In appendice vengono riportati gli Schemi, curati dal Coetus XX, che precedono i nuovi riti di ordinazione e costituiscono una importante testimonianza della riflessione teologica postconciliare.
Il racconto della vocazione al ministero ordinato si identifica spesso con una serie di incontri e pensieri che fanno maturare la decisione di diventare prete. Analizzando la Tradizione (liturgica e non) ci si rende conto che altri elementi sono presenti nella storia delle chiamate all'ordine sacro: le necessità della Chiesa, le caratteristiche umane e spirituali della persona stessa e infine le sue intuizioni (chiamata interiore). È tutta la Chiesa che, attraverso il ministero del Vescovo, sceglie tra i propri membri chi ritiene idoneo al ministero, li chiama e, dopo il loro "eccomi", li consacra ministri. Riportare armonia tra le necessità della Chiesa, le caratteristiche della persona (criteri di discernimento) e la sua disponibilità sembra oggi quanto mai necessario. La pastorale delle vocazioni al ministero consisterà allora nel proporre la vita cristiana per poter individuare e chiamare coloro che Dio ha scelto. Così avremo persone capaci di considerare il proprio servizio chiaramente destinato, innanzitutto, all'edificazione della Chiesa di Cristo, la Chiesa degli Apostoli, e non alla realizzazione di un sogno o di un progetto personale.
Il ministero ordinato, partecipe della Successione Apostolica, è l?espressione della carità divina verso l?umanità perché sia possibile, in ogni luogo e in ogni tempo, l?esperienza unica e irripetibile della Chiesa Apostolica, iniziata da Gesù con i suoi discepoli. Per questo anche del sacramento dell?ordine si può affermare con sant?Ambrogio: «In tuis Te invenio sacramentis».
Uno studio che analizza il rito della "consacrazione delle Vergini" per offrire un contributo all'attuale dibattito intorno alla presenza delle vergini consacrate che vivono nel mondo all'interno della vita ecclesiale.