Sino a non molti anni addietro, come è noto, la prospettiva da cui si osservavano le vicende dell'economia mondiale veniva ricondotta a un modello di crescita sostenuto da logiche precise. Questo poggiava, in estrema sintesi, su un ordine internazionale relativamente stabile, su politiche macroeconomiche nazionali fondate su una gestione keynesiana della domanda, su un'organizzazione ford-tayloristica della produzione. Quei fondamenti, grazie ai quali le economie sviluppate conobbero un'epoca "gloriosa", non sono più rintracciabili, come verrà ampiamente spiegato nelle pagine di questo volume. Da almeno due decenni, da quando si sono intravisti i segnali di un'incerta ripresa dell'economia, si osservano di regola anche crescenti ineguaglianze nei livelli di profitto delle imprese, una persistente disoccupazione nei "vecchi" paesi industriali, il decentramento massiccio della produzione stessa in aree selezionate del pianeta. In altre parole, nei decenni a cavallo tra il XX e il XXI secolo i consueti indicatori macroeconomici non hanno più rispecchiato la realtà del secondo dopoguerra. Ciò nondimeno, negli anni a noi più vicini, sono apparse all'orizzonte molte cose che rendono più nitide le immagini confuse e offrono spiragli alquanto percettibili. Per capire meglio, è utile recuperare in rapida rassegna alcuni elementi chiave, i quali, pur non essendo esaustivi, sembrano in grado di rendere più intelligibili processi e fenomeni intimamente complessi.