Lo scenario geografico dell'economia mondiale è profondamente mutato in questi ultimi decenni: l'emergere di nuove aree produttive, la rottura di equilibri consolidati, le trasformazioni politiche, la crescente interdipendenza tra le varie regioni del globo hanno prodotto nuovi scenari. Geografia dell'economia mondiale, rivisto e aggiornato in questa sua quinta edizione, coniugando tra loro i fattori di natura politica, strategica, culturale e sociale, illustra in modo sistematico le profonde trasformazioni territoriali dell'economia dalla scala locale a quella globale e stimola alla riflessione sul significato delle tendenze in atto e sulla loro evoluzione. Questo manuale, diventato ormai un testo di riferimento nella didattica della disciplina, guida nello studio della geografia economica, delineando un quadro chiaro e completo dei rapporti tra le diverse forme dell'economia e gli spazi geografici del pianeta.
Sino a non molti anni addietro, come è noto, la prospettiva da cui si osservavano le vicende dell'economia mondiale veniva ricondotta a un modello di crescita sostenuto da logiche precise. Questo poggiava, in estrema sintesi, su un ordine internazionale relativamente stabile, su politiche macroeconomiche nazionali fondate su una gestione keynesiana della domanda, su un'organizzazione ford-tayloristica della produzione. Quei fondamenti, grazie ai quali le economie sviluppate conobbero un'epoca "gloriosa", non sono più rintracciabili, come verrà ampiamente spiegato nelle pagine di questo volume. Da almeno due decenni, da quando si sono intravisti i segnali di un'incerta ripresa dell'economia, si osservano di regola anche crescenti ineguaglianze nei livelli di profitto delle imprese, una persistente disoccupazione nei "vecchi" paesi industriali, il decentramento massiccio della produzione stessa in aree selezionate del pianeta. In altre parole, nei decenni a cavallo tra il XX e il XXI secolo i consueti indicatori macroeconomici non hanno più rispecchiato la realtà del secondo dopoguerra. Ciò nondimeno, negli anni a noi più vicini, sono apparse all'orizzonte molte cose che rendono più nitide le immagini confuse e offrono spiragli alquanto percettibili. Per capire meglio, è utile recuperare in rapida rassegna alcuni elementi chiave, i quali, pur non essendo esaustivi, sembrano in grado di rendere più intelligibili processi e fenomeni intimamente complessi.
Nell’economia complessa e globalizzata che pervaderà il nuovo millennio, la conoscenza territoriale è destinata a rivestire un ruolo di sempre maggior rilievo. Il suo impatto non potrà essere trascurato né dalle imprese, il cui comportamento strategico sarà tributario in misura crescente di soluzioni volte a interagire con ambiti d’azione più estesi e nel contempo più differenziati, né dalla stessa elaborazione teorica (economica e manageriale), dato che la dinamica competitiva si consuma sempre meno fra singoli soggetti o economie nazionali, e sempre più fra sistemi territorializzati che andranno esercitando una funzione decisiva nella creazione del valore economico e nella sostenibilità della stessa economia.
A questa istanza di conoscenza rispondono in larga misura le scienze del territorio e la geografia economica in particolare, di cui il volume offre le chiavi e permette di addentrarsi nel linguaggio e negli strumenti di un sapere che, di fronte alle nuove sfide conoscitive, si caratterizza per apertura concettuale e pluralismo teorico.