"Sono qui raccolti in un unico volume - scrive Michele Ranchetti nella sua Presentazione - tutti i casi clinici pubblicati da Freud, i casi "esemplari". Freud stesso li ha più volte ripubblicati, a ribadire che a essi si doveva fare riferimento come alle testimonianze originarie della ricerca, le diverse 'scene primarie' da cui la psicoanalisi era partita e a cui ritornava, nel suo lungo cammino di scienza e di cura. Su questi casi la critica si è esercitata da sempre, sin dal loro primo apparire. E in modi diversi. Infatti, qualunque cosa si voglia o si possa dire su Freud e la psicoanalisi, non si potrà mai prescindere dai casi clinici che Freud ha pubblicato, perché essi costituiscono la "prova" l'esempio, la proposta: sono per così dire le parabole della dottrina di Freud, e come le parabole evangeliche, sono passibili di prospettive e di intelligenze diverse, secondo la stessa crescita dottrinale, all'interno e al di fuori della psicoanalisi. Sono strumenti di conoscenza e di ricerca, momenti di un processo di conoscenza della malattia prima, dell'uomo poi, fasi di un'antropologia che Thomas Mann saluta come liberatoria dagli spettri del non sapere, del non conoscere, dalle forze irrazionali all'opera nella società e nella storia".
"Il nostro cuore volge al Sud": a ragione è stata scelta come titolo del libro questa citazione, tratta da una lettera di Freud alla moglie da Lavarone il primo settembre del 1900; infatti, benché contempli anche viaggi verso il settentrione (in Inghilterra e in Olanda), nonché un soggiorno in America, questa raccolta epistolare concerne soprattutto una serie di periodi di vacanza trascorsi da Freud in quel meridione - per lui esso comprendeva anche l'Alto Adige e la Svizzera e si estendeva fino alla Sicilia e alla Grecia che, con le sue seduzioni archeologiche, climatiche e gastronomiche, per molti anni egli adottò quale antidoto temporaneo contro la routine logorante della quotidianità nell'amata-odiata Vienna.
Dopo il loro primo incontro, avvenuto a Vienna nel 1908, Freud e l'inglese Ernest Jones, che sarebbe diventato il suo più noto biografo, avviarono un intenso scambio di lettere, cartoline e telegrammi che si sarebbe prolungato fino alla morte di Freud nel 1939. Questa corrispondenza permette di seguire i rapporti di Freud con il mondo anglosassone nel suo aprirsi alle nuove dottrine grazie soprattutto all'attività di Jones, e offre una documentazione vivace e immediata su trent'anni di storia scientifica e istituzionale della psicoanalisi.
Nessuno che voglia affrontare lo studio della psicoanalisi può prescindere dalla lettura dell'Interpretazione dei sogni, l'opera capitale di Freud, il «nuovo contributo alla psicologia che sorprese il mondo» quando apparve la prima volta alla fine del 1899. La più valida di tutte le sue scoperte, l'intuizione che capita, se capita, una volta sola nella vita, come Freud scrisse pochi anni prima di morire, L'interpretazione dei sogni viene qui presentata nell'edizione condotta sul testo critico e corredata di tutte le numerose varianti, aggiunte, correzioni, arrecate dall'autore per ciascuna delle otto edizioni pubblicate fino al 1930. Si può così assistere e partecipare, seguendo la storia interna del testo, alla formazione graduale della scoperta che ha più radicalmente mutato la prospettiva della cultura moderna.