Quella di padre Livio, la voce per eccellenza di "Radio Maria", è la storia di un sacerdote che ritrova le ragioni più profonde della fede seguendo i messaggi che la Regina della pace consegna al mondo ogni mese tramite la parrocchia di Medjugorje. Docile allievo della scuola di preghiera di Maria, padre Livio scopre a poco a poco di avere un compito ben preciso: diffondere in Italia e nel mondo la voce e i messaggi della Vergine. Confidando nella Divina Provvidenza, decide così di fondare "Radio Maria", rilevando nel 1987 una piccola emittente locale del comasco. Da allora è un crescendo di ascolti, merito anche di una copertura di rete sul territorio nazionale che supera persino quella della RAI. Dall'Italia al mondo il passo è breve, fino alla costituzione nel 1998 della "Famiglia Mondiale di Radio Maria", l'associazione internazionale delle emittenti che, diffuse in circa 80 Paesi nel mondo, raggiungono ormai decine di milioni di ascoltatori.
La domanda che ricorre più spesso a proposito del 2012 è: sarà la fine del mondo? Per rispondere a questo interrogativo e per orientarsi tra i mille annunci di sventura e catastrofi imminenti, l’unica soluzione è riferirsi alle profezie cristiane. Fin dai Vangeli e dal Libro dell’Apocalisse, infatti, il tema della fine del mondo ha conosciuto grande fortuna, suscitando accesi dibattiti e diverse interpretazioni, non di rado intrecciandosi con dottrine esterne al cristianesimo e al limite dell’eresia.
Se si vuole conoscere quello che davvero attende l’umanità nel prossimo futuro, occorre però esaminare con attenzione quelle che si possono considerare vere e proprie profezie dei tempi moderni, ovvero le apparizioni della Madonna. in particolare, bisogna rileggere quanto accaduto da Rue du Bac, a Parigi nel 1830, fino a Medjugorje, ai giorni nostri: un crescendo di manifestazioni mariane che svelano il futuro del mondo, indicando chiaramente come l’uomo contemporaneo stia correndo il rischio dell’autodistruzione del pianeta, oltre che della perdita della fede e del senso morale.
Per rimediare a questa drammatica situazione e far fronte agli attacchi del Male, la Madonna interviene, con una presenza oggi sempre più intensa, a richiamare l’umanità alla conversione, con un’urgenza e una premura che fanno comprendere come si tratti di una sorta di “ultimo appello” a ritornare a Dio. Prima che sia troppo tardi.
Andrea Tornielli
inviato e vaticanista del quotidiano “il Giornale”, collabora con varie riviste italiane e internazionali. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui, edite da Piemme: Pio XII. Il Papa degli Ebrei (2001), La scelta di Martini (2002), Papa Luciani. Il sorriso del santo (2003); Il Papa che salvò gli Ebrei (2004); Benedetto XVI. Il custode della fede (2005), Il segreto di Padre Pio e Karol Wojtyla (2006) e Attacco a Ratzinger (con Paolo Rodari, 2010).
Saverio Gaeta
Laureato in Scienze della comunicazione sociale, è caporedattore del settimanale “Famiglia cristiana”. Ogni sabato, alle 12,30, conduce una rubrica su Radio Maria. Fra i suoi libri, molti tradotti anche all’estero, ci sono biografie (padre Pio da Pietrelcina, papa Giovanni XXiii, madre teresa di Calcutta) e saggi dedicati a Medjugorje, ai miracoli e alle devozioni.
“Vi ho detto tutto quello che Dio vuole da noi attraverso la Madonna e voi potete dire ‘Io credo’ o ‘Non credo’ davanti alle apparizioni di Medjugorje.” È il 24 giugno 1981, quando per la prima volta una figura femminile che porta in braccio un bambino appare a sei ragazzi tra i 10 e i 16 anni. In seguito, l’apparizione dice di essere la beata vergine Maria e si presenta con il titolo di Regina della pace. Da allora, decine di milioni di pellegrini di tutto il mondo hanno raggiunto quello sperduto paesino in Bosnia-Erzegovina, convinti dalle rivelazioni dei veggenti a ritrovare l’essenza della fede cristiana. E se fino a pochi anni fa la Chiesa era rimasta prudente, recentemente è stata creata una commissione vaticana per mettere un punto fermo sulla vicenda. Sono molti infatti i vescovi in tutto il mondo ad essere convinti della realtà sovrannaturale del fenomeno. Trent’anni dopo, Saverio Gaeta torna alle origini di questo avvenimento, recuperando fra l’altro i rari testi dei primi interrogatori dei veggenti per ricostruire nella maniera più approfondita possibile il primo mese di apparizioni e tutto ciò che riguarda i segreti e le profezie di Medjugorje. Attraverso l’analisi dell’intera documentazione disponibile, senza trascurare dubbi e interrogativi, L’ultima profezia ci spiega perché le apparizioni di Medjugorje sono l’evento più clamoroso del cristianesimo dopo la risurrezione di Gesù. E, soprattutto, ci invita a guardare dentro di noi e a seguire l’esempio di Maria con la preghiera e l’azione.
