Data di pubblicazione: Marzo 2010
DISPONIBILE : NON AL MOMENTO
€ 15,10
Descrizione dell'opera
I contesti della pratica terapeutica in cui viene evocato il riferimento al perdonare e all'essere perdonati non sono pochi. Da un punto di vista psico-evolutivo la problematica del perdono incide su ognuna delle tappe evolutive, favorendo o condizionando la costruzione del sé. Da un punto di vista antropologico la problematica del perdono tocca tutti i livelli attorno ai quali si articola la costruzione del sé come persona: il livello intrapersonale, nella misura in cui perdonarsi vuol dire aprirsi a una verità più profonda di sé; il livello interpersonale, in quanto perdonare vuol dire accettare e integrare il limite nella storia delle proprie relazioni; il livello transpersonale, poiché la certezza di essere perdonati permette di ricominciare e non rimanere prigionieri delle proprie colpe.
Il testo raccoglie materiale prodotto all'interno del percorso formativo di recente organizzato da Insight a Padova. Il gruppo si è concentrato sulla tematica del perdono, dedicandosi in particolare ad approfondire la dialettica tra memoria, perdono e ricostruzione: «metafora guida di tale ricostruzione potrebbe essere la tecnica del grande ceramista nordamericano Rich Dillingham (1952-1994), i cui lavori sono espressamente rotti in innumerevoli frammenti e successivamente decorati a smalto prima di riunirli di nuovo, ricostruendo in questo modo l'intero non sminuito ma valorizzato dalla ragnatela delle crepe e delle cicatrici» (dall'Introduzione).
Sommario
Premessa (A. Gentilini). I. Analisi teoriche. Sul perdonare: un cammino sempre difficile (A. Arvalli). Aspetti biblico-antropologici del ricordare e del perdonare (G. Bonaccorso). Il perdono oppure la riconciliazione? Riflessioni gruppo analitiche (F. Fasolo). Dalla memoria al perdono: quale terapia possibile per la ricostruzione della coppia (P. Terrin). II. Applicazioni psicoterapeutiche. Forza della memoria nel perdono: l'educazione alla resilienza (L. Salmaso). L'adolescente migrante: l'affido familiare tra ricostruzione e memoria (F. Milano). Fare memoria per ricostruire una nuova consapevolezza di sé (A. Castelliti). Conoscenza di sé, perdono e cambiamento (P. Da Borso).
Note sui curatori
Adriana Gentilini, psicologa clinica, esercita la libera professione e svolge attività di consulenza psicologica ed educativa nell'ambito delle comunità per minori.
Andrea Arvalli, psicologo e psicoterapeuta, è specializzato in teologia spirituale e psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma; svolge attività didattica e di formazione vocazionale.
Patrizia Terrin, psicologa e psicoterapeuta, è specializzata in gruppo analisi; lavora presso i consultori familiari dell'ULSS di Padova.
Insight è un'associazione nata a metà degli anni '90 su iniziativa di alcuni psicologi di vario indirizzo con lo scopo di promuovere studi e ricerche che, a partire dalle antropologie sottese alle varie scuole psicologiche, possano giungere attraverso il metodo del dialogo tra psicologia, filosofia e teologia a una visione integrata dell'uomo. Sviluppa la sua ricerca attorno a due obiettivi: il primo, a carattere teorico e metodologico, è centrato sulla riflessione antropologica; il secondo, a carattere professionale e applicativo, è centrato sul confronto tra le strategie di valutazione diagnostica e di accompagnamento clinico.
Descrizione dell'opera
I contesti della pratica terapeutica in cui viene evocato il riferimento al perdonare e all'essere perdonati non sono pochi. Da un punto di vista psico-evolutivo la problematica del perdono incide su ognuna delle tappe evolutive, favorendo o condizionando la costruzione del sé. Da un punto di vista antropologico la problematica del perdono tocca tutti i livelli attorno ai quali si articola la costruzione del sé come persona: il livello intrapersonale, nella misura in cui perdonarsi vuol dire aprirsi a una verità più profonda di sé; il livello interpersonale, in quanto perdonare vuol dire accettare e integrare il limite nella storia delle proprie relazioni; il livello transpersonale, poiché la certezza di essere perdonati permette di ricominciare e non rimanere prigionieri delle proprie colpe.
Il testo raccoglie materiale prodotto all'interno del percorso formativo di recente organizzato da Insight a Padova. Il gruppo si è concentrato sulla tematica del perdono, dedicandosi in particolare ad approfondire la dialettica tra memoria, perdono e ricostruzione: «metafora guida di tale ricostruzione potrebbe essere la tecnica del grande ceramista nordamericano Rich Dillingham (1952-1994), i cui lavori sono espressamente rotti in innumerevoli frammenti e successivamente decorati a smalto prima di riunirli di nuovo, ricostruendo in questo modo l'intero non sminuito ma valorizzato dalla ragnatela delle crepe e delle cicatrici» (dall'Introduzione).
Sommario
Premessa (A. Gentilini). I. Analisi teoriche. Sul perdonare: un cammino sempre difficile (A. Arvalli). Aspetti biblico-antropologici del ricordare e del perdonare (G. Bonaccorso). Il perdono oppure la riconciliazione? Riflessioni gruppo analitiche (F. Fasolo). Dalla memoria al perdono: quale terapia possibile per la ricostruzione della coppia (P. Terrin). II. Applicazioni psicoterapeutiche. Forza della memoria nel perdono: l'educazione alla resilienza (L. Salmaso). L'adolescente migrante: l'affido familiare tra ricostruzione e memoria (F. Milano). Fare memoria per ricostruire una nuova consapevolezza di sé (A. Castelliti). Conoscenza di sé, perdono e cambiamento (P. Da Borso).
Note sui curatori
Adriana Gentilini, psicologa clinica, esercita la libera professione e svolge attività di consulenza psicologica ed educativa nell'ambito delle comunità per minori.
Andrea Arvalli, psicologo e psicoterapeuta, è specializzato in teologia spirituale e psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma; svolge attività didattica e di formazione vocazionale.
Patrizia Terrin, psicologa e psicoterapeuta, è specializzata in gruppo analisi; lavora presso i consultori familiari dell'ULSS di Padova.
Insight è un'associazione nata a metà degli anni '90 su iniziativa di alcuni psicologi di vario indirizzo con lo scopo di promuovere studi e ricerche che, a partire dalle antropologie sottese alle varie scuole psicologiche, possano giungere attraverso il metodo del dialogo tra psicologia, filosofia e teologia a una visione integrata dell'uomo. Sviluppa la sua ricerca attorno a due obiettivi: il primo, a carattere teorico e metodologico, è centrato sulla riflessione antropologica; il secondo, a carattere professionale e applicativo, è centrato sul confronto tra le strategie di valutazione diagnostica e di accompagnamento clinico.