In breve
«Mi è chiaro già da molto tempo che si scrivono soltanto storie parziali dell’Olocausto. Ma dobbiamo comprendere l’accaduto nella sua totalità. Non si tratta unicamente di politica e dei provvedimenti di nazionalsocialisti e collaborazionisti in tutta Europa. Anche le vittime erano parte di questa storia con la loro vita e la loro morte». In queste pagine, la summa degli studi di Saul Friedländer, il più importante storico della Shoah, premio Pulitzer 2008.
«Nessuno aveva ancora illustrato l’incredibile processo di perdita di civiltà di una nazione con una grande tradizione culturale in questo modo: con una assillante insistenza, da una molteplicità di prospettive e con una eccezionale ricchezza di sfumature, senza aver mai perso né il senso dell’essenziale né l’empatia per le vittime, né quel sentimento iniziale di smarrimento che assale lo storico o chiunque si avvicini al tema dell’Olocausto».
Dalla Postfazione di Norbert Frei
Indice
Parte prima: 1. Descrivere l’Olocausto. Verso una storia integrata - 2. «Antisemitismo salvifico». Sull’ideologia della «soluzione finale» - Parte seconda: 3. I bambini di Belaja Cerkov’. Ovvero: cosa sapevano i tedeschi? - 4. Storici in situazione estrema. Ernst Kantorowicz e Marc Bloch di fronte all’Olocausto - Parte terza: 5. «Conservare il senso primario di smarrimento». Conversazione con Saul Friedländer - 6. Percezioni che creano la realtà. Una conversazione sulla psicologia sociale dei colpevoli - Note - Bibliografia degli scritti di Saul Friedländer - Postfazione di Norbert Frei - Indice dei nomi
Gli anni dello sterminio porta a compimento uno dei maggiori sforzi compiuti da uno storico contemporaneo per ricostruire e comprendere l’evento chiave del Novecento: la persecuzione e lo sterminio di milioni di ebrei nell’Europa occupata dai nazisti.
Per portare a termine il loro piano, i tedeschi avevano bisogno della collaborazione delle autorità locali e dei vari corpi di polizia e della passività delle popolazioni, a cominciare dalle élite politiche e spirituali. Ma era necessaria anche la disponibilità a obbedire agli ordini da parte delle vittime, che così speravano spesso di veder alleviate le loro sofferenze o di sopravvivere abbastanza a lungo da ottenere un visto per sfuggire agli aguzzini.
Saul Friedländer studia la macchina nazista ai suoi diversi livelli e nei diversi paesi: ci permette finalmente di capire la scala, la complessità e l’interdipendenza dei vari fattori che resero possibile lo sterminio. Il materiale esaminato è enorme: non solo documenti ufficiali, ma anche diari, lettere e memorialistica. Questa poderosa sintesi non addomestica la memoria dell’orrore, ma ci restituisce una terribile pagina di storia in tutte le sue sfaccettature, erigendo un autentico monumento alle sue vittime. L’opera di Friedländer – lo sforzo dell’intera vita di un grande studioso – rappresenta una svolta nella storiografia del Novecento: grazie a lui disponiamo finalmente della ricostruzione definitiva dell’Olocausto.
Un giovane tedesco, già espulso dal partito nazista, si arruola nelle SS "per vedere e testimoniare" - così dirà poi - che cosa veramente vi accada. La sua qualifica tecnico-professionale gli fa guadagnare la fiducia dei superiori e assumere incarichi delicatissimi, come l'ordinazione e la consegna dei gas destinati ai campi di concentramento. Ben presto cerca di mettersi in contatto con gli alleati e la Santa Sede per denunciare le atrocità naziste e soprattutto per sabotare l'utilizzo dello Zyklon B a scopo di sterminio. Questa doppia vita lo mina fisicamente e psichicamente e, nell'aprile del 1945, passa le linee e si consegna agli alleati. Chiuso in un carcere parigino, lo troveranno impiccato nella sua cella. Eroe o simulatore? Innocente o colpevole? Nonostante il fascino sottile di questo enigma, l'impegno storico dell'autore non concede nulla all'interpretazione di tipo psicologico: l'enigma non si risolve nell'individuo, ma nei suoi rapporti con il resto del mondo. E così l'interrogativo si ripropone, su una scala ben più vasta e inquietante: sono innocenti o colpevoli gli innumerevoli testimoni tedeschi volontariamente passivi e tutti coloro che, tanto più in alto nella gerarchia dell'autorità politica o spirituale, assisterono senza intervenire allo sterminio di milioni di esseri umani?
Intorno alla metà del Novecento una delle nazioni più civili e colte, una società industriale avanzata, si dedicò con tutte le sue forze alta più criminale impresa detta storia moderna: lo sterminio degli ebrei d'Europa. Nel suo saggio Saul Friedländer propone innanzitutto un ampio quadro dell'antisemitismo europeo dall'Ottocento fino alla presa del potere da parte di Hitler. Poi, utilizzando una notevole quantità di materiale inedito, segue le decisioni dei vertici del partito nazista e quelle dei quadri intermedi; la posizione dell'élite intellettuale e industriale e quelle delle chiese cattolica e protestante; ma anche l'evoluzione del comportamento dei singoli cittadini che accettarono passivamente la persecuzione degli ebrei.