Nel cammino di fede per giungere a Cristo, lungo le strade della Chiesa, una «guida di viaggio» consente di marciare più in fretta e senza inciampi. È con tale obiettivo che viene riproposto questo intenso dialogo fra il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, e il giornalista Saverio Gaeta. Con la lucida chiarezza del teologo e il coinvolgimento appassionato del pastore, il cardinale Tettamanzi sollecita a un rinnovato incontro con il Risorto e propone la riscoperta del dono della salvezza cristiana, offerto agli uomini duemila anni fa e continuamente rinnovato dalla Chiesa. Come scrive nella prefazione il cardinale Gianfranco Ravasi, «è un itinerario che non teme di inerpicarsi sui sentieri d’altura della teologia, ma che ci riconduce soprattutto ai percorsi quieti della pianura, fatta di cose quotidiane, di scelte costanti e comuni, in una fedeltà che conosce il fluire dei giorni e delle stagioni della vita».
Dionigi Tettamanzi arcivescovo di Milano dall’11 luglio 2002, dopo essere stato rettore del Pontificio Seminario Lombardo a Roma (1987-1989), arcivescovo di Ancona- Osimo (1989-1991), segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (1991-1995) e arcivescovo di Genova (1995-2002). Il 21 febbraio 1998 è stato creato cardinale da Giovanni Paolo II. Negli ultimi decenni è stato più volte chiamato a svolgere prestigiosi incarichi in Vaticano, dove è anche membro di varie Congregazioni e Pontifici Consigli. Fra gli ultimi suoi libri ricordiamo: Etica e capitale; La bellezza della fede con i giovani in ascolto della vita; Scelte evangeliche del prete oggi; Come pietre vive. Catechesi.
Saverio Gaeta è caporedattore del settimanale Famiglia Cristiana, dopo essere stato redattore del quotidiano L’Osservatore Romano e caposervizio del mensile Jesus. Ogni sabato, alle 12.30, cura una rubrica su Radio Maria. Fra gli ultimi suoi testi il bestseller Giovanni Paolo II. Perché è santo (con monsignor Slawomir Oder) e, per Sugarco, Le preghiere che salvano; e con padre Livio Fanzaga: La firma di Maria, Medjugorje. In attesa del segno, Il tempo di Maria, La Divina Misericordia, Domande a Dio.
«Padre Pio, il giallo delle stigmate» e «Padre Pio, un immenso inganno». Due titoli a tutta pagina – comparsi nell’arco di due giorni sul «Corriere della Sera» – hanno creato sconcerto e dibattito. All’origine di tutto ciò l’uscita di un libro dello storico Sergio Luzzatto che, sulla base di documenti del Sant’Uffizio, tanto vecchi quanto già scandagliati dal Vaticano, ha rilanciato antichi sospetti.
Padre Pio da Pietrelcina, definito “piccolo chimico”, messo ancora una volta in cattiva luce da un fascio di accuse che ha lasciato amarezza in chi, conoscendo con quanta cura sia stato svolto il processo di beatificazione, sa bene come ogni obiezione, anche la più piccola, sia stata a fondo analizzata e adeguatamente risolta.
Che origine avevano, dunque, le stimmate di Padre Pio? Quali prove ed evidenze scientifiche abbiamo sulla natura di quelle ferite? Perché scomparvero prima della morte del futuro santo?
Senza alcun intento agiografico, ma sulla base di documenti storici e testimonianze di prima mano, questa inchiesta vuole rispondere una volta per tutte a quel terribile ultimo sospetto.
Il 24 giugno 1981 sei adolescenti del villaggio jugoslavo di Medjugorje affermano di aver visto la Madonna e l’evento continua a ripetersi nei giorni successivi, sempre alla stessa ora del pomeriggio. Nei 25 anni che sono trascorsi, la Regina della Pace è apparsa migliaia di volte ai sei veggenti – e continua a farlo quotidianamente per tre di loro, dovunque si trovino – affidando importanti messaggi per la conversione dell’umanità e per la salvezza del mondo. Le regole della Chiesa cattolica prevedono che sia necessario attendere il termine di una manifestazione mariana prima di potersi pronunciare sulla sua autenticità. Ma questa inchiesta giornalistica dimostra che è tutto vero, presentando le prove scientifiche che hanno attestato la veridicità di quanto sostengono i veggenti e hanno documentato la realtà di guarigioni inspiegabili per la medicina. Nel mistero di Medjugorje c'è però un «di più» senza precedenti: ai veggenti sono stati affidati dieci segreti su drammatici avvenimenti futuri, che saranno rivelati tre giorni prima del loro verificarsi. Attraverso alcuni indizi e le anticipazioni permesse dalla Madonna, viene qui presentato tutto ciò che finora è possibile sapere, insieme con qualche ipotesi su ciò che, un giorno che si approssima sempre di più, dovrà accadere, a cominciare dallo straordinario segno che apparirà sulla collina delle prime apparizioni.
A ogni ostensione la Sindone, il celebre telo di lino conservato nel Duomo di Torino, richiama folle di fedeli attirati dalla fama di quello che molti ritengono essere il lenzuolo funebre di Gesù Cristo. Un’enorme passione popolare che potrebbe presto investire un altro oggetto, la cui esistenza e nota soltanto a pochi esperti e a una ristretta comunità di credenti. Nel santuario di Manoppello, tra i monti abruzzesi, e infatti custodito ed esposto ai fedeli un tessuto, noto come il “velo della Veronica”, o Volto Santo, su cui si ritiene sia rimasto impresso il volto di Gesù da vivo. Si tratterebbe, se le ipotesi fossero confermate, della più preziosa reliquia della cristianità, per secoli conservata nella Basilica di San Pietro: enigmatici episodi, scomuniche papali, intrighi e colpi di scena costellano la storia di questa finissima tela. Dopo aver rischiato di essere distrutto dagli iconoclasti, il Volto giunse a Roma e qui rimase, fra alterne vicende, fino al Sacco del 1527, in seguito al quale scomparve per poi finire, un secolo dopo, sull’altare maggiore del santuario abruzzese. Basandosi su una accurata documentazione, Saverio Gaeta ricostruisce in questo libro un’avventura vera che fa impallidire le piu complesse trame romanzesche. E illustra i risultati di studi storici, iconografici e tissutali i quali — dimostrando che il telo non e dipinto da mano umana, non presenta tracce di pigmenti ed e perfettamente sovrapponibile al volto dell’uomo della Sindone — conducono verso la soluzione definitiva di un affascinante mistero plurisecolare.
«Padre Pio, il giallo delle stigmate» e «Padre Pio, un immenso inganno». Due titoli a tutta pagina – comparsi nell’arco di due giorni sul «Corriere della Sera» – hanno creato sconcerto e dibattito. All’origine di tutto ciò l’uscita di un libro dello storico Sergio Luzzatto che, sulla base di documenti del Sant’Uffizio, tanto vecchi quanto già scandagliati dal Vaticano, ha rilanciato antichi sospetti.
Padre Pio da Pietrelcina, definito “piccolo chimico”, messo ancora una volta in cattiva luce da un fascio di accuse che ha lasciato amarezza in chi, conoscendo con quanta cura sia stato svolto il processo di beatificazione, sa bene come ogni obiezione, anche la più piccola, sia stata a fondo analizzata e adeguatamente risolta.
Che origine avevano, dunque, le stimmate di Padre Pio? Quali prove ed evidenze scientifiche abbiamo sulla natura di quelle ferite? Perché scomparvero prima della morte del futuro santo?
Senza alcun intento agiografico, ma sulla base di documenti storici e testimonianze di prima mano, questa inchiesta vuole rispondere una volta per tutte a quel terribile ultimo sospetto.