Ebreo tedesco costretto a lasciare la Germania dopo l'avvento al potere di Hitler, George Mosse è stato una vittima del nazismo che ha voluto capire da storico i motivi del consenso che il suo persecutore aveva riscosso tra milioni di persone, cercando nella cultura europa dell'Ottocento e del Novecento le matrici dell'Olocausto. Gentile ricostruisce lo sviluppo della interpretazione mossiana del fenomeno fascista attraverso i suoi numerosi articoli e libri (compresa una notevole mole di scritti inediti).
La sacralizzazione della politica accade ogni volta che un'entità politica la nazione, la democrazia, lo Stato, la razza, la classe, il partito, il movimento - è trasformata in una entità sacra, in un oggetto di devozione e di culto, ed è collocata al centro di un sistema di credenze, di simboli e di riti. Nascono allora le religioni della politica, che non si identificano con un unico tipo di ideologia e di regime: esse possono sacralizzare la democrazia o l'autocrazia, l'eguaglianza o la disuguaglianza, la nazione o l'umanità.
Gli Stati Uniti sono il più religioso e il più nazionalista fra i paesi industrializzati dell'Occidente. La religione americana considera la democrazia e il destino del proprio paese una manifestazione della divina provvidenza. Per questo l'attacco terrorista dell'11 settembre ha coinvolto l'atteggiamento degli americani verso Dio, la visione del bene e del male, il senso della missione nazionale. E ha provocato un'esplosione di religiosità e di patriottismo, fusi nella santificazione dell'America come nazione eletta. Con un'analisi originale, Gentile mostra come Bush ha rielaborato i miti della religione americana, identificandoli con l'integralismo della destra religiosa, per giustificare la guerra contro l''asse del male'. Chi è con Bush, è con l'America; chi è con l'America, è con Dio: una nuova, inquietante esperienza di sacralizzazione della politica. Un libro coinvolgente, indispensabile per capire la 'democrazia di Dio' al culmine della sua potenza imperiale.
Alla fine del Novecento, fu annunciata in Italia la 'morte della patria'. Oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell'identità nazionale. Gli italiani, in realtà, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal Risorgimento il mito di una Grande Italia ha influito sulla loro esistenza. Sono state molte le Italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile. Emilio Gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni fino a spiegare le ragioni per le quali la nazione è scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell'Italia d'oggi, con un incerto futuro.
Nazionalista e rivoluzionario, antiliberale e antimarxista, imperialista e razzista: il fascismo è stato il primo esperimento totalitario attuato nell'Europa occidentale da un partito milizia, proteso ad annientare i diritti dell'uomo e del cittadino, per creare una "nuova civiltà", fondata sulla militarizzazione della politica, sulla sacralizzazione dello Stato e sul primato assoluto della nazione come comunità etnicamente omogenea. Questa è, in sintesi, l'interpretazione del fenomeno fascista esposta in questo saggio da Emilio Gentile.
Al di là delle polemiche e delle apologie, un originale profilo critico del famoso e controverso storico italiano del Novecento: i temi innovatori, le aporie insolute, i problemi ancora aperti.
Gli anni compresi tra fine dell'Ottocento e la prima guerra mondiale, denominati comunemente come "età giolittiana" perché dominati dalla personalità politica di Giovanni Giolitti, sono un periodo fondamentale nella storia dell'Italia contemporanea. L'Italia acquistò allora, per la prima volta, i caratteri essenziali di una nazione moderna, ma il progresso fu accompagnato da ostacoli, carenze e insidie, che esplosero dopo la prima guerra mondiale e prepararono le condizioni per la nascita e il successo del fascismo.
Un viaggio all'interno dell'universo simbolico del fascismo, fra i miti, i riti e i monumenti di un movimento politico che ebbe l'ambizione di imprimere nelle coscienze di milioni di italiani e italiane la fede nei dogmi di una nuova religione. Emilio Gentile insegna Storia contemporanea all'Università di Roma La Sapienza. Tra le sue opere più recenti: Fascismo e antifascismo. I partiti italiani fra le due guerre; Le origini dell'ideologia fascista; La via italiana al totalitarismo.
Questo libro propone una nuova interpretazione del fascismo come esperimento totalitario messo in atto da un "partito milizia", il quale, per imporre il primato della politica su ogni altro aspetto della vita individuale e collettiva, tese a estirpare la democrazia liberale dalle istituzioni e dalla cultura del nostro paese. Il libro si compone di due parti complementari. La prima parte presenta una rassegna delle interpretazioni della natura e della storia del partito fascista nei suoi rapporti con gli apparati statali, successivamente è ricostruita la fisionomia peculiare del totalitarismo fascista, illustrandone, nel loro sviluppo storico, l'assetto fondamentale e gli elementi costitutivi.