Data di pubblicazione: Febbraio 2002
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Fin dalla preistoria l’arte ci tramanda la dimensione religiosa dell’uomo, non solo come testimonianza ma anche quale espressione di essa. Attraverso l’uso sublime delle valenze del segno, nella liturgia l’attività artistica svela valori, li rende più facilmente comprensibili e dà loro la possibilità di diventare, in modo più vero, mistero, cioè luogo della manifestazione divina. L’arte, e soprattutto la pittura, dà infatti visibilità alla presenza dei misteri della storia della salvezza, che la celebrazione liturgica attualizza.
L’intento dell’autore è quindi quello di contribuire a rispondere all’invito del Vaticano II (Sacrosanctum Concilium nn. 127 e 129), che sollecitava a provvedere alla preparazione del clero e degli artisti, per operare in modo competente nel campo dell’arte per la liturgia. Lo studio prende in considerazione luoghi, strutture e suppellettili in quanto segni della celebrazione e del mistero, con un’attenzione particolare alle arti dell’iconografia e iconologia, dell’architettura, della pittura e della scultura. Il tutto è adeguatamente documentato da un ricco apparato iconografico.
Note sull’autore
Vincenzo Gatti (1935), sacerdote religioso della Famiglia Beato Angelico, è laureato in S. Liturgia presso il Pontificium Institutum Liturgicum del Pontificio Ateneo Anselmiano (Roma). Condirettore della rivista Arte cristiana, dal 1983 è membro della Commissione di Arte Sacra della diocesi di Milano. Oltre a numerosi articoli e contributi a convegni ha pubblicato: Il Ciborio di S. Pietro al Monte. "Maestri dell’arte in Lombardia". Monumenta Longobardica 11 (Bergamo 1977) in Coedizione con la Scuola Beato Angelico, Milano; Abbazia benedettina di S. Pietro al Monte sopra Civate. Note-guida, Ed. Beato Angelico, Milano 1980.
Fin dalla preistoria l’arte ci tramanda la dimensione religiosa dell’uomo, non solo come testimonianza ma anche quale espressione di essa. Attraverso l’uso sublime delle valenze del segno, nella liturgia l’attività artistica svela valori, li rende più facilmente comprensibili e dà loro la possibilità di diventare, in modo più vero, mistero, cioè luogo della manifestazione divina. L’arte, e soprattutto la pittura, dà infatti visibilità alla presenza dei misteri della storia della salvezza, che la celebrazione liturgica attualizza.
L’intento dell’autore è quindi quello di contribuire a rispondere all’invito del Vaticano II (Sacrosanctum Concilium nn. 127 e 129), che sollecitava a provvedere alla preparazione del clero e degli artisti, per operare in modo competente nel campo dell’arte per la liturgia. Lo studio prende in considerazione luoghi, strutture e suppellettili in quanto segni della celebrazione e del mistero, con un’attenzione particolare alle arti dell’iconografia e iconologia, dell’architettura, della pittura e della scultura. Il tutto è adeguatamente documentato da un ricco apparato iconografico.
Note sull’autore
Vincenzo Gatti (1935), sacerdote religioso della Famiglia Beato Angelico, è laureato in S. Liturgia presso il Pontificium Institutum Liturgicum del Pontificio Ateneo Anselmiano (Roma). Condirettore della rivista Arte cristiana, dal 1983 è membro della Commissione di Arte Sacra della diocesi di Milano. Oltre a numerosi articoli e contributi a convegni ha pubblicato: Il Ciborio di S. Pietro al Monte. "Maestri dell’arte in Lombardia". Monumenta Longobardica 11 (Bergamo 1977) in Coedizione con la Scuola Beato Angelico, Milano; Abbazia benedettina di S. Pietro al Monte sopra Civate. Note-guida, Ed. Beato Angelico, Milano 1980.