Scovare quello che la gente si racconta è impresa difficile perché il romano è allusivo, ermetico, sfuggente e, se preso "di petto", diventa violento come il "greve" d'una volta: è strafottente, carnale, con la battuta facile, la voglia di vivere e di morire addosso. Eppure le leggende ci sono. Cecilia Gatto Trocchi le ha evocate, ha investigato fra la gente e nelle biblioteche, nel labirinto della città e in quello della sua memoria perché è e si sente "romana de Roma".
Città metafisica e volgare, Roma inghiotte in sé la parola e lascia che siano gli “altri” a parlare di lei: Goethe, Stendhal, Gregorovius, Shelley…
Il popolo romano, amante del gesto teatrale e della parolaccia, sembra che in prima persona non voglia parlare. Per lui parlano il Berneri, il Belli, Pasquino, Trilussa, Pasolini o il Papa. Tuffata da secoli nella miseria e nella presunzione, la plebe di Roma ha creato per sé e solo per sé una potenza della parola, una genialità di linguaggio che con grandiosa barbarie esplode in sintesi di un realismo volgare e immaginifico del tutto speciale. Scovare quello che la gente si racconta è impresa difficile perché il romano è allusivo, ermetico, sfuggente: è strafottente, carnale, con la battuta facile, la voglia di vivere e di morire addosso. Eppure le leggende ci sono. Cecilia Gatto Trocchi le ha evocate, ha “investigato” tra la gente e nelle biblioteche, nel labirinto della città e in quello della sua memoria. Ha prestato alle tradizioni popolari la sua voce e la sua sensibilità, dipingendo un insolito affresco fiabesco e magico della Città Eterna.
Miti, storie e misteri di una città rivisitati dalla fantasia popolare
Tra le leggende e i racconti:
L’arte della memoria
Leggende religiose popolari
San Giovanni Boccadoro
Prete Olivo, la morte e il diavolo
Storie di fantasmi
Notte di Carnevale. La leggenda di Beatrice Cenci
Donna Olimpia
Racconti leggendari
La Papessa
Un amore di Lucrezia Borgia
Er grevetto de li Monti
Artemisia
Il Marchese del Grillo
Storie del ghetto di Roma
La principessa di Giudea
La leggenda del papa ebreo
La fata Morgana
Il cicoriaro e la regina incantata
Aladino a Roma
La principessa e la tripparola
Bellezza Orsini, fattucchiera in Roma
La sora Berenice
Città metafisica e volgare, Roma inghiotte in sé la parola e lascia che siano gli "altri" a parlare di lei: Goethe, Stendhal, Gregorovius, Shelley... Il popolo romano, amante del gesto teatrale e della parolaccia, sembra che in prima persona non voglia parlare. Per lui parlano il Berneri, il Belli, Pasquino, Trilussa, Pasolini o il Papa. Tuffata da secoli nella miseria e nella presunzione, la plebe di Roma ha creato per sé e solo per sé una potenza della parola, una genialità di linguaggio che con grandiosa barbarie esplode in sintesi di un realismo volgare e immaginifico del tutto speciale. Scovare quello che la gente si racconta è impresa difficile perché il romano è allusivo, ermetico, sfuggente: è strafottente, carnale, con la battuta facile, la voglia di vivere e di morire addosso. Eppure le leggende ci sono. Cecilia Gatto Trocchi le ha evocate, ha "investigato" tra la gente e nelle biblioteche, nel labirinto della città e in quello della sua memoria. Ha prestato alle tradizioni popolari la sua voce e la sua sensibilità, dipingendo un insolito affresco fiabesco e magico della Città Eterna.
Garibaldi presidente di società spiritiche, Mazzini profeta della reincarnazione e della vita negli altri mondi, D'Azeglio che evoca il fantasma di Cavour: documenti alla mano, la storia d'Italia è intessuta da un filo sotterraneo di interesse per la magia, il sapere occulto e la dimensione sapienziale e misterica. Le vicende dei fondatori dell'Italia unita permettono di recuperare le fondamenta oscure dell'esoterismo italiano per scoprire che l'attuale ritorno all'occultismo, allo spiritismo, alla medicina alternativa affonda le proprie radici nel cuore del mondo laico, liberale e razionalista per eccellenza.