Un viaggio emozionante tra bellissime opere d'arte che oggi sono custodite nelle chiese e nei musei del territorio della Diocesi di Milano, realizzate nel corso dei secoli da alcuni dei più grandi maestri come omaggio a Maria, la Madre di Dio. Icone venerate dai fedeli e ammirate da tutti, che esprimono con il linguaggio universale dell'arte la profonda e umanissima devozione per la Madonna. Domenico e Lanfranco da Ligurno; Michelino da Besozzo; Maestro della Madonna Cagnola; Piero della Francesca; Sandro Botticelli; Andrea Mantegna; Pietro Befulco; Raffaello Sanzio; Bramantino; Bernardino Luini; Gaudenzio Ferrari; Michelangelo Buonarroti; Annibale Fontana; Giuseppe Perego; Lucio Fontana.
«Le opere che Luca Frigerio ha scelto per questo volumetto sono una sorta di "doppio" della pagina evangelica: ritroviamo infatti non solo la descrizione dell'episodio evangelico, ma anche e soprattutto gli stati d'animo dei protagonisti e della gente che nei tratti dei volti, nelle posture, nei gesti delle mani rivelano i sentimenti di quella varia umanità che "cercava" Gesù. In quella umanità possiamo ritrovarci anche noi.»
Un originale volumetto che invita a cogliere e gustare lo splendore dei brani evangelici di ogni domenica d'Avvento, secondo il rito ambrosiano, attraverso la contemplazione di opere d'arte. Guidati dai commenti dell'autore, scopriamo che la bellezza della Parola di Dio può emergere dalla delicatezza di un volto mariano, risuonare nell'intensità di un gesto di Cristo, manifestarsi nell'accuratezza di un paesaggio o nello sguardo di Giovanni Battista. Un viaggio tra parola e immagine, che da contemplazione si fa preghiera.
In questo volume Luca Frigerio propone una disamina accurata e accattivante dei molti modi in cui sant'Ambrogio è stato rappresentato nell'arte e nella tradizione, dagli anni immediatamente successivi alla sua morte, con il realistico ritratto musivo in San Vittore in Ciel d'oro, passando attraverso la ricca stagione del medioevo, fino all'età moderna. Si tratta di una ricerca iconografica, ma non solo. Ritratto dopo ritratto, infatti, tra noti capolavori e rare immagini, viene a disvelarsi una personalità complessa e sfaccettata, che, pur emergendo in tutta la sua importanza già negli scritti antichi, trova la sua rappresentazione più autentica proprio nelle innumerevoli opere d'arte dedicate al santo. Ambrogio vescovo e pastore. Ambrogio poeta, scrittore e biblista. Difensore dei poveri, degli ultimi e degli oppressi. Araldo della giustizia e della verità, sempre saldo di fronte ai potenti. Ambrogio patrono e protettore dei milanesi. Eppure, in fondo, davvero di tutti: santo della Chiesa universale.
Chi ammira oggi i dipinti di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) scopre una pittura impastata di colore e di sangue, ma anche di lacrime e di risate, di cielo e di terra. Ne intuisce
il disagio esistenziale insieme alla gioia di vivere. Ne coglie l’esuberante carnalità accanto alla spiritualità più elevata. L’abisso del peccato sovrastato dal vertice della redenzione. La luce e le tenebre, appunto. Come accade in questo suo celebre capolavoro, la Vocazione di Matteo, dove il pittore lombardo resta fedele allo spirito del racconto evangelico, restituendo soprattutto il pathos intensissimo di quel momento, ma allo stesso tempo rielabora quell’episodio in modo personale e originale, dandocene un’interpretazione unica. Da quell’artista eccezionale che è. Perché la “chiamata” che qui viene rappresentata non è soltanto quella dell’apostolo, ma è rivolta a tutti gli uomini: in ogni parte del mondo, in ogni epoca.
Dice drago, l'uomo del Medioevo, e dice orrore: simbolo di malvagità, creatura delle tenebre, bestia immonda contro cui non ce scampo né salvezza, se non invocando la protezione celeste. L'arcangelo Michele, a capo delle schiere celesti, combatte contro «il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana» nel celebre racconto dell'Apocalisse. Una lotta rinnovata, sulla terra, da san Giorgio, modello per tutti i cavalieri cristiani. Ma anche da un religioso come papa Silvestro, o da eroine come Marta di Betania e Margherita d'Antiochia... Storie e leggende che fanno parte dell'immaginario medievale. Insieme a quelle che parlano del grifone, della chimera, del basilisco, attingendo alle Sacre Scritture e rielaborando i miti antichi. Un mondo fantastico, illustrato nei codici miniati, scolpito nei chiostri monastici, dipinto a vivaci colori sulle pareti delle chiese.
Il libro è un estratto di "Caravaggio. La luce e le tenebre". Il bagliore e la tenebra, l’ombra e la luce. Il nostro occhio, sorpreso, meravigliato, al primo impatto non sa dove posarsi, in questa Vocazione di san Matteo del Caravaggio. Scivola sulle giubbe ricamate, sfiora una piuma in cima a un cappello, s’impiglia nelle pieghe di una veste. Evita, per ora, come per un istintivo pudore, l’intensità degli sguardi, il gesticolare nervoso delle mani. E dopo un attimo di esitazione, si sofferma infine sulle monete sparse sul tavolo, lucenti d’argento. Come dice quel detto? «Il denaro è lo sterco del diavolo». Già. Ma dal letame possono nascere fiori…
Il Cenacolo di Leonardo da Vinci è uno dei vertici della pittura di tutti i tempi. Il maestro del Rinascimento italiano lo dipinse negli ultimi anni del Quattrocento, nel refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie a Milano. E fu una vera rivoluzione. Nonostante il rapido e irreversibile degrado, infatti, nulla è riuscito a distruggere il fascino di quest’opera unica e straordinaria: Rubens, quasi a nome di tutti gli artisti “moderni”, sentenziò che essa aveva raggiunto «un tale grado di perfezione» che gli sembrava impossibile parlarne in termini adeguati, «e tantomeno imitarla». Ma questa Ultima cena è innanzitutto una vibrante icona spirituale, scaturita dalla sensibilità di un talento profondamente religioso, che mettendo in scena il drammatico istante dell’annuncio del tradimento, porta lo spettatore al cuore del mistero eucaristico, e quindi della fede cristiana.
I capolavori di Hieronymus Bosch sono illustrati e commentati in ogni dettaglio, alla scoperta di una complessa simbologia, spesso enigmatica, che racconta per immagini la vita dell'uomo, le sue tragedie, le sue speranze, il suo destino ultimo. Scopriamo così come per la prima volta il fascino straordinario e modernissimo di dipinti in cui la Bibbia si incarna nel quotidiano, fra tradizioni popolari, mistica medievale, cultura umanistica, inquietudini di un mondo che cambia radicalmente. Perché Bosch è contemporaneo di Leonardo e Raffaello, di Michelangelo e Dürer, ma anche di Cristoforo Colombo e Machiavelli, di Copernico e Lutero, di Erasmo e Savonarola